“La sofisticata Baden-Baden, straordinaria testimonianza della tradizione dei bagni termali europei, è una città dedita al benessere, allo svago e all’interazione sociale, in cui sono emersi prototipi architettonici e un tipo di pianificazione urbana come non se n’erano mai visti.”
Lisa Poetschki (coordinatrice comunale del patrimonio mondiale dell’UNESCO, Baden-Baden)
Dopo una preparazione di otto anni e sotto l’egida di “Great Spas of Europe”, nel gennaio 2019 Baden-Baden ha richiesto ufficialmente lo stato di Patrimonio mondiale dell’UNESCO in collaborazione con altri dieci rinomati centri termali europei. Il PROGETTO PATRIMONIO EUROPEO ha deciso di sostenere questo ambizioso progetto e ha acquisito sei edifici trascurati e disabitati di importanza storica degni di essere tutelati. Tutti gli edifici sono incastonati in un’area del patrimonio culturale, lo splendido centro metropolitano più piccolo al mondo ubicato tra Lichtentaler Allee e Friedrichsbad.
L’insieme acquisito dal PROGETTO PATRIMONIO EUROPEO è composto da edifici della Belle Époque, costruiti tra la metà del XIX e l’inizio del XX secolo, tutti classificati come edifici storici sotto tutela. Tra questi, vi sono una casa residenziale costruita da Johann Ludwig Weinbrenner – uno dei più importanti architetti di Baden-Baden – ville sfarzose, opulente case a schiera, e persino la struttura che un tempo ospitava uno dei più prestigiosi hotel di lusso della città, il Deutscher Hof. Insieme agli altri due hotel termali tradizionali, l’Europäischer Hof e il Badischer Hof, l’edificio del vecchio hotel dà vita a una pittoresca piazza. La sua storia si intreccia con l’ex convento dei cappuccini di Baden-Baden, che fu eretto proprio in questo punto nel 1631.
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LA STORIA DI BADEN-BADEN
Baden-Baden è nota come città per bagni e cure termali, ma anche come città dei media, arte e festival internazionali. Già i romani sfruttavano le calde sorgenti di acque termali che sgorgano ai confini della Foresta Nera. Con il Medioevo, Baden-Baden fu residenza del Margraviato di Baden e quindi anche il territorio prese il nome Baden. Dopo un catastrofico incendio nel 1689, la località perse lo status di residenza a beneficio della vicina Rastatt. Nel XIX secolo la città di Baden venne rivalutata e si sviluppò, anche grazie agli introiti del casinò, in un famosissimo punto di ritrovo di nobili e borghesi benestanti. Da questo periodo di fioritura nel XIX secolo è derivata una ricca, ben conservata eredità materiale e immateriale.
Prime tracce dell‘insediamento degli Oostali risalgono al Mesolitico, tra 8000 e 4000 anni avanti Cristo. Ma solo con i romani, che scoprirono e impararono ad apprezzare le calde sorgenti di acque termali con la temperatura di 68 gradi Celsius, Baden-Baden acquistò un significato. Dopo l’occupazione del territorio a destra del Reno, tra gli anni 9 e 79 d.C., sotto l’Imperatore Vespasiano, i romani crearono subito, intorno alla metà degli anni 70 dopo Cristo, un campo militare a sud dell’odierna città vecchia, sull’altopiano Rettig. Dopo che, da lì, fu istituita la colonia e città termale nell’area della città vecchia, il campo passò ad essere una circoscrizione. La Colonia Aquae si sviluppò in un centro termale militare e in due secoli, nella sede amministrativa di Civitas Aquensis.
Intorno al 260 dopo Cristo, il ceppo germanico degli Alemanni conquistò la zona.
Intorno all’anno 500, il territorio passò sotto il dominio franco e divenne una stazione di confine del territorio alemanno, che iniziava a sud del fiume Oos. La prima citazione documentata di Baden-Baden è controversa. Secondo fonti medievali, il Re Merovingio Dagoberto III (699-716), nel 712 avrebbe donato la marca e le sue sorgenti termali al convento benedettino di Weißenburg, nell’odierna Alsazia. La località viene citata nei primi documenti come ‘balneas pago Auciacensi sitas’ (vai spesso ai bagni di beata Auciacensis) — ‘bagni a sud dell’Oos’ – e in altre parti come ‘balneis, quas dicunt Aqua calidas’ – bagni che si chiamano sorgenti calde’ –. Un documento dell’856 riguarda inoltre la stessa donazione, ma è controverso. La prima dimostrazione dell’odierna Baden-Baden è un certificato di donazione dell’anno 987, in cui il re romano-tedesco Otto III (980-1002) e più tardi Imperatore, chiama la località ‘Badon’ e menziona per la prima volta una chiesa. Nell’anno 1046, si trovano citazioni che omaggiano per la prima volta la località con il diritto di mercato.
Il Conte Hermann Zähringer II di Baden (1060-1130) acquistò il territorio intorno a Baden-Baden agli inizi del XII secolo, si fece chiamare per la prima volta nell’anno 1112 Margravio di Baden e fece costruire intorno al 1100 il borgo di Hohenbaden. Nel 1245, fu creata l’Abbazia Cistercense di Lichtental e in quel periodo, Baden ottenne il titolo di città. Come tale, per la prima volta nel 1288, Baden divenne ufficialmente il suo nome.
Con l’autorizzazione del Margravio di Baden Federico II († 1333), le sorgenti termali furono riutilizzate, per la prima volta nel 1306 dall’antichità, come bagni. Alla fine del XIV secolo, fu costruito un borgo sulla fortezza, che forma il nucleo dell’odierno Nuovo Castello sul Florentinerberg.
La prima tassa termale fu istituita nel 1507, quando venne anche nominato un direttore delle terme, che si occupava dell’emergente area termale. Dal 1500, la città era nella provincia sveva, uno dei dieci territori imperiali che sottostavano al Sacro Romano Impero. Dopo la ripartizione del Margraviato di Baden, nel 1535, l’odierna Baden-Baden rimase città residenziale della linea bernardina e capitale del Margraviato di Baden-Baden.
Tra il 1570 e il 1631, la città fu colpita dalla caccia alle streghe. 134 persone finirono sotto processo e almeno 102 furono condannate a morte. Durante la guerra di successione austriaca del Palatinato, negli anni tra il 1688 e il 1697, Baden-Baden fu incendiata dalle truppe francesi il 24 agosto 1689, e di conseguenza anche l’attività termale cessò. Nel 1705, Ludovico Guglielmo di Baden-Baden (1655-1707) trasferì la residenza a Rastatt; tuttavia, Baden-Baden rimase la città amministrativa ufficiale.
Alla fine del XVIII secolo, Baden-Baden fu rivalutata e trasformata da città termale a mondana località di cura. Molti ospiti illustri ne fecero la principale meta estiva d’Europa, da artisti, poeti e pensatori fino a politici e nobili, mentre Parigi era considerata l’ufficiale meta invernale. Specialmente sotto i compositori e musicisti tedeschi – come Clara Schumann (1819-1896), Richard Wagner (1813-1883) e Johannes Brahms (1833-1897) – e gli intellettuali russi e francesi – come ad esempio Victor Hugo (1802-1885), Fjodor Dostojevski (1821-1881) e Lew Tolstoi (1828-1919) – Baden-Baden visse il suo periodo d’oro. Sorsero hotel di lusso, la casa di cura e il casinò, che nel 1872 venne chiuso su decreto. Dal 1858, si tennero corse di cavalli internazionali all’ippodromo di Iffezheim. Al principio, queste erano gestite dall’imprenditore e mecenate francese Edouard Bénazet (1801-1867) e finanziate con gli introiti del casinò di Baden-Baden, di cui lo stesso era locatario. Nel 1872, il Club Internazionale di Baden-Baden si assunse l’organizzazione delle corse di cavalli.
Baden-Baden deve il suo odierno aspetto mondano a progettisti e architetti come Friedrich Weinbrenner (1766-1826).
SITUAZIONE GENERALE AD OGGI
Baden-Baden deve alla sua storia e, in particolare, alla vicinanza culturale con la Francia, il fatto che la città sia rimasta illesa nelle due guerre mondiali e appartenga da sempre alle migliori località termali della Germania. Grazie all’ottimale posizione di Baden-Baden tra Karlsruhe e Strasburgo, la potenza francese fece stabilire qui il suo quartier generale. L’aspetto della città è caratterizzato da eccellenti esempi dell’architettura termale dei secoli XIX e XX. Tuttavia, numerosi abusi edilizi attuati negli anni tra il 1970 e 80, che si ebbero nell’ambito di un concetto di modernizzazione progettato a largo raggio, modificarono l’aspetto della città. Inoltre, in questo contesto, a partire dagli anni ’60, ebbero luogo numerosi deplorevoli lavori di demolizione, che hanno cancellato dalla memoria collettiva una serie di opere storiche meritevoli di salvaguardia.
Oggi, la casa di cura è, insieme al noto casinò, il punto centrale nonché simbolo della città. La città vecchia di Baden-Baden ha numerosi negozi e caffetterie, che invitano a girovagare.
Nel quartiere termale sono soprattutto degni di nota la Friedrichsbad, costruita in analogia con il palazzo dell’alto rinascimento italiano, risalente al XIX secolo, nonché le rovine delle terme romane, che si trovano tra la piazza del mercato e Friedrichsbad. Altre interessanti attrattive sono la casa di cura realizzata da Friedrich Weinbrenner, la struttura di cascate d’acqua artistica Paradies, il convento di Lichtenau e il castello di Hohenbaden, oltre al Castello Nuovo. Inoltre, vale la pena citare la Trinkhalle (Sala delle Pompe) di Baden-Baden del successore di Weinbrenner, Heinrich Hübsch (1795-1863) e il parco di Lichtentaler-Allee con i suoi 2,3 chilometri di lunghezza, che rappresenta tuttora il cuore e il polmone verde della città termale.
Dagli ultimi secoli, la città ha cercato di riaffermarsi, in parte con grande successo, come centro culturale. Pertanto, l’interesse della città termale è ora rivolto alle giovani generazioni. In particolare, riviste di viaggi e cultura rinomate in tutto il mondo, come il New York Times o il Monocle, hanno dato visibilità a Baden-Baden. La città ha quindi deciso di far proteggere il complesso urbano storicamente unico come Patrimonio dell’Umanità. Nel 2021 è stata finalmente inserita nell’elenco delle città patrimonio dell’umanità sotto la rubrica ” Great Spa Towns of Europe “.
SCOPO DEL PROGETTO
“Qui a Baden avrei la bella natura e anche il commercio artistico, poiché Tutto converge proprio in questo posto.” Con queste parole, Clara Schumann espresse le sue motivazioni, nel 1862, per essersi trasferita a Baden-Baden.
L’EUROPEAN HERITAGE PROJECT, dal 2004, si è impegnato ad acquistare già sette strutture tra abbandonate e in rovina da salvaguardare all’interno del potenziale terreno da inserire nel patrimonio culturale mondiale UNESCO. Scopo di questo impegno è non solo di migliorare la singola situazione degli edifici interessati e quindi riportarli al loro stato originale, ma anche di incoraggiare la città a trasformare la storica località termale in un’apprezzata meta residenziale e turistica per una popolazione più giovane.
Allo stesso tempo, l’immagine della città dovrà sempre più riacquistare la sua ambizione di rinomata città cosmopolita della Belle Époque, dopo che, dalla metà del XX secolo, numerosi edifici del periodo d’oro della città termale sono stati indiscriminatamente demoliti.
Malgrado soprattutto i simboli della città, come ad esempio la Trinkhalle, le aree verdi o il casinò siano enormemente identificativi, tuttavia non sono questi i monumenti che rappresentano Baden-Baden da un punto di vista architettonico e conferiscono alla città il suo inconfondibile aspetto. Illustri turisti, investitori e architetti, ma anche chi è nato a Baden-Baden, hanno plasmato in numerosi modi sottili l’aspetto della città tra la fine del XIX secolo e i primi del XX. Così, hanno lasciato le loro tracce sottoforma di ville e palazzi cittadini e pertanto una diversità architettonica, che è diventata una caratteristica di Baden-Baden. Questa offre una impressionante e praticamente inesauribile cronologia nella storia dello sviluppo dell’architettura residenziale nel corso di vari decenni. Molte di queste abitazioni e proprietà private sono state costruite o anche ampliate ai tempi d’oro di Baden-Baden. Preservare questa testimonianza culturale ed architettonica rappresenta tuttavia un progetto che una città difficilmente può sostenere, motivo per cui l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha deciso di estendere il suo portfolio a Baden-Baden.
Nel 2021, l’UNESCO ha conferito alla città di Baden-Baden il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Anche l’EHP ha avuto un ruolo significativo in questo progetto, come ha dichiarato l’ex sindaco Margret Mergen.
STORIA
Il complesso edilizio alla fine di Sophienalle, radicato nella memoria collettiva come “Vecchia Direzione di Polizia”, venne costruito nel 1842 in una posizione prominente come sede amministrativa granducale nello stile di un casale toscano del Rinascimento. Nel 1837, l’amministrazione granducale del patrimonio riuscì ad acquistare la corrispondente proprietà da Salmenwirt Haug.
Della progettazione della sede amministrativa, fu incaricato Friedrich Theodor Fischer (1803-1867), un allievo di Weinbrenner e all’epoca Direttore delle Ispezioni alle Infrastrutture di Karlsruhe. Non appena fu terminato il progetto edilizio nell’anno 1842, furono qui collocati il tribunale amministrativo granducale, gli alloggi di servizio e la stazione di polizia. Dal 1842, l’edificio di rappresentanza servì esclusivamente da ubicazione della Direzione di Polizia, finché questa, nel 1975, se ne andò per trasferirsi ad ovest della città.
Per decenni, il valore intrinseco dell’edificio, tuttavia, non è stato sufficientemente valutato dall’amministrazione delle acque termali e delle terme. Già nel 1964, ci fu un’ordinanza per demolire la Direzione di Polizia. Malgrado in quel periodo si riconobbe all’opera di Weinbrenner il diritto alla preservazione del patrimonio, non fu lo stesso per le opere del suo allievo e successore. All’epoca, l’imponente edificio di forma arcuata dovette cedere il posto ad una pianificata area verde. Fino al 1977, rimase in programma una demolizione, che agli urbanisti sembrava indispensabile, pertanto l’impressionante edificio odierno che maggiormente caratterizza l’immagine della città, stava per subire un destino simile a quello di molti edifici storici del XIX secolo, che durante gli anni dai ’60 agli ’80 venne riservato a Baden-Baden principalmente a vantaggio di nuovi edifici e aree parcheggio. Tuttavia, fortunatamente, la collettività per la salvaguardia dei monumenti si espresse in massa a favore della conservazione della storica sede amministrativa e fondò la “Associazione di tutela della vecchia Direzione di Polizia”, che a livello sovraregionale trovò immediata attenzione e incoraggiamento negli ambienti scientifici.
Dal 1982, fu in seguito ospitato lì il Museo per gli strumenti musicali meccanici. Dopo di che, l’edificio è rimasto vuoto per anni. Oggi, è di nuovo aperto al pubblico. Una casa di cura ultramoderna ha sede tra le antiche mura restaurate.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Dopo anni di abbandono, il complesso è stato restaurato e modernizzato in collaborazione con l’ente per la tutela dei monumenti. L’ex proprietario aveva perso interesse nel l’edificio e si stava guardando intorno in cerca di un eventuale investimento per altri scopi. In questa situazione, all’EUROPEAN HERITAGE PROJECTè stato chiesto se questa proprietà, rappresentativa per la cittadina, non poteva essere inserita nell’insieme del progetto per Baden-Baden. Nel luglio 2019, l’edificio è stato finalmente acquisito dall’EUROPEAN HERITAGE PROJECT.
ARCHITETTURA
Theodor Fischer ottenne, nel 1839, l’incarico di costruire un edificio in posizione centrale, che da una parte, da un punto di vista funzionale doveva soddisfare le esigenze di una sede amministrativa principesca con tribunale annesso, e dall’altra, doveva rispondere anche alle esigenze rappresentative dell’amministrazione cittadina e alle aspettative della clientela di un emergente centro termale.
Fischer a suo tempo ebbe la meglio di fronte ai progetti di altri otto uffici edilizi. Ne risultò un edificio centrale a tre piani, che, insieme a due ali simmetricamente distribuite sul “lato luminoso” della Sophienallee, presentava una piccola area giardino di rappresentanza con fontana al centro. Alla fine delle ali, ad un solo piano, furono installati piccoli padiglioni, che servivano da visibili edifici di sorveglianza. In questi si teneva anche il cambio della guardia. L’intero complesso fu edificato in pietra arenaria. I rispettivi angoli dell’edificio sono stati esaltati con mattoni a vista. Stilisticamente, Fischer si ispirò al Neorinascimento italiano.
La facciata a tre piani dell’edificio centrale, è strutturata in maniera austera. Al pianterreno, incoronate da un’accennata muratura a mattoni, su ciascun lato dell’alto ingresso di rappresentanza ci sono rispettivamente tre finestre alte, arrotondate in cima, che ricordano il Palladio, e che si ritrovano uguali anche negli altri piani. Sopra all’ingresso, è montato lo stemma granducale. A destra e a sinistra, accanto al portale d’ingresso, su alte colonne, si trovano rappresentazioni figurative delle allegorie della giustizia e della legge, Justitia e Lex. I due piani superiori sono differenziati dalle cornici della cintura. Sotto il cornicione e la grondaia, sopra ciascuna finestra del secondo piano vi sono dei tondi di bronzo, che raffigurano le teste dei grifoni. L’edificio è stato dotato di scalinate d’ingresso sfalsate. Dal piazzale tondo, parte una scalinata a quattro gradini, che proprio davanti al portone, diventa una scala a tre gradini. L’edificio veniva inizialmente varcato dopo l’attraversamento di un portico interno, e il portone d’ingresso originale è interamente suddiviso in otto elementi radiali vetrati.
All’interno, troviamo inoltre diversi elementi neo-gotici, come, ad esempio, le alte e strette volte a crociera sui soffitti dei vani scala e nell’atrio, nonché balaustre in pietra decorate a forma di stella, che in parte sono state completate da colonne etrusche.
Le imponenti porte arcuate nei locali e le numerose finestre che favoriscono la luce sottolineano la progettazione aperta dell’architettura. Le semplici pareti dipinte di bianco e la pietra di granito color antracite dei pavimenti e delle scalinate fanno apparire soprattutto l’atrio ancora più imponente.
Le due ali laterali simmetriche furono inizialmente progettate ad un piano. Alle loro estremità, troviamo rispettivamente padiglioni classici con uno spiccato lavoro a mattoni e un portone d’ingresso centrale elevato, che fu costruito contemporaneamente ad un ulteriore piano.
Nel corso dei rinnovi da parte dell’ex proprietario, ai due padiglioni fu aggiunto rispettivamente un ulteriore piano moderno di semplice forma cubica, che si adatta discretamente alla struttura storica.
L’intero edificio ha un carattere notevolmente peculiare per la città e rispecchia la nuova fiducia in sé dell’edificio residenziale termale dopo l’essere stato elevato a Granducato principesco nella prima metà del XIX secolo.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
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UTILIZZO FUTURO
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SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
L’edificio fu acquistato l’ultima volta nel 2003 da un imprenditore privato. Questi aveva l’idea di progettare l’edificio dal nuovo e di modificarne la destinazione d’uso. A tale scopo, nell’area parcheggio dovevano essere creati posti auto sotterranei, installato un ascensore esterno ed effettuata una nuova e variabile ripartizione degli spazi interni. L’imprenditore aveva già condotto un’avanzata demolizione, ma non riuscì a rispettare i requisiti del monumento soggetto a salvaguardia. A causa dei ritardi temporali da questo risultanti, lo stesso perse interesse per l’immobile, nonostante i primi lavori di demolizione fossero già in corso.
La rilevanza architettonica e storico-sociale dell’edificio fu subito evidente per l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT. Infatti, in quanto uno dei primi edifici residenziali di Baden-Baden progettati da Johann Ludwig Weinbrenner (1790-1858) concepiti per il solo affitto, rappresentava una rarità. A causa del forte rischio che alla fine l’intero edificio potesse essere fortemente modificato, l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT, agli inizi del 2019, ha deciso di acquisire l’edificio.
ARCHITETTURA E STORIA
Già durante la costruzione della vicina chiesa evangelica, in base ai progetti di Friedrich Eisenlohr (1805-1854), tra il 1855 e il 1865 era previsto un nuovo quartiere, ricompreso dalle attuali vie Ludwig-Marum, Ludwig-Willhelm, Schiller e Maria Viktoria. La residenza di rappresentanza potrebbe quindi essere stata realizzata tra il 1860 e il 1880; mentre i progetti e i disegni originali potrebbero essere stati attuati poco prima della morte di Johann Ludwig Weinbrenner. Su una mappa del 1889, l’edificio è indicato per la prima volta anche su cartografia.
L’edificio è particolarmente di valore per la storia di Baden-Baden, principalmente per la comunità scientifica di arte e architettura, ma anche per la storia sociale. L’edificio documenta l’edilizia caratteristica dell’alta borghesia del suo tempo, nelle sue tipiche espressioni locali ed estetiche.
L’edificio a tre piani presenta forme rappresentative del tardo Classicismo, che nella seconda metà del XIX secolo, godeva di grande popolarità soprattutto nelle città termali di tutta Europa. Il palazzo, suddiviso in piani delimitati da cornicioni e davanzali in stile tardo gotico, con persiane e tetto a padiglione, è dotato di tre magnifici balconi artisticamente disposti, con ringhiere in ferro riccamente lavorate, e i parapetti in parte altrettanto impreziositi. All’interno, il generoso ingresso è composto da un’ampia tromba delle scale con larghi scalini laterali ed eleganti forme ornamentali classiche in ghisa. Inoltre, le finestre in vetro colorato dalle forme geometriche e disegni fiorati, abbelliscono la scalinata e offrono un variopinto gioco di luci. Negli appartamenti, sono ancora presenti le numerose porte a battente originali.
Sull’edificio stesso, ma anche nella sua situazione urbanistica, appaiono chiaramente gli sviluppi storici del paese. Tramite la sua ben tramandata materialità, viene rappresentato un riferimento, radicato nella coscienza della popolazione, alle condizioni politiche, culturali e anche sociali del tardo XIX secolo. A questo punto, è particolarmente importante menzionare, proprio in merito all’edificio, il fatto che si tratta di uno dei primi lavori edilizi della città progettati dal nipote e allievo di Friedrich Weinbrenner, concepito per il solo affitto e pertanto segna una svolta storico-architettonica.
La proprietà monumentale dei palazzi residenziali del tardo Classicismo, apprezzato per città termali di quest’epoca, e la necessità della sua preservazione hanno sollevato l’interesse della popolazione e di un’ampia cerchia di esperti. Si tratta di una rara testimonianza storico-architettonica di alto valore documentale e di conservazione, che oltretutto possiede un alto grado di integrità nella sua sostanza strutturale.
CONDIZIONE STRUTTURALE AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE
Scopo dei lavori ora in corso è di ripristinare l’edificio ad uso locazione in conformità con il progetto di Weinbrenner, ma, allo stesso tempo, anche di modernizzarlo. In particolare, la condizione dell’ingresso è stata modificata negli anni, inoltre la tromba delle scale ha perso il suo carattere rappresentativo.
In dettaglio, sono state programmate in particolare le seguenti misure:
Nell’area di accesso esterna, si dovrà eseguire una demolizione delle moderne piastrelle in pietra artificiale, e al contempo si dovrà poi sostituire le scale aggiunte con gradini in pietra arenaria ed eseguire un restauro del portone principale.
Nell’area di accesso, cioè l’anticamera interna, le scale in pietra arenaria e i gradini in cemento dovranno essere restaurati e probabilmente sostituiti tramite ricostruzione, ove necessario. Particolarmente importante è la ristrutturazione della controporta sul modello storico.
Nella tromba delle scale gli scalini disponibili, inclusi ringhiera e corrimano, verranno riparati, e la struttura dei muri e dei soffitti, nonché le porte degli alloggi, dovranno essere ricostruiti per poter rispettare il modello storico. Parimenti, si dovrà sostituire la moderna illuminazione a soffitto con lampadari storici originali a forma di lanterna in specchi a soffitto.
Pareti aggiunte di recente dovranno essere rimosse, e tutta la situazione dei sistemi elettrici, di riscaldamento e sanitari sarà completamente ricostruita. In particolare, dovrà essere riprogettata la disposizione dei bagni.
Le finestre quadrettate saranno preservate, ma verranno comunque ottimizzate a livello energetico tramite doppi vetri isolanti.
Finestre e porte a battente negli alloggi saranno lavorate secondo lo stato originale e preservate. Tutte le porte degli alloggi saranno rigenerate, e, in alcuni punti, dotate di telai, laddove questi sono stati rimossi e non più disponibili.
I pavimenti in parquet, risalenti alla prima metà del XX secolo, dovranno essere rigenerati e, ove possibile, preservati. L’edificio dovrà essere riadeguato dall’esterno ai requisiti dell’epoca della costruzione, mentre l’area parcheggio dovrà essere mantenuta.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
L’edifico, negli anni precedenti alla vendita, era proprietà privata di una coppia di anziani. Da almeno 20 anni, non sono stati più realizzati lavori di restauro. A causa dei notevoli interventi edilizi negli anni ’60, soprattutto quella antiestetica struttura anni ‘60 delle facciate e dell’ingresso, non in armonia con l’originale architettura storica, gli affittuari sono andati sempre più peggiorando. Nei locali a piano terra, che sono strutturati nello stile dei tardi anni ’60, si sono insediati una rivendita di ricambi informatici e negozio dell’usato, oltre ad un’attività di cianfrusaglie. La relativa clientela si fermava a fumare nell’area di accesso dell’edificio.
Del passato splendore dell’edificio, resta solo un elemento in stucco tra i rifiuti.
Gli ex proprietari non si sono ovviamente più preoccupati della manutenzione. Ad un importante risanamento dell’edificio e ad un ripristino orientato sul modello storico, nemmeno a pensarci.
In questa condizione, l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha acquistato il palazzo nel febbraio 2019.
ARCHITETTURA E STORIA
Situato nelle immediate vicinanze di un convento di cappuccini – che dal 1603 al 1807 rappresentò l’immagine della città – e costruito negli anni del 1870, l’ex hotel “Deutscher Hof” fu più volte ricostruito, come ad esempio, nel 1905. Nei documenti di quell’epoca, il proprietario dell’hotel, Karl Harms venne nominato costruttore. Nell’ultima ristrutturazione degna di nota, eseguita nel 1912, l’edificio residenziale fu notevolmente modificato, in quanto in quel caso furono aggiunti successivamente i due piani superiori. Secondo documenti storici, l’edificio a tre piani con attico, dopo la sua ultima ristrutturazione prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, possedeva un tetto a padiglione completamente inutilizzato con sette abbaini; un timpano sulla facciata originale non era più disponibile. L’edificio disponeva, all’epoca della sua costruzione, elementi dal tardo Classicismo fino al Neobarocco, come cornicioni, che dividevano l’edificio nei suoi piani, aperture di finestre che – ad eccezione del piano terra – erano dotate di persiane e di sei balconi francesi in totale, simmetricamente disposti, con balaustre in ferro sontuosamente decorate con motivi floreali e demarcati da colonne decorative della rimanente facciata. Tuttora un semplice decoro piatto delinea il pianterreno. L’edificio disponeva inoltre di un piccolo ingresso laterale a destra e di un portico centrale affiancato da colonne.
Originariamente progettato e commissionato come piccolo hotel, qui venne anche aperto nel 1910 il primo cinema di Baden-Baden. Dopo il 1912, l’hotel e cinema furono chiusi dopo l’ultima ristrutturazione e l’edificio adibito ad uso abitativo. Dagli anni ’60, il pianterreno fu utilizzato per l’affitto di locali commerciali.
CONDIZIONE STRUTTURALE AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE
Dopo aver condotto un collaudo, la condizione strutturale dell’edificio si rivelò critica come previsto. Si sono rilevate perdite nel tetto, con danni alle travi portanti. Alcuni appartamenti ricavati nell’attico non rispettava le norme edilizie. Sui muri esterni posteriori c’erano delle crepe. Le finestre storiche erano state nel tempo sostituite con strutture in plastica. La tromba delle scale, con impianto ascensore anni ’50, era in uno stato inaccettabile.
Il problema maggiore era, tuttavia, la facciata lato piazza dell’edificio, che non aveva più niente a che fare con l’ex aspetto magnificamente curato del Deutscher Hof (cortile tedesco). Il portico storico si era consumato. Tutti gli elementi leganti della facciata, come parapetti, cornicioni o i balconi francesi, erano stati tagliati, tanto che la facciata presentava un aspetto piatto, uniforme e poco entusiasmante. Al pianterreno, le grandi vetrine, che erano abbondantemente incorniciate da uno strato uniforme di lastre di granito, erano rotte. Nell’area ingresso, tutti i rivestimenti delle pareti erano stati rimossi e le piastrelle d’epoca sostituite con maioliche di facile pulizia.
L’impianto elettrico e tutte le utenze erano difettose o non rispettavano più le norme attuali. Inoltre i balconi ancora presenti non erano utilizzabili, in quanto in parte in uno stato a rischio di crollo, incluse le ringhiere arrugginite.
L’intero edificio rifletteva lo squallore di un’architettura orientata alle esigenze degli anni ’60 e in molte parti un avanzato abbandono.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
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UTILIZZO FUTURO
Dalla conclusione dei lavori nel 2021, la casa continua ad essere utilizzata come immobile in affitto con unità commerciali.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
L’edificio, situato nella zona pedonale, si trovava, al momento dell’acquisizione, nel 2013, in uno stato ben rinnovato. Non ha richiesto ulteriori lavori.
L’EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha deciso per l’acquisto, nonostante la buona condizione strutturale, in base al § 3.2 dello Statuto, in quanto l’edificio possiede un alto valore storico secondo il § 3.1.(a) e rappresenta un importante pietra miliare nell’ambito del progetto d’insieme di Baden-Baden.
È stato comunque necessario effettuare lavori di restauro e interventi di manutenzione ai balconi in parte distrutti. I pavimenti a moquette, in parte spostati, sono stati sostituiti da parquet a spina di pesce in legno di quercia, secondo il modello originale, e i locali sono stati riportati al loro stato d’epoca.
ARCHITETTURA E STORIA
L’edificio angolare a quattro piani, con spazi commerciali al pianterreno e abitazioni nei piani superiori, fu costruito nel 1893 da L. Treusch in ricco stile neo-rinascimentale. Negli anni 1902 e 1903, venne esteso fino alla via Küferstraße dallo studio di architettura Treusch e Schober. Si distingue inoltre il fatto che è di 9,5 metri più alto dell’adiacente edificio ‘Haus Rössler’. L’edificio storico con facciate in pietra arenaria, personifica le alte esigenze architettoniche dei commercianti e residenti di Baden-Baden durante la Gründerzeit (epoca dei fondatori). Il pianterreno è stato da sempre utilizzato per i locali commerciali, infatti qui aprì addirittura la prima filiale Tchibo di Baden-Baden, nel 1961.
Il palazzo angolare soggetto a tutela di monumenti si contraddistingue per la sua semplice decorazione al pianterreno, che contrasta fortemente con le cupole a cipolla in ottone e le torrette dotate di bovindo integrati. Sulla Lange-Straße, lo spazio esterno è dotato di due balconi rispettivamente al secondo e terzo piano e due balconi al primo piano, le cui ringhiere in ferro sono decorate con motivi floreali.
Particolarmente notevoli sono gli elementi divisori della facciata, che sono strutturati in un gioco d’insieme di diverse forme ornamentali – come ad esempio i timpani triangolari o segmentati sulle aperture delle finestre, dentelli, cartigli, intarsi di volute e viticci, decori a rilievo e conchiglie – e conferiscono un carattere unico nel suo genere ai piani superiori. Il tetto di ottone è dotato di quattro abbaini rispettivamente a sinistra e a destra della torretta.
Il grande portale, che dalla strada porta agli appartamenti, è stato realizzato in quercia massiccia, ma presenta una gradevole leggerezza grazie alle sue simpatiche sbarre di ferro e agli elementi in vetro. L’atrio è caratterizzato da una decorazione in Art Nouveau, che è stato creato all’epoca della seconda ristrutturazione, nel 1903. Il pavimento è composto da mattonelle colorate, mentre le pareti sono decorate con piastrelle ornamentali bianche. La tromba delle scale è ugualmente conforme a questo stile. Qui, una scala a chiocciola in ferro conduce ai piani superiori, adattandosi alle finestre colorate tripartite sontuosamente decorate tra un piano e l’altro. I trittici vetrati sono opera del mastro vetraio Hermann Westermann. Agli alloggi si accede tramite un portone in legno massiccio scuro e vetro smerigliato, alto fino al soffitto.
Nei singoli spazi abitativi, vi sono soffitti a cassettoni rifiniti di bianco, discretamente realizzati, pannelli murali in legno e copritermosifoni, nonché semplici stucchi sui soffitti. Quanto ai pavimenti originali realizzati in legno di quercia, nelle camere singole si tratta di parquet a spina di pesce e di assi in legno massiccio nei corridoi.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
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UTILIZZO FUTURO
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SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Dopo la chiusura di una pensione ivi ubicata per diversi decenni, la Villa in via Quettigstraße è rimasta abitata fino al 2009 da una coppia di anziani. Quando il marito morì a seguito di un ictus, la proprietaria rimasta decise di vendere l’edificio e si trasferì subito. La casa è rimasta, di conseguenza, vuota per quattro anni, finché l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha notato l’immobile degno di tutela e lo ha finalmente acquistato nel novembre 2014.
ARCHITETTURA E STORIA
Originariamente, l’edificio fu progettato dagli architetti Treusch & Schober come villa di città per la famiglia del Presidente dell’autorità regionale Winzer, nell’anno 1899. Tuttavia, dopo il completamento del nuovo domicilio, la famiglia visse qui solo fino al 1906, dopo di che, seguì un frequente cambio di proprietà. Già al 1914, si modificò la destinazione d’uso dell’edificio, che venne riadattato come pensione. Tra gli anni 1914 e 1973, la villa d’epoca ospitava la “Pensione Bilz”, il cui proprietario e gestore era un tale Hans Bilz. La maggior parte degli inquilini però visse qui dal dopoguerra in modo permanente, per cui non era un luogo frequentato da viaggiatori o turisti.
La villa d’epoca ad un piano e mezzo, intonacata, è realizzata in pietra arenaria. Particolare movimento è conferito alla facciata da un risalto, o avancorpo, che si staglia per l’intera altezza dalla linea di fuga del corpo dell’edificio. Come metodo di struttura per la facciata, l’edificio d’epoca riprende con questo elemento un tipico espediente estetico dell’architettura del Rinascimento e del Barocco. Altrettanto sorprendenti sono la struttura del timpano, impreziosita da pinnacoli, il magnifico tetto mansardato e i balconi con ringhiere in ferro battuto, compresa anche la veranda coperta, che sembra sospesa. Gli elementi in ferro battuto dell’edificio ricordano l’architettura in ghisa, nata nell’Inghilterra e nella Scozia del XIX secolo, del cosiddetto Neogotico, e combina materiali ultramoderni con forme in filigrana simmetricamente assemblate, come si usava nell’alto Gotico. Un metodo architettonico che ancora oggi si ritrova nell’architettura paesaggistica dell’Inghilterra vittoriana.
All’interno, l’architettura della villa convince con un’enorme scalinata di accesso dalla struttura semplice; di grande effetto è altresì la disposizione delle stanze, che è caratterizzata da muri spioventi e angoli e pertanto crea una certa intimità, ma, grazie ai soffitti alti e alle numerose finestre, offre anche spaziosità e leggerezza.
La preservazione dell’edificio soggetto a tutela dei monumenti si pone al pubblico interesse sia per la storia dell’arte che per la storia locale, in quanto rappresenta un importante esempio dello sviluppo della casa di campagna nella città termale di Baden-Baden.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
La scala esterna si era staccata a causa di lastre di cemento spostate negli anni ’70, le quali sono state rimosse e sostituite da lastre di arenaria d’epoca. Nella zona tetto fu eseguita una massiccia rimozione, successivamente è stata ripristinata la terrazza su indicazione dei progetti originali. Contemporaneamente, è stata realizzata la ricostruzione degli elementi del timpano rovinati. I pennoni sulla torre laterale sono stati di nuovo rimessi. Le grondaie in ottone arrugginite sono state sostituite da grondaie in rame storicamente accurate. Inoltre, gli impianti sanitari sono stati ripristinati. Quanto alle finestre quadrettate preservate, è stata eseguita una pittura omogenea, mentre le finestre in plastica sostitutive sono state rimosse e rimpiazzate con riproduzioni storicamente fedeli.
Nello spazio interno, i pavimenti, come pure le scale in legno che portano ai singoli piani e i pannelli di legno in parte ancora presenti, sono stati ripristinati. Questi elementi erano per lo più preservati, anche se pochi segmenti, fortemente danneggiati e irreparabili hanno richiesto l’integrazione parziale di una riproduzione. Il soffitto finemente stuccato è stato completato e in parte ricostruito.
Le piastrelle moderne nello spazio interno sono state rimosse e sostituite da surrogati di cemento architettonicamente conformi.
I sistemi di tapparelle originali sono stati ritenuti obsoleti e rimessi in funzione. Tutti gli impianti – energia elettrica, acqua e telefono – sono stati installati completamente dal nuovo.
La pietra arenaria, che si trovava per lo più in buone condizioni, è stata solo leggermente sistemata, le crepe riempite e liberata dalla fuliggine tramite sabbiatura.
La facciata è stata completamente rielaborata, dove in parte intonacata e completamente dipinta. Gli elementi in ferro battuto, come ad esempio le balaustre, sono state liberate da colore e ruggine e riverniciate dal nuovo; in questa fase, è stato anche sistemato staticamente il balcone al primo piano.
Come ultimo intervento, è stata ripristinata la rimanente area del giardino.
Il completamento totale è avvenuto nel 2022.
UTILIZZO FUTURO
La villa verrà utilizzata, in accordo con la sua concezione originale, come residenza unifamiliare.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Dopo uno stato decennale di parziale abbandono, con l’eccezione di un negozio di alimentari al pianterreno, l’edificio su piazza Sonnenplatz era in una condizione oltremodo trascurata, poiché fin dalla costruzione, non erano stati apportati interventi di manutenzione. Situato in una posizione notevolmente esposta e da sempre fortemente caratteristica, le autorità locali hanno appurato che la condizione dell’edificio angolare era particolarmente preoccupante. Quando finalmente il palazzo fu messo in vendita nel 2004, l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT si interessò a questo posto e garantì inoltre un finanziamento per le imminenti misure di restauro. L’autorità per la tutela dei monumenti evidenziò l’importanza storica, nonché culturale, dell’edificio e finalmente, nel dicembre 2004, si giunse all’acquisizione da parte dell’EUROPEAN HERITAGE PROJECT per condurre i lavori di ripristino. Questa situazione segnò l’inizio dell’ampio e notevole Progetto Baden-Baden.
STORIA
L’edificio residenziale e commerciale “Sonnenhof” sulla Sonnenplatz fu costruito nel 1900 in base ai progetti di Adolf e Heinrich Vetter, che ne furono anche i costruttori. Originariamente, al suo posto sussistevano due piccole case, che erano utilizzate come abitazioni con piccoli negozi al pianterreno. Queste si trovavano, all’interno delle mura cittadine ancora esistenti fino agli inizi del XIX, di fronte all’albergo termale “zur Sonne” (al sole), che era stato fondato già nel XV secolo, e allo stesso tempo diede il nome alla successiva piazza Sonnenplatz. Al posto di questa piazza c’erano quattro vecchi edifici, che ancora fino al 1850, rivelavano la condizione di sovraffollamento dentro le mura cittadine. Questi edifici vennero poi demoliti, per creare un grande collegamento stradale tra la via di Gernsbach, vecchia di secoli, e la Sophienstraße appena costruita. Nacque così la Sonnenplatz.
Alla demolizione furono destinate anche le due case di cui sopra, quando gli architetti Vetter acquisirono gli edifici nel 1899. L’indirizzo Sonnenplatz 1 fu appositamente creato per l’hotel.
L’hotel lì pianificato doveva prendere il nome di “Sonnenhof”. Nel 1901 venne finalmente aperto. Con 20 camere per gli ospiti con 30 letti e un ristorante squisitamente arredato per 100 persone, aveva l’ambizione di diventare un punto di attrazione particolare in questa parte della città. La realtà non ha favorito il successo dell’hotel “Sonnenhof”, che pertanto, dopo soli sei anni, venne chiuso. Il successivo utilizzo come edificio residenziale e commerciale durò fino alla primavera del 1919.
Dopo che Theodor David Köhler (1880-1942) aveva acquistato l’hotel “Nest” nel 1920, lo stesso fondò insieme a sua moglie Auguste Mittel Stern (1876-1942) l’hotel “Tannhäuser” nell’ex “Sonnenhof”. Già dopo brevissimo tempo, la coppia di alberghieri riuscì a formare un’ampia cerchia di illustri clienti soddisfatti, principalmente ebrei. Quando le tendenze antisemite divennero all’ordine del giorno, nel 1938 venne ordinato alla coppia di rinominare l’hotel in “Köhler Stern”. Alla fine, nel 1939 si arrivò ad una svendita della proprietà della coppia. Theodor Köhler fu costretto a vendere l’edificio d’epoca il 14 febbraio al pescivendolo Rudolf Höfele per 68.000 marchi del Reich, laddove era stata applicata una tassa di 65.800 marchi del Reich, che l’albergatore Köhler dovette pagare con effetto immediato alla città di Baden-Baden. Nel 1940, i Köhler vennero deportati all’ex campo di internamento francese di Gurs. Nel 1942, la coppia trovò una morte disumana nel campo di concentramento di Auschwitz.
Oggi, due Pietre d’Inciampo posate a terra in Sonnenplatz 1, ricordano Theodor e Auguste Köhler.
Fino al 1987, Höfele gestì qui la sua rinomata attività di pesce, selvaggina e pollame. L’edificio dal passato turbolento è stato ed è utilizzato come sede residenziale e commerciale.
ARCHITETTURA
La struttura a tre piani intonacata con parti in arenaria è realizzata in ricche forme neo-gotiche. Questa si contraddistingue per una torre angolare con finestre a bovindo, che è coronata da una cupola a cipolla con punte. Il tetto dispone di sei ulteriori abbaini, che a loro volta sono coperti da cupole a cipolla. Altri elementi neo-gotici si ritrovano negli archi tondi e a punta, che contornano le aperture di finestre e porte, e negli elementi di separazione della facciata, come lesene, contrafforti e trafori. Nella tromba delle scale c’è a sua volta un decoro trasversale in dominante Art Nouveau: dagli stucchi su soffitti e pareti, ai parapetti in filigrana di ferro e le mattonelle decorate, fino ai telai di porte e gli arabeschi che fungono da archi ornamentali.
Un ruolo importante lo giocava il simbolo del sole nella struttura architettonica sia esterna che interna. Questo si ritrova sparso sulla facciata, e all’ingresso, una testa di donna realizzata in pietra arenaria, con un girasole come copricapo, accoglie i clienti e gli ospiti della casa. Inoltre, c’è anche una meridiana in uno dei due timpani sotto al tetto.
L’edificio, con la sua tromba delle scale conservata in originale vale come esempio importante dello sviluppo degli interni di Baden-Baden.
Situazione strutturale all‘acquisizione
Al momento dell’acquisizione, era evidente che doveva essere eseguito un risanamento generale. La facciata visibile in pietra arenaria era friabile e screpolata dalle penetrazioni di umidità e dai massicci danni da gelate. I piani sottostanti e i locali cantina presentavano danni altrettanto gravi alla muratura, come ad esempio incrostazioni saline. Il tetto, in parte realizzato in ottone e tegole e le torrette in rame erano parimenti in uno stato di rovina. Inoltre, parti di soffitti nei singoli piani non erano più utilizzabili a causa della rottura delle travi portanti.
Dopo i chiarimenti con l’ufficio edilizio locale e la tutela dei monumenti, si è finalmente potuto iniziare nel 2015 il restauro vero e proprio per mettere in sicurezza l’edificio. Cinque mesi dopo, costruttori, artigiani e restauratori sono riusciti a riportare lo storico immobile sulla Sonnenplatz al suo antico splendore. Nella primavera 2016, i numerosi lavori di risanamento sull’edificio sotto tutela dei monumenti erano finalmente terminati. Per la città di Baden-Baden e l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT, tuttavia, solo tre anni dopo si è verificata una grave tragedia, che ha comportato una battuta d’arresto per tutte le parti. Il 15 giugno 2019, l’edificio è stato gravemente colpito da un incendio, tale che praticamente sono rimaste in piedi solo le mura esterne. Ancora oggi, la causa dell’incendio rimane sconosciuta. Una nuova minaccia di perdere l’intera sostanza strutturale.
L’incendio si è sviluppato nella zona del tetto e ha distrutto grandi parti dell’edificio. L’intera capriata e l’ultimo piano sono andati completamente bruciati. I danni delle fiamme avevano iniziato a diffondersi ai piani inferiori, dove però i danni maggiori sono derivati dall’acqua degli impianti antincendio. In sintesi, si potrebbe dire che le pareti esterne in pietra arenaria sono rimaste come testimonianza silenziosa del tragico incendio. Tuttavia, anche queste hanno minacciato di crollare. Dopo le prime misure di sicurezza statica e un drenaggio tuttora in atto dei danni causati dall’acqua antincendio, l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT si dedicherà comunque con grande impegno ad un nuovo e completo restauro.
CONDIZIONE STRUTTURALE AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE
Al momento dell’acquisizione, era evidente che doveva essere eseguito un risanamento generale. La facciata visibile in pietra arenaria era friabile e screpolata dalle penetrazioni di umidità e dai massicci danni da gelate. I piani sottostanti e i locali cantina presentavano danni altrettanto gravi alla muratura, come ad esempio incrostazioni saline. Il tetto, in parte realizzato in ottone e tegole e le torrette in rame erano parimenti in uno stato di rovina. Inoltre, parti di soffitti nei singoli piani non erano più utilizzabili a causa della rottura delle travi portanti.
Dopo i chiarimenti con l’ufficio edilizio locale e la tutela dei monumenti, si è finalmente potuto iniziare nel 2015 il restauro vero e proprio per mettere in sicurezza l’edificio. Cinque mesi dopo, costruttori, artigiani e restauratori sono riusciti a riportare lo storico immobile sulla Sonnenplatz al suo antico splendore. Nella primavera 2016, i numerosi lavori di risanamento sull’edificio sotto tutela dei monumenti erano finalmente terminati. Per la città di Baden-Baden e l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT, tuttavia, solo tre anni dopo si è verificata una grave tragedia, che ha comportato una battuta d’arresto per tutte le parti. Il 15 giugno 2019, l’edificio è stato gravemente colpito da un incendio, tale che praticamente sono rimaste in piedi solo le mura esterne. Ancora oggi, la causa dell’incendio rimane sconosciuta. Una nuova minaccia di perdere l’intera sostanza strutturale.
L’incendio si è sviluppato nella zona del tetto e ha distrutto grandi parti dell’edificio. L’intera capriata e l’ultimo piano sono andati completamente bruciati. I danni delle fiamme avevano iniziato a diffondersi ai piani inferiori, dove però i danni maggiori sono derivati dall’acqua degli impianti antincendio. In sintesi, si potrebbe dire che le pareti esterne in pietra arenaria sono rimaste come testimonianza silenziosa del tragico incendio. Tuttavia, anche queste hanno minacciato di crollare. Dopo le prime misure di sicurezza statica e un drenaggio tuttora in atto dei danni causati dall’acqua antincendio, l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT si dedicherà comunque con grande impegno ad un nuovo e completo restauro.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
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UTILIZZO FUTURO
L’edificio verrà nuovamente utilizzato come casa residenziale e commerciale. Al piano terra si trova una torrefazione con attività di vendita propria.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
La Villa Kettenbrücke ha subito dagli anni ’50 costanti cambiamenti di proprietà. Inizialmente, fu acquistata da un agronomo di Münster, dopo la fine della seconda guerra mondiale, che la vendette nel 1959 ad una società per azioni del Liechtenstein. A metà degli anni ’80, la villa passò ad una società immobiliare, che fece realizzare ampi restauri e, inoltre, voleva far costruire garage e posti auto nel cortile interno. Tuttavia, i progetti finirono in fumo. Nel frattempo, l’edificio servì sempre di più da set cinematografico, finché nel 2011 venne finalmente acquisito da un oligarca russo, il quale rese sfitto l’edificio fino ad allora abitato in una prima iniziativa ad uso privato. Il nuovo proprietario prevedeva di far riorganizzare l’immobile soggetto a tutela, progettandolo come sede di rappresentanza per lui e la sua famiglia, dove trascorrere la vecchiaia. Tuttavia, questa iniziativa non si realizzò e il nuovo proprietario perse a quanto pare l’interesse per l’investimento. Conseguenza ne fu che sei anni di abbandono portarono ad ulteriore incuria; oltretutto, venditori ambulanti sostavano sempre più spesso nella villa, deturpando in parte i locali e in inverno accendendo falò al piano terra. Si arrivò più volte al vandalismo, tra cui ad esempio vetri rotti o porte sgangherate. Preoccupati dello stato di desolazione, alla fine i vicini contattarono l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT, sperando in un’inclusione di Villa Kettenbrücke nel portfolio dell’organizzazione. Tramite un intermediario, si riuscì finalmente a contattare il proprietario e a comprare l’immobile nel febbraio 2019.
STORIA
Originariamente progettata, nel 1888, per l’albergatore di Baden-Baden, Paul Riotte, e sua moglie Mathilde Silberrad, “Villa Kettenbrücke” fu costruita dai fratelli architetti Vetter. Il completamento venne però alla fine eseguito nel 1902, per un nuovo committente, il rinomato veterinario e naturalista August Lydtin (1834-1917). Tuttavia, la storia della splendida villa d’epoca risale già al 1826. Prima della ricostruzione nel 1902, l’edificio aveva un solo piano, e inoltre la stilistica architettonica cambiò notevolmente durante la ricostruzione.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, la villa fu però adibita all’affitto. Qui alloggiavano principalmente persone di alto rango sociale, come ad esempio Dorotea di Frankenberg e Ludwigsorf, l’assessore giudiziario Hermann Grote, il consigliere governativo Max Timme o il tenente generale Theodor Stengel.
In questo periodo, l’edificio sul parco Lichtenthaler-Allee fu per giunta testimone di un lugubre capitolo della storia tedesca. Dal 1923, vi alloggiò Emilia Barbara Greiner (1882-1940) in affitto. Nel frattempo, le fu diagnosticata la paranoia. Il tempo della sua vita lo trascorse in diverse case di cura e manicomi, finché, nel 1940, venne ‘trasferita’ nel centro per l’eutanasia Grafeneck a Gomadingen, nella circoscrizione territoriale del Baden-Württemberg di Reutlingen. Lì, venne uccisa l’11 novembre dello stesso anno nel contesto dell’Aktion T4. L’Aktion T4 era la denominazione divenuta comune per lo sterminio metodico di più di 70.000 persone affette di malattie fisiche, psichiche e spirituali in Germania, tra gli anni 1940 e 1941, che era sotto la direzione del dipartimento centrale T4. Il compito della presunta autorità era l’organizzazione e l’attuazione della “eutanasia” su adulti e “eutanasia di detenuti”. Queste uccisioni facevano parte dello sterminio dei malati all’epoca della dittatura nazionalsocialista, sotto cui fino al 1945 più di 200.000 persone caddero vittime.
Oggi, una ‘pietra d’inciampo’ posata a terra, una lapide in ottone a forma di testa, giace davanti all’ingresso di Villa Kettenbrücke, a ricordo del tragico destino della vittima dell’eutanasia Emilie Barbara Greiner.
ARCHITETTURA
L’imponente villa a due piani, intonacata, rifinita in pietra arenaria, con torrette angolari, che è dotata di una lanterna, si contraddistingue per le ringhiere in ferro battuto dei balconi. La villa possiede in direzione nord un timpano in stile tardo Classicismo. Particolarmente sorprendente è la struttura bipartita dell’immobile, per cui ad esempio risaltano in modo peculiare i due piani e mezzo grazie all’alto tetto mansardato con i suoi numerosi abbaini a botte.
La facciata che dà su via Maria-Viktoria-Straße risalta per una semplice linearità con ingresso stretto e una rigorosa ripartizione delle finestre e della facciata.
Una certa giocosità si rivela sul lato giardino interno, caratterizzato da una scala a chiocciola in ghisa nell’area esterna, che sembra suddividere visibilmente le due ali dell’edificio. Di particolare ornamento sono tuttavia le enormi verande al pianterreno e i due piani superiori, le cui finestre dai vetri artistici sono impreziosite da viticci di orchidee botanicamente poetiche.
Peculiare è inoltre l’idilliaca posizione tranquilla della proprietà, circondata da alberi e corsi d’acqua. La villa si trova nelle immediate vicinanze del polmone verde e nota area commerciale di Baden-Baden, il Lichtenthaler-Allee, ed è dotata di una facciata orientale lato fiume.
L’interno dell’edificio è caratterizzato da numerosi pavimenti in parquet e in assi di legno, porte a battente e stucchi su pareti e soffitti, rivestimenti a cassettoni e pannelli in legno, preservati ancora allo stato originale, piastrelle a muro e mattonelle, massicci balaustre e portali e molti altri elementi decorativi, ancora preservati allo stato originale, che sono databili all’anno 1902.
CONDIZIONE STRUTTURALE AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE
Già negli anni ’30, iniziò il graduale declino della Villa Kettenbrücke. Secondo i documenti, già dal 1937 gli impianti elettrici erano stati classificati inadeguati e potenzialmente a rischio d’incendio, ed erano anche stati denunciati danni da umidità al pianterreno. La condizione dell’intero immobile da quel momento è diventata sempre più squallida. Al momento dell’acquisto da parte dell’EUROPEAN HERITAGE PROJECT nel 2019, la sostanza strutturale era in uno stato generale precario. Gli impianti elettrici e idrici non erano stati rinnovati da più di ottant’anni, il che non solo rendeva la casa inabitabile, ma rappresentava anche un pericolo, in quanto gli impianti erano rovinati e l’edificio non aveva nemmeno la messa a terra. Anche le pareti e la statica in generale sono in una condizione fatiscente. L’immobile dovrà pertanto essere dotato di nuovi servizi essenziali, una volta effettuati gli scavi. Nonostante lo stato fatiscente, è oltremodo notevole che il monumento storico si sia nel complesso conservato in gran parte, cosa che permette un completo restauro fedele all’originale, e rende solo marginale la necessità di ricorrere alle ricostruzioni sull’esterno. Al momento, la villa è suddivisa in dieci appartamenti in affitto. Presumibilmente, la ripartizione dovrà essere però riportata a sei, allo scopo di rispettare l’originale suddivisione storica degli spazi.
MISURE DI RISTRUTTURAZIONE
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UTILIZZO FUTURO
Il piano terra e il secondo piano sono affittati come abitazioni. Il piano nobile al primo piano e le aree esterne vengono utilizzati per eventi culturali e presentazioni artistiche.
Videobeiträge:
Das European Heritage Project führt die Villa Kettenbrücke zurück zu altem Glanz
Baden-Badens Oberbürgermeisterin Margret Mergen im Gespräch mit Prof. Dr. Peter Löw
Das European Heritage Project erwirbt Schababerle-Haus in Baden-Baden
Kurator Peter Löw erklärt Grundsätze des European Heritage Projektes anlässlich des Richtfestes des Sonnenhofes in Baden-Baden