Il castello rinascimentale, con la sua costruzione unica di ispirazione mediterranea, è considerato la testimonianza più significativa della cultura nobile.
Situato in una posizione strategica sulla collina di Roßberg, il punto più alto tra Monaco e Aubsburg, il castello di Hofhegnenberg vanta una storia lunga e ricca. Esso è caratterizzato da una ragguardevole struttura complessiva, che comprende un giardino progettato dal famoso architetto paesaggista Peter Joseph Lenné, giardiniere imperiale presso la corte prussiana. Il castello rinascimentale, con la sua costruzione unica di ispirazione mediterranea, è considerato la testimonianza più significativa della cultura nobile dell’alto medioevo locale e fu anche la residenza dei duchi di Baviera-Monaco della casa di Wittelsbach, che in seguito sarebbe diventata la dinastia regnante bavarese. È soprattutto la cappella del castello, consacrata a Santa Maria, a rispecchiare i valori e lo spirito della regione.
Come una cripta segreta, rivela il mito di un miracolo che ha come protagonista l’icona della Beata Vergine Maria, che ancora oggi incorona l’altare della cappella. Secondo la leggenda, l’icona fu gettata nel fuoco dai soldati svedesi durante la devastante Guerra dei Trent’anni, ma le fiamme non la lambirono. In preda al panico, gli svedesi se ne andarono, e miracolosamente Hofhegnenberg fu l’unico castello della regione a salvarsi dalla ferocia bellica. Grazie a questo simbolo di speranza e alla leggenda che ne scaturì, il castello e la sua cappella diventarono un famoso luogo di pellegrinaggio. Ancora oggi questa storia straordinaria attrae centinaia di pellegrini, che partecipano a un sermone devozionale e in seguito alla processione di maggio in onore della Vergine.
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Con un piano progettuale di restauro e azioni immediate, il EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha potuto attuare le misure necessarie nel corso di un ciclo di ristrutturazione di sei anni, completato con successo nel 2014.
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Dopo 600 anni in nobili mani, l’ultimo proprietario aristocratico di Hofhegnenberg andò in rovina per una pessima gestione finanziaria. Nonostante i tentativi dell’ex proprietario di salvare casa e fortuna cedendo vasti appezzamenti di terreno – riducendo così drasticamente la proprietà di famiglia da ben 1000 ettari a miseri 5 ettari – e vendendo gran parte dei cimeli di famiglia inventariati, nonché le antichità del castello, il suo piano si rivelò futile. Alla fine, portò ad un’imponente ipoteca legale con l’ufficio erariale che già minacciava di depositare il pignoramento.
Al tempo dell’acquisizione del castello da parte dell’European Heritage Project, il disfacimento causato da umidità, gelo e muffa era più che grave. Ad esempio, l’ormai quasi inesistente impianto di riscaldamento nell’intera struttura edilizia risultava danneggiato dal gelo, con l’incombente minaccia di crollo dell’intera ala nord del castello. Nel caso dell’edificio della fattoria, il danno strutturale era in parte talmente avanzato, che era già fuori dalla preservazione fattibile, portando ad una sfortunata ma inevitabile demolizione di certe sezioni. Al momento dell’acquisizione, la sfida maggiore fu di salvare il più possibile della struttura del castello. Fu una gara contro il tempo e risultò necessario un intervento tempestivo per preservare castello e fattoria.
TENUTA: FATTI E CIFRE
Il Castello di Hofhegnenberg si trova sulla collina di Roßberg, a circa 40 chilometri a nord-ovest di Monaco e 20 chilometri a sud-est di Augusta. È situato ad est del villaggio di Seindorf, nella contea di Aichach-Friedberg, Svevia (Baviera). La proprietà misura in totale circa 5 ettari e comprende un parco adiacente di 3,5 ettari che circonda il castello e 1,5 ettari di terreno agricolo a nord-eSanta Il complesso edile del castello consiste di tre edifici maggiori, con tre torri aggiuntive, un edificio di accesso e una cappella adiacente, che formano l’unità principale, con uno spazio effettivo di 4.000 e uno di 2.500 metri quadrati di zona abitativa. Inoltre, un’unità edile identificata a nord-est è ricompresa nella proprietà: una fattoria del XIX secolo, con uno spazio effettivo di 10.000 metri quadrati.
STORIA
XIV secolo: Edificare un bastione
Si può ipotizzare che la costruzione dell’originale fortezza alto-medievale iniziò approssimativamente intorno agli albori del XIV secolo, quando la famiglia ministeriale Hegnenberg lasciò la propria motta castrale originale presso l’odierna Althegnenberg, a soli cinque chilometri da Hofhegnenberg. L’omonima famiglia Hegnenberg, molto probabilmente originaria della Svevia Superiore, apparve per la prima volta in un documento ufficiale alla fine del XII secolo, con Engelschalk e Hermann von Hegnenberg citati in elenco come vassalli del venerabile Casato di Welf. Gli storici ipotizzano anche che Hofhegnenberg fu molto probabilmente costruito per ordine del Casato di Wittelsbach, per servire da bastione e intimidazione contro il Vescovado di Augusta. Ironicamente, la prima registrazione scritta della vera fortezza risale al 24 ottobre 1354, in cui il cavaliere Winhart von Rohrbach lasciò in eredità diversi tratti di terra al regno asburgico, inclusi nove acri di terra situati al di là del ‘Borgo di Haegniberg’.
XV e XVI secolo: Da un secolo di amministrazione infruttuosa al Rinascimento della Cavalleria sotto Georg von Hegnenberg-Dux
Tra il 1399 e il 1540, Hofhegnenberg non era più sotto il governo della famiglia Hegnenberg, ma era invece passato come feudo da un custode, o padrone, ad un altro. E fu così che la fortezza andò pesantemente in rovina per l’epoca del ritorno di Georg von Hegnenberg-Dux (1509-1589) al dominio originale della sua famiglia nel 1542.
Georg von Hegnenberg-Dux arrivò all’onore e alla fama principalmente come cavaliere della Croce di Borgogna, ma fu celebrato come il ‘fervente giovane Georg’: si era già costruito una reputazione alla tenera età di quindici anni, per aver dimostrato notevole coraggio durante la Guerra Italiana del 1521-26. Più tardi, salvò il Sacro Imperatore Romano e Re di Spagna, Carlo V. (1500 – 1558), da un assalto nella battaglia su La Goulette, permettendo così la Conquista Cristiana di Tunisi nel 1535. Tuttavia, prima che Carlo V iniziasse dichiarare guerra contro la Francia, Georg richiese il congedo dal servizio per tornare finalmente nella sua patria bavarese.
Al suo arrivo nel 1542, sposò una dama di corte, Wandula von Paulsdorf (? – 1551) e ricevette Hofhegnenberg come feudo da Guglielmo IV, Duca di Baviera (1493 – 1550) in persona. In qualche modo salace, Guglielmo IV e Georg non erano estranei, in quanto Georg era figlio illegittimo del Duca, una questione piuttosto delicata, ma fortunatamente gestita con discrezione ed equità. Quando Georg tornò sul campo di battaglia durante la Guerra di Smalcada nel 1547, servì ancora una volta con successo l’Imperatore Carlo V.
Avendo contribuito profusamente alla sconfitta degli avversari luterani, fu lautamente ricompensato da suo padre, il Duca di Baviera, e nominato governatore di Ingolstadt, a quel tempo la fortificazione strategicamente più importante della Baviera. In più, Georg fu insignito della prestigiosa onorificenza di Cavaliere dello Speron d’Oro nel 1554. Nel 1557, il progenitore della nobile famiglia di Hegnenberg-Dux poté finalmente completare il restauro del Castello di Hofhegnenberg e trasferirsi lì.
Costruita anch’essa nel corso del processo di ristrutturazione del XVI secolo, la cappella di Santa Maria oggi incarna il cuore pulsante del castello. Da una prospettiva storica generale, questa occupa uno spazio tra i vari passati della proprietà e il suo presente. Di certo, senza la cappella, a quanto pare, ci sarebbe un anello mancante e nessuna spiegazione di come Hofhegnenberg si trasformò da un forte strategico ad un castello di rappresentanza.
Il successo di Georg von Hegnenberg-Dux raggiunse finalmente il suo culmine nel 1575, quando il fratellastro di Georg e successore al trono bavarese, Alberto V (1528 – 1579), lo elesse governatore permanente di Ingolstadt, garantendo a lui e ai suoi eredi maschi una proprietà terriera ereditaria. La casa di Hegnenberg avanzò così da vassalli ordinari ad alta nobiltà, grazie alla loro costante lealtà verso i loro governanti, un legame proibito e, naturalmente, l’abilità strategica e la cavalleria di Georg.
Oggi, un alto epitaffio in marmo rosso di Georg von Hegnenberg-Dux si trova nell’estensione sud di Santa Maria, l’adiacente cappella di Wilgefortis, costruita due secoli più tardi, nel 1751. L’epitaffio, che serve in memoria dell’integerrimo cavaliere, fu originariamente collocato in una chiesa francescana vicino Monaco e fu spostato durante il diciannovesimo secolo a Hofhegnenberg. È circondato da un’edicola rinascimentale e presenta il patriarca defunto del Casato di Hegnenberg in una posa fiera e vigorosa, con un braccio sul fianco, con indosso un’armatura completa.
XVII secolo: La Guerra dei Trent’anni e come Hofhegnenberg divenne un sito di pellegrinaggio
Il 23 maggio 1618, due reggenti della casa reale di Boemia e il loro segretario furono defenestrati durante un’insurrezione protestante, che ebbe luogo nel municipio di Praga. Fortunatamente, i tre ufficiali sopravvissero ai 21 metri di caduta dal terzo piano. Questo particolare incidente è entrato negli annali della storia come la Seconda Defenestrazione di Praga e tragicamente segnò l’inizio del conflitto a sfondo religioso noto come la Guerra dei Trent’anni, combattuta tra la Lega Cattolica e l’Unione Protestante, e durata dal 1618 al 1648, devastando il Centro Europa.
Popolarmente nota anche come Schwedenkrieg (Guerra degli Svedesi), la Guerra dei Trent’anni divenne un periodo di spartiacque nella storia tedesca, in quanto decimò un terzo della popolazione. Fu una guerra che portò morte, miseria e devastazione, senza risparmiare nessuno. Il caos raggiunse le regioni tra Monaco e Augusta, dopo la capitolazione di Monaco nel 1632. In realtà, gli svedesi invasero e occuparono il Territorio di Brucker e di Wittelsbacher due volte – tra il 1632 e il 1634, come pure tra il 1646 e il 1648 – entrambe le volte lasciandosi dietro una scia di distruzione.
Nell’ambito di questo contesto, un incidente particolare, un miracolo, si dice sia capitato al Castello di Hofhegnenberg, nel distretto di Aichach-Friedberg. Sebbene non supportato da prova fattuale, è una tradizione tenuta in vita nella memoria della popolazione locale fino ai giorni d’oggi. La leggenda racconta la storia di una squadra di cavalieri svedesi, che si dice fossero arrivati a Hofhegnenberg durante una delle invasioni sopra menzionate. Gli uomini cuocevano del pollame rubato su un fuoco da campo che avevano acceso nella cappella di Santa Maria del castello. Uno dei cavalieri, si dice, prese l’immagine della Vergine Maria dall’altare e la gettò nelle fiamme del bivacco. Secondo la leggenda, l’immagine rimase tra le fiamme per tre ore. Ma calore e fuliggine non la danneggiarono, né l’annerirono affatto. Questo irritò il soldato a tal punto, che tirò fuori la Madonna dal fuoco e la gettò via con un’ingiuria blasfema. Ma d’un tratto, la sua rabbia si trasformò in panico. In un lampo, gli svedesi radunarono le loro cose e se ne andarono. Così, né la cappella né il castello furono danneggiati e miracolosamente divennero l’unico spazio della regione risparmiato dalla rovina della guerra.
La Madonna fu rimessa al suo posto designato, l’altare della cappella, dove si erge ancora oggi. Il racconto di questo miracoloso evento si sparse subito oltre i confini di Hofhegnenberg e portò il castello e la sua cappella a diventare un rinomato luogo di pellegrinaggio.
L’icona gotica della Santa Vergine Maria forma il centro della pala d’altare della cappella e risale alla seconda metà del XV secolo. Ritraendo la Madonna seduta incoronata da un’aureola barocca, ampliata nel XVIII secolo e decorata con puttini seduti su nubi cumuliformi, l’arcata conclusiva dell’altare incornicia l’immagine iconica. Lo stesso dossale è del 1739. Le figure adiacenti sull’altare, che dipingono San Giorgio e San Nicola, furono entrambe create dall’iconografo bavarese Bartholomäus Kriechbaum (1643 – 1692) durante il XVII secolo.
Gli affreschi barocchi che decorano il soffitto della cappella – risalenti al 1740 circa – illustrano la storia di Santa Maria come sito di pellegrinaggio, e dipingono la leggenda del miracolo avvenuto durante la Guerra dei Trent’anni.
XVIII secolo: Pace e prosperità al Castello di Hofhegnenberg
Situato sulla collina di Roβberg – il punto più alto a metà strada tra Monaco e Augusta – il Castello di Hofhegnenberg è visibile ad un osservatore da sud-ovest, elevandosi sopra le sue proprietà circostanti, con una fattoria alla base del castello e un piccolo villaggio e alcune case rurali sul davanti. Lo scenario generale è idilliaco, con campi e alberi ordinati fin dove l’occhio può arrivare. Il castello stesso è protetto, in perfetta simmetria, sul suo fronte occidentale e, in dimensioni più piccole, su quello orientale, da due gruppi di alberi ben distribuiti – l’unità più grande forma un parco, con un piccolo giardino dotato di un padiglione al centro – chiuso da un modesto fossato che concede sia al proprietario del castello che ai passanti una veduta indisturbata e illimitata della residenza e del rigoglioso maniero.
La facciata a graticcio del castello si scorge da lontano. La veduta frontale invita lo spettatore ad ammirare il portale d’ingresso, incorniciato da due torri decorative, che lasciano apparire l’alto campanile, proprio dietro al portale d’ingresso, un po’ meno austero. Il complesso dell’edificio è dominato in generale da strutture rettangolari, che comprendono cinque unità abitative con tetti a due falde, tutti diversi in altezza, dando così una piacevole impressione pur senza compromettere la generale nitidezza dell’architettura. In più, oltre all’impressionante campanile, il retro del castello è caratterizzato da altre due torri, la sinistra delle quali è coronata da un tetto a forma di cipolla – caratteristico delle regioni di lingua germanica vicine alle Alpi – e notevolmente più alta della sua più timida gemella sulla destra. Questa breve descrizione di un ambiente pittoresco non si basa su un luogo reale in sé ma su un’antica raffigurazione di tre secoli fa del Castello di Hofhegnenberg risalente al 1701. Questa raffigura le fondamenta del castello viste dagli occhi di Michael Wening, un incisore della corte bavarese (1645 – 1718).
Sembra altamente improbabile che il lavoro di Wening sia una raffigurazione storicamente fedele, e dovrebbe pertanto essere piuttosto considerato ironico. Wening era appassionato dell’uso di varie tecniche, che oggi descriveremmo come melange o pastiche, quando tentò di fondere differenti angoli e prospettive in una singola immagine. Ma non erano l’inganno o il perfezionismo irrealistico a motivarlo, come potremmo ipotizzare se discutiamo sul fotomontaggio, ad esempio. Piuttosto, il suo processo creativo cadde vittima di tagli finanziari che costrinsero l’incisore a combinare in qualche modo fatto e finzione. Il risparmio di tempo e denaro era necessario, perché la realizzazione di incisioni in rame non richiedeva solo tempo ma anche alti costi materiali. Di conseguenza, lui doveva apportare quanti più aspetti, angoli e sfaccettature possibili in una sola incisione, una singola immagine. Questo compito implicava più creatività ed immaginazione dell’artigianato semplice.
Quanto all’origine storica e all’importanza dell’incisore di rame Michael Wening, c’è un evidente dettaglio fondamentale da menzionare. Quando il Duca Max Emanuel II (1662 – 1726) commissionò la topografia della Baviera, non lo fece solo per studi regionali e culturali, aveva in mente qualcosa di diverso: promuovere la Baviera altrove, mostrando la ricchezza del paese. Dato che vaste aree del Centro e Nord Europa portavano ancora i segni della distruzione e desolazione dalla Guerra dei Trent’anni (1618 – 1648), era essenziale convincere artisti di talento, allievi, artigiani e anche ricchi investitori. Lo sviluppo economico e politico della Baviera doveva andare avanti, quando altri stati ancora non si riprendevano. Per questo scopo, un catalogo illustrato dettagliato era senza dubbio più convincente di quanto un qualsiasi opuscolo elaborato potesse mai essere. E posti come Hofhegnenberg, con il suo magnifico castello a base quadrangolare, rappresentava perfettamente l’idea fondamentale dietro al progetto di Max Emanuel.
Tranne per l’inizio delle Guerre di Coalizione d’Europa contro la Francia Rivoluzionaria e Napoleone, che in realtà lasciò la Baviera fondamentalmente intatta fino al 1779 grazie alla politica di neutralità del ducato, si può dire in breve che il XVIII secolo fu un periodo in generale tranquillo, provvidenzialmente pacifico per il Castello Hofhegnenberg, culminando alla fine con la nomina del ramo Dolling dei signori di Hegnenberg a Conti Imperiali nel 1790. In quello stesso anno, il portale d’ingresso occidentale fu trasformato in stile neogotico, e questo fu in realtà l’ultimo cambiamento significativo effettuato al nucleo centrale dell’edificio.
XIX secolo e oltre: Sotto l’incantesimo della Rivoluzione Francese
Napoleone Bonaparte (1769 – 1821) e le Guerre di Coalizione, che iniziarono nel 1792 e durarono fino al 1815, lasciarono chiaramente il loro segno sulla Baviera e Hofhegnenberg. Profondi cambiamenti seguirono dopo che Massimiliano IV (1756 – 1825) e Napoleone decisero di formare un’alleanza amichevole tra Baviera e Francia nel 1801.
D’altra parte, nel 1802, Massimiliano, Duca di Baviera – che era fortemente influenzato dall’Illuminismo – iniziò la secolarizzazione nazionale del paese sotto gli auspici del suo ministro progressista Massimiliano von Montgelas (1759 – 1838). Questo portò alla dissoluzione e alla espropriazione di tutti i monasteri e abbazie, nonché di molte altre istituzioni ecclesiastiche. Le conseguenze della secolarizzazione portarono una delle più forti svolte nella storia bavarese. Questa decisione miliare non risparmiò Santa Maria – cappella del Castello di Hofhegnenberg – e così la sua importanza cessò quasi in una sola notte, ponendo fine alla sua storia secolare come luogo di pellegrinaggio.
D’altra parte, l’alleanza con la Francia Napoleonica promosse la Baviera da Ducato a Regno, nel 1806. Questo, a sua volta, innescò l’espansione del dominio della regione con l’annessione dei territori di Svevia, Franconia e parti del Palatinato, e la proclamazione del Duca Massimiliano a primo Re di Baviera.
Anche il giardino del castello riflette lo spirito egualitario ed illuminato che avrebbe dominato Hofhegnenberg durante i suoi ultimi fiorenti 100 anni, quando la decadenza barocca alla fine si fece spazio per una serenità più sublime, ispirata dalla natura.
La maggior parte dei cambiamenti al paesaggio furono attuati dall’architetto paesaggista del diciannovesimo secolo, Peter Joseph Lenné (1789 – 1866), ex protetto di Friederich Ludwig von Sckell (1750 – 1823), l’ingegnoso creatore di uno dei più grandi parchi urbani del mondo, il Giardino Inglese di Monaco. Tuttavia, Lenné era una mente prodigiosa di per sé, che non solo perfezionò l’arte della concettualizzazione del giardino ma sviluppò una propria firma unica reintroducendo le più rigide geometrie francesi nei suoi progetti e smorzandole con scenari idilliaci e naturalistici. Alla sola età di 26 anni, Lenné fu chiamato alla corte prussiana dal Re Federico Guglielmo III (1770 – 1840) e più tardi divenne persino Ingegnere dei Giardini Imperiali.
Durante la sua carriera, realizzò progetti quali la creazione dello Zoo di Berlino e la riconcettualizzazione del Sanssouci. Ma soprattutto, a Lenné fu commissionato di rimodellare e aggiungere spazi verdi dentro e intorno a Potsdam e Berlino. Lenné rivoluzionò gli ambienti urbani e la ricreazione come nessuno dei suoi colleghi europei e ancora oggi rimane uno spirito guida nell’ispirare i paesaggisti contemporanei. Con un’area di 5 ettari, il Castello di Hofhegnenberg è un progetto di dimensioni relativamente piccole nell’ambito della sua opera, essendo inoltre uno dei suoi primi lavori. Il fascino del parco del castello di Hofhegnenberg è più sottile ma comunque eccezionale nel documentare lo sviluppo creativo di Lenné.
Uno degli ultimi illustri discendenti del ramo Hegnenberg-Dux, e proprietario del Castello di Hofhegnenberg, fu il politico bavarese Friedrich von Hegnenberg-Dux (1810 – 1872). Seguendo i nuovi ideali europei sopra menzionati, che rivoluzionarono il clima filosofico e politico, egli servì come rappresentante del Consiglio Regionale Bavarese. Divenne inoltre primo presidente della Seconda Camera del Consiglio Regionale, dove rimase in carica fino al 1857. Sebbene nobile lui stesso, fu uno dei capi liberali del Consiglio Regionale e promosse fortemente una nuova linea politica nazionale. Questo spirito liberale lo ispirò alla fine a diventare membro del Parlamento di Francoforte, il primo governo liberamente eletto della Germania, istituito durante la Rivoluzione Tedesca del 1848-49. Dopo il suo ritiro, fu nominato segretario di stato della Baviera e Primo Ministro nel 1871, e conservò questa posizione fino alla morte, nell’anno seguente.
Attraverso il matrimonio di Otto Barone von Gebsattel (1855 – 1939) con l’ultima discendente del lignaggio, Contessa Franziska von Hegnenberg (1848 – 1868), i Gebsattel divennero i signori e proprietari del Castello di Hofhegnenberg nel 1902.
Nel corso della storia, il popolo dell’Hofmark del castello – un tipo particolare di proprietà feudale a livello regionale – fu frequentemente colpito da povertà. Un numero significativo di persone erano in stato di necessità e, con un numero crescente di mendicanti come conseguenza, si affidarono fortemente alla benevolenza del signore locale. Piuttosto interessante, ciò che differenziò le dinamiche politiche delle divisioni amministrative dell’Hofmark in Baviera dai rami di Salisburgo e Austria del Sacro Romano Impero, fu l’Elettorato di Baviera.
A differenza dagli altri due sistemi feudali, l’Elettorato di Baviera contava meno sui feudi e più sulla reciproca fiducia e un’amministrazione sistematica. La Baviera era leggermente ‘esotica’, in quanto più della metà del territorio non apparteneva direttamente agli stessi Duchi di Baviera. Questo portò ad una distribuzione piuttosto liberale delle responsabilità e in tal modo fece della nobiltà locale i governanti ufficiosi delle loro terre amministrate, garantendo loro autonomia indiretta. La cura di Hofmark della povertà era per lo più non istituzionale; per esempio, dare elemosina era una pratica molto comune per i signori di Hegnenberg-Dux in collaborazione con il clero locale, durante i secoli XVIII e XIX, perché cercavano almeno di continuare a tenere sotto controllo il numero crescente di mendicanti. Conformemente, i Baroni di Gebsattel parteciparono alla storia di Hofmark piuttosto seriamente e tesero ad incorporare la carità nelle loro azioni quotidiane. Questa tradizione fu mantenuta dagli ultimi proprietari, che stabilirono un mercato di biscotti di beneficenza durante le festività.
COSE DA SAPERE E CURIOSITÁ
La Sala degli Stemmi
Il vero colpo d’occhio è la sua sala degli stemmi, che è stata interamente ripristinata. La sala stessa fu realizzata nel XVII secolo, con le ultime modifiche intraprese nel 1752. Situata nell’ala sud del castello, a metà strada tra il primo e secondo piano, proprio sopra alla cappella, le mura della sala sono coperte di rivestimenti in legno interamente dipinti con vivaci colori da pavimento a soffitto. Il cronogramma storico raffigura quasi 200 armature di famiglie nobili regionali ed europee, ma alcune corazze fittizie sono state inoltre aggiunte allo schema, probabilmente per conferire al signore un’aria più esotica e cosmopolita. Dall’aspetto stravagante ed elaborata nell’illustrazione, la sala è la quintessenza dell’arredo interno rappresentativo della nobiltà, auto esaltazione e savoir vivre. Senza dubbio, è una stanza che oggi serve da portale vivente sulla storia. Eppure, la sala degli stemmi non fu mai intesa soltanto a compiacere l’occhio dei curiosi. In realtà, era una convenienza amministrativa, in quanto serviva da anticamera all’aula di tribunale del Niedergerichtsbarkeit, o bassa giustizia. La bassa giustizia teneva udienza ogni giorno per azioni civili e reati minori, generalmente risolti con sanzioni o leggere punizioni corporali. Era di solito presieduta da autorità minori, o signori di un maniero, che fungevano da giudici su servi della gleba e servitori.
Michael Wening
Simile alla sua illustrazione di Hofhegnenberg, Wening creò circa 1000 vedute delle città, castelli e monasteri della Baviera per la topografia in quattro volumi, Historico-topographica descriptio Bavariae, per conto di Maximilian II Emanuel (1662 – 1726), Principe Elettore di Baviera. Le incisioni dell’antologia, che furono create tra il 1701 e il 1726, sono state accompagnate da descrizioni testuali composte dal contemporaneo di Wening, Ferdinand Schönwetter, un prete gesuita. Per gli studenti di oggi, la Historia-topographica descriptio Bavariae è un’opera magna cruciale per comprendere lo sviluppo del campo della topografia. Ciononostante, il lavoro artistico di Wening guadagnò importanza non solo in base alla sua topografia, ma anche per le sue meticolose interpretazioni dello stile di vita bavarese all’alba del XVIII secolo. Il suo petit genres ha ritratto la vita oltre i limiti dello status sociale, dal mendicante al nobiluomo, riproducendo equamente vita di città e vita di campagna.
Alla luce dell’importanza storica di Michael Wening, è fondamentale menzionare che una copia dell’Historico-topographica descriptio Bavariae è essa stessa parte della collezione del castello. Paragonando la condizione attuale del castello con il suo aspetto intorno agli anni del 1700, ci sono particolari cambiamenti nel paesaggio visibile: il giardino, che include il suo padiglione – il cui restauro è programmato per il prossimo futuro –, l’esteso bastione che circonda l’area del castello, la rigida geometria e la teatralità barocca, il tutto creando spazio per un’informalità nitidamente strutturata ispirata dalla natura. La popolazione arborea originale è conservata, e i sentieri storici sono stato ora ripristinati, dando ai residenti del castello l’opportunità di fare lunghe e gradevoli passeggiate. Parti delle vecchie volte del bastione, lavori di sterro e ridotte sono ancora esistenti. La fattoria di forma rettangolare è stata spostata da sud-est a nord-est, e gran parte dei suoi edifici ora risalgono al diciannovesimo secolo.
Antichi cimiteri
I sotterranei del castello di Hofhegnenberg offrono molti misteri ancora da svelare. Per lungo tempo, si è creduto che i monticelli livellati situati nella parte sud della proprietà potrebbero essere antichi cimiteri. Un indizio importante, o un’ulteriore ragione plausibile, per questa ipotesi è il fatto che sono coperti da vecchi alberi di tiglio, e il tiglio era sacro per i teutoni ed è spesso presente nei cimiteri. Come chiaro segno di rispetto e distinzione, era inoltre caratteristico per le sepolture tra le tribù germaniche quando seppellivano i loro membri più importanti, come capi o druidi, sotto enormi tumuli funerari in camere sepolcrali sotterranee. Spesso, i corredi funerari venivano sepolti insieme al defunto, come cibo, doni preziosi, abiti, gioielli e armi. Indagini con il georadar hanno alla fine fornito le informazioni necessarie per provare o rettificare questa teoria, senza danneggiare o anche compromettere la sostanza ereditaria esistente o eventuali tesori archeologici sepolti. In realtà, non sarebbe improbabile che questa teoria possa essere corretta, in quanto i reperti archeologici nella zona dell’attuale distretto di Aichach-Freidberg provano che questo territorio è stato abitato per almeno diecimila anni. Inoltre, è stato documentato che le tribù germaniche degli Alemanni e dei Bavaresi si insediarono in questo territorio verso la fine del V secolo e gli inizi del VI secolo con la fine del governo romano sulla provincia di Raetia.
Il vecchio birrificio e i passaggi segreti
La fattoria annessa al castello, che in precedenza era situata sul lato ovest della proprietà, fu ricostruita nel XIX secolo sul lato nord ed ampliata. Il motivo di questo riposizionamento della fattoria potrebbe essere dipeso dal devastante incendio del 1877 nell’ex birrificio, che si trovava ad ovest. L’incendio fu inoltre decisivo per la fondazione del dipartimento antincendio locale in quello stesso anno. Molte volte e sale sotterranee si celavano dietro l’attuale edificio della birreria, estendendosi per due piani sottoterra e superando di gran lunga le capacità di immagazzinamento necessarie anche per i birrifici più grandi, motivo per cui esistono ancora teorie intorno ad una sospetta fabbrica di munizioni nazista. Continua ad esistere anche un esteso sistema di tunnel con vie di fuga nascosto sotto la fattoria, ma molte parti di questi corridoi non sono più accessibili, in quanto o sono crollati o sono stati murati. Esperti locali hanno speculato a lungo che questi passaggi segreti in origine portassero alla vicina Althegnenberg o addirittura si estendessero oltre fino a Kissing vicino ad Augusta, cioè ad una distanza di 14 chilometri. Non sorprende che questi segreti e misteri abbiano fatto credere a tanti di aver visto un fantasma sottoforma di donna bianca che infesta gli angoli ventosi di questo enorme sistema di passaggi e seminterrati.
ARCHITETTURA
Struttura generale
Gli storici credono che Hofhegnenberg fu molto probabilmente eretto dalla famiglia nobile di Wittelsbach e che fu ufficialmente documentato per la prima volta nel 1354. Due secoli dopo, la fortezza originariamente medievale venne rimpiazzata da un castello a base quadrangolare. Specialmente nel suo aspetto rinascimentale, è un elemento più tipico dei paesaggi mediterranei; non è solo una costruzione atipica per la regione, ma anche assolutamente unica nel distretto di Aichbach-Friedberg, Svevia. Lo stesso mostra la transizione da fortezza strutturata per la difesa a castello orientato a dimora domestica, che non aveva più fortificazione e protezione come suo unico scopo, ma anche quello di creare spazi sociali interni progettati con raffinatezza.
Il Castello di Hofhegnenberg è caratterizzato da una notevole struttura generale, con un intrigante insieme architettonico composto di elementi stilistici che vanno dal Medioevo al Rinascimento, Barocco e persino Neogotico. Ci sono diversi elementi all’interno del complesso edilizio, che risalgono addirittura al XVI e XVII secolo, come gli stemmi scolpiti nella pietra della nobile famiglia Hegnenberg, che decorano diverse aree della facciata. Uno di questi si può trovare nel cortile interno, accanto al portale in legno massiccio che conduce alla cappella di Santa Maria, incorporato nell’ala nord del castello. Questa particolare tavoletta di pietra risale o al 1623 o al 1628, cosa che non può essere chiaramente determinata a questo punto, in quanto le incisioni sono diventate troppo erose per permettere una lettura inequivocabile.
Il complesso principale a quattro ali del castello è dominato in generale da strutture rettangolari, e comprende 5 edifici con tetto a due falde, tutti diversi in altezza, con un campanile che si erge su tutte le altre strutture e un portale d’ingresso neogotico modificato ad ovest, incorniciato da due torri più corte, una delle quali è sormontata da una cupola a cipolla. La fattoria adiacente era un tempo collocata sul lato ovest della proprietà, ma fu spostata e interamente ricostruita durante il XIX secolo a nord, dove si trova ancora oggi.
Come sopra menzionato, Hofhegnenberg fu modificata da fortezza a castello, cosa che accadde dopo che Georg von Hegnenberg-Dux ricevette il maniero come feudo nel 1542. Il restauro del castello fu finalmente completato nel 1557. Dettagli di questo periodo si possono ancora ritrovare nell’intera architettura del castello. Analisi dendrocronologiche della struttura in legno del tetto potrebbero provare che la sua struttura risale alla metà del XVI secolo, quindi attestarne la sua originalità.
A parte il complesso del castello, lo stesso giardino circostante del XIX secolo presenta un sito del patrimonio. Concettualizzato da Peter Joseph Lenné, Ingegnere del Giardino Imperiale alla corte di Prussia e prodigioso architetto paesaggistico, e con un’area di 5 ettari, si tratta di un progetto relativamente piccolo e più sottile nell’ambito della sua opera artistica, ma comunque documenta il suo stile unico nella combinazione di rigide geometrie francesi con scenari idilliaci e naturalistici. Si programma di ricostruire un monoptero barocco, come raffigurato nelle incisioni in rame di Michael Wening, nelle immediate vicinanze del maneggio.
Cappella di Santa Maria
Ex sito di pellegrinaggio della cappella di Santa Maria, che fu originariamente costruita nel corso del processo di ristrutturazione del XVI secolo, serve oggi da collegamento tra i diversi periodi di costruzione ed epoche stilistiche di Hofhegnenberg. Situata al piano terra dell’angolo sud-est del castello, la sala della cappella di forma quadrata misura 10 x 10 metri, con un pilastro centrale e quattro volte a crociera sovrastanti. Tuttavia, l’icona gotica che raffigura la Vergine Maria – che dà anche il nome alla cappella – che forma il centro del luogo sacro coronando il suo altare, rimane, nell’essenza, la caratteristica più antica che si trova a Hofhegnenberg. L’origine della Madonna è stata stimata attorno alla seconda metà del XV secolo, e un’aureola d’oro barocca, chiamata dossale, fu aggiunta nel 1739. Risalente ad un periodo in cui la cappella di Santa Maria era un importante e rinomato sito di pellegrinaggio, vi si trova anche un’eccezionale collezione di abiti liturgici, corone e scettri del XVIII secolo, che sono ancora usati per vestire l’icona nelle varie festività cattoliche.
Inoltre, gli oggetti liturgici, sacri – vasa sacra – e secolari – non sacra – che sono utilizzati durante la Santa Messa a Santa Maria, come ad esempio un ostensorio, un calice e un incensiere, sono parte dell’inventario originale del XVIII secolo. La cappella barocca colpisce per gli elementi dalla decorazione a raggiera in fogli d’oro del suo altare e dei singoli ornamenti, equamente distribuiti in tutta la sala. La pala d’altare è decorata con otto puttini seduti su nubi cumuliformi, mentre l’arcata conclusiva dell’altare incornicia l’icona della Madonna. Ci sono due figure in legno a dimensione intera su entrambi i lati dell’altare, che rappresentano San Giorgio e San Nicola, entrambe create dall’iconografo bavarese Bartholomäus Kriechbaum. Il creatore di una scultura barocca che raffigura l’arcangelo Michele sul lato sinistro dell’altare, come pure l’artista che incise l’iconografia di un Cristo crocifisso, con le stigmate e martirizzato, che pende dalla parete opposta all’altare, sono entrambi sconosciuti. Gli affreschi che decorano il soffitto della cappella, datati circa nell’anno 1740, illustrano la storia di Santa Maria come sito di pellegrinaggio, e ritraggono la miracolosa leggenda della Madonna di Hofhegnenberg durante la Guerra dei Trent’anni. L’adiacente cappella di Wilgefortis, costruita nel 1751, due secoli dopo la cappella principale, ospita un epitaffio in marmo rosso di Georg von Hegnenberg-Dux, circondato da un’edicola del Rinascimento. L’epitaffio era in origine collocato in una chiesa francescana vicino Monaco, ma fu spostato durante il diciannovesimo secolo a Hofhegnenberg.
Tratti caratteristici
Il campanile, precedentemente crollato, nell’angolo sud ovest, rivela il bugnato originale alla base, mentre è visivamente separato dal resto della superstruttura da un giunto visibile che fu incorporato nella muratura a mattoni del campanile. Uno dei dettagli più intriganti che riguardano il campanile si trova nella parte bassa originale della costruzione, poiché fu costruito come palas, un edificio prestigioso che conteneva una grande sala situata al primo piano, molto simile all’aula romana, con pareti spesse più di due metri. Le arcate nel cortile, che guarda ad est, sono un’altrettanta testimonianza dello stile rinascimentale di Hofhegnenberg. Quattro grandi archi a punta sono supportati da semplici pilastri al piano terra dell’ala ovest, e il frontale con finestre al primo piano comprende sei archi tondi più piccoli, supportati da colonne toscane, che formano una galleria aperta. Un indaco sbiadito è stato selezionato per i sublimi e delicati ornamenti delle colonne e dei parapetti della galleria.
Conformemente alla protezione del monumento, l’ala ovest, con la sua sala dei prodi cavalieri, fu costruita durante il XVII secolo. Qui, lastre di pietra di Solnhofen – una regione calcarea risalente al Giurassico – formano ancora il materiale di base del pavimento originale, come su tutto il primo piano.
La pesante stufa verniciata di nero del XIV secolo al centro della sala è uno degli oggetti più antichi ritrovati in tutto il castello. Non è chiaro, però, dove si trovasse originariamente, in quanto precede la sala dei cavalieri di un secolo. Altri dettagli specifici del rinascimento che sono rimasti nella sala sono i montanti originali delle porte, come pure due armadi a vista tipicamente bavaresi del XVI secolo. Inoltre, esiste ancora un passaggio segreto che conduce dalla sala dei cavalieri alla sala degli stemmi, situata proprio sopra la cappella. La sala stessa fu realizzata durante il XVII secolo, con le ultime modifiche effettuate nel 1752. Le pareti della stanza sono coperte di rivestimenti in legno interamente dipinti con un cronogramma storico che raffigura quasi duecento delle più antiche armature delle famiglie nobili regionali ed europee, ma anche quelle fittizie che sono state aggiunte al disegno.
Due dipinti barocchi di Franz Joachim Beich (1666 – 1748), che si è distinto per la pittura di paesaggi e battaglie, appartengono ai pochissimi oggetti che si riuscì a salvare dall’inventario originale di Hofhegnenberg. Oggi, i dipinti decorano il ‘salone rosso’ nell’ala nord del castello e sono esibiti insieme ad altri lavori di Beich che l’European Heritage Project è riuscito ad acquistare ed incorporare nella sua collezione. Altri arredi originali – che l’ European Heritage Project ha avuto la fortuna di poter riacquistare – sono i due cannoni del XVIII secolo, che portano lo stemma di Hegnenberg-Dux, i quali sono ora in mostra nel cortile interno.
CONDIZIONE STRUTTURALE AL MOMENTO DELL’ACQUISIZIONE
Come sopra menzionato, quando l’ European Heritage Project ha acquistato Hofhegnenberg nel 2008, la proprietà era in una condizione di degrado. Tra le altre cose, la torre campanaria all’angolo sud-ovest del castello, era in frantumi, e il tetto della fattoria fatiscente. L’ala est della fattoria aveva subito danni irreversibili, tanto che è stato necessario buttare giù l’edificio accanto al vecchio birrificio. La generale trascuratezza ha quasi costretto a buttare giù anche uno dei contrafforti del castello, ma fortunatamente questo è stato salvato all’ultimo minuto.
Con l’umidità come causa principale dei danni, questo è stato l’ostacolo più grande da affrontare e gestire più rapidamente e attivamente possibile. Essenzialmente, l’umidità è riuscita a fare danni inimmaginabili per un periodo di due decenni, dato che le finestre del castello erano gravemente danneggiate e l’intero castello non era riscaldato; infatti, il riscaldamento, a parte due fornaci a olio, era inesistente. Insomma, si può dire che questi fattori abbiano causato un effetto valanga, in quanto il riscaldamento assente ha portato a muffa, gelo e danni idrici, che a loro volta hanno causato facciate distrutte, tubi idrici scoppiati e danni alla muratura, come la scheggiatura dovuta all’espansione dell’acqua ghiacciata, oltre ad aggravare le misere condizioni strutturali. In più, l’umidità in evaporazione ha causato ulteriore salinizzazione nella muratura. Non appena l’European Heritage Project ha iniziato il ciclo di abbondante restauro dell’edificio, è stato estremamente importante ricostruire la struttura originale del castello quanto più accuratamente possibile. L’importante ambizione era di preservare ed onorare la storia della proprietà – non di archiviarla o annientarla – conservandone diligentemente anche i più piccoli dettagli.
INTERVENTI DI RESTAURO E DI CONSERVAZIONE
È stato compilato un rapporto dettagliato, che documenta l’esatta condizione di ogni singola stanza all’interno dell’edificio storico – prima e dopo il restauro – secondo le specifiche della gestione del patrimonio culturale. Durante il processo di ristrutturazione, è stata data attenzione ai più piccoli dettagli. Per esempio, gli scarichi difettosi nel cortile sono stati sostituiti da più adeguate grondaie in rame. Il sistema di scolo ricomprende anche un certo sfizio: gargoyle neogotici agli angoli, che sono abbastanza piccoli da non essere considerati una distrazione visiva. Dettagli semplici ma ingegnosi, fanno tutti la differenza nel riportare in vita il fascino signorile autentico della proprietà.
Elementi strutturali
Esami dendrocronologici di strutture in legno come travi del tetto, sono stati effettuati per determinare le datazioni esatte degli elementi e delle singole strutture. Questi non sono stati importanti solo per le stime storiche generali ma anche per garantire misure strutturali e di sicurezza più affidabili, per sapere con precisione dove, ad esempio, era necessario un muro di ancoraggio per ulteriore supporto. Questo si è dimostrato indispensabile durante la ricollocazione della cucina del castello in una scuderia. Originariamente formata da quattro stanze, le pareti interne furono rimosse per creare uno spazio più aperto. L’eccezionalità di una stanza unica, che in realtà aveva un soffitto più alto che raggiungeva il piano sovrastante, comunque è rimasta, e ora dà alla cucina un fascino distintivo. Rinforzi in acciaio sono stati installati nei supporti esposti per rinforzare ulteriormente la volta leggermente pericolante.
Sfortunatamente, uno degli edifici originali della fattoria non è stato possibile salvarlo ed è stato necessario buttarlo giù, a causa del tetto interamente collassato. La parte importante della fattoria è stata comunque ricostruita con successo, e ora ospita un maneggio con stalloni. Anche lo storico birrificio è stato ricostruito, con tetto a soffietto strutturalmente rinnovato nella sua interezza.
Tetto a soffietto
Il tetto a soffietto dell’unità principale è stato restaurato in un modo altrettanto elaborato come per l’edificio della fattoria. Parimenti, anche la stessa cancelleria è stata convertita per servire ad uno scopo più funzionale, ricomprendendo adesso appartamenti ammobiliati per ospiti nell’ala ovest del castello. Per l’espansione della capriata del tetto in quest’area, si è dovuto ampliare i lucernari o costruirne altri. Quattro unità sono state realizzate e adattate in accordo con la forma della capriata esistente. Ciascuna unità si estende oltre due piani e ora include uno spazio doccia individuale e impianti sanitari.
Riscaldamento
Ovviamente, sono state necessarie misure basilari generali di ristrutturazione – visibili a occhio nudo –, quali un completo rinnovamento della facciata e del tetto. Paragonando la precedente condizione esterna del castello con il suo nuovo aspetto, il cambiamento positivo è piuttosto ovvio. La facciata un tempo sbiadita e insulsa ora riflette luminosamente la luce ambientale esterna: un delicato beige caldo come tinta dominante e un ricco arancione bruciato per i dettagli che adornano le file restaurate degli elementi barocchi e rinascimentali del castello, cooperando in armonia con i nuovi tetti a due falde e a padiglione di un acceso rosso mattone.
Restauro
Ovviamente, sono state necessarie misure basilari generali di ristrutturazione – visibili a occhio nudo –, quali un completo rinnovamento della facciata e del tetto. Paragonando la precedente condizione esterna del castello con il suo nuovo aspetto, il cambiamento positivo è piuttosto ovvio. La facciata un tempo sbiadita e insulsa ora riflette luminosamente la luce ambientale esterna: un delicato beige caldo come tinta dominante e un ricco arancione bruciato per i dettagli che adornano le file restaurate degli elementi barocchi e rinascimentali del castello, cooperando in armonia con i nuovi tetti a due falde e a padiglione di un acceso rosso mattone.
Pavimentazione
La rinnovata sala dei cavalieri gioca un ruolo più grande nel ravvivare il fascino cavalleresco di tempi a lungo dimenticati. Qui, lastre di pietra di Solnhofen – una regione calcarea risalente al Giurassico – sono state mantenute come materiale originale per la pavimentazione, mentre le lastre rotte o mancanti sono state reintegrate. Durante il rinnovo del salone signorile, la principale preoccupazione è stata quella di alterare il meno possibile, tuttavia questo processo ha richiesto un po’ d’immaginazione, ossia l’installazione di riscaldamento a pavimento.
Porte e finestre
Gli antichi montanti delle porte sono stati mantenuti e conservati con tecniche artigianali, per preservare le porte originali, il che ha posto una sfida chiave, in quanto è stato particolarmente difficile conformarsi agli esistenti regolamenti antincendio. Per ordine della protezione dei monumenti, sono state installate ulteriori facciate finestrate, per preservarne i vetri originali. Nell’ambito di questo processo, è stato misurato l’esatto punto di rugiada per prevenire la condensa e mantenere i progressi già raggiunti, come ad esempio ridurre e, in parte, persino eliminare del tutto, la muffa.
Muratura
Uno degli interventi di restauro più impegnativi intrapresi durante la ristrutturazione del castello è stato il completamento del campanile rinascimentale distrutto all’angolo sud-ovest. È stato un impegno che l’European Heritage Project si è proposto di assumersi fin dal primo giorno, ma è diventato in realtà l’ultimo compito ad essere terminato. Alla fine, e in accordo con i vecchi progetti dell’edificio, il simbolo di potere perduto del castello è tornato, dopo il completamento, alla sua antica gloria, con una nuova livrea, nel 2012. Una soluzione elegante e ponderata per onorare il passato ha trovato la sua strada nella muratura in mattoni del campanile, rivelando il bugnato originale alla base, ma separandolo nettamente a livello visivo dalla nuova sovrastruttura tramite un giunto visibile. Mettendo in mostra il rammendo tra muratura vecchia e nuova, è stato creato un contrasto voluto, che serve positivamente da promemoria del temporaneo decadimento della torre.
Rispetto alla muratura, varie pareti interne danneggiate sono state necessariamente rimosse, alcune stanze sono state distrutte, mentre rinforzi in acciaio sono stati successivamente installati nei supporti esposti, per rinforzare ulteriormente le strutture fatiscenti, e le pareti interne sono state intonacate con isolante. La muratura in mattoni all’esterno ha avuto bisogno di una revisione generale, a partire dalla rimozione degli elementi fragili che sono stati in seguito ricostruiti, riparati e fortificati o interamente sostituiti con materiali originali.
Un’attenzione speciale è stata posta sulle arcate rinascimentali del cortile. Mentre i quattro grandi archi a punta supportati da semplici pilastri erano chiaramente visibili sulle scale dell’ala ovest, la finestra frontale al primo piano, proprio sopra, doveva ancora rivelare una bellezza nascosta. Sei archi tondi più piccoli, supportati da colonne toscane, che formano una galleria aperta, erano nascosti dietro a muri che erano stati tirati su successivamente. L’intera galleria è stata quindi scoperta e ricostruita, per rivelare di nuovo la galleria rinascimentale. Ora rifinita con ornamenti sublimi e delicati che ricordano la Cina tradizionale, le colonne e i parapetti della galleria finalmente fanno eco all’epoca d’oro del castello. L’indaco sbiadito accuratamente selezionato è un colore che riappare nella pittura delle porte del castello, creando un’immagine unificata e gradevole. La sala dei cavalieri signorili nell’ala ovest è stata anch’essa riportata alla sua condizione originale. La temporanea frammentazione in piccole stanze ed errata distribuzione potrebbero essere risolte rimuovendo pareti interne erette in aggiunta.
Conservazione (opere d’arte, artigianto, intonaco, affreschi, ecc.)
Registrazioni archeologiche e storiche che sono state raccolte durante il processo di restauro hanno permesso una precisa conservazione e ristrutturazione del materiale e le trame dei pavimenti, pareti dipinte originali, colorazioni, ecc. Grazie a queste elaborate procedure, la parte più complessa dell’intero progetto di restauro è stata un completo successo: il rinvigorimento della splendente gemma indiscussa del castello, l’ex sito di pellegrinaggio della cappella di Santa Maria. Situata al pianoterra dell’angolo sud-est del castello, è come un tesoro nascosto, che inaspettatamente si rivela aprendo una porta in legno massiccio. La piccola sala quadrata della cappella misura 10 x 10 metri, con un pilastro centrale e una volta a crociera sovrastante. Nonostante la sua piccola dimensione, l’insieme architettonico di Rinascimento-Barocco della cappella incanta con una gloriosa decadenza da non sottovalutare. L’intera area della cappella e la pala d’altare incavata sono state ricostruite storicamente, includendo la delicata decorazione in fogli d’oro. Ora splendente di nuovo splendore, l’interno della cappella rivela la sua originale magnificenza. L’oro brillante degli elementi e gli ornamenti dell’altare, uniformemente distribuiti in tutta la stanza, rispecchiano i delicati raggi di luce provenienti dall’esterno, mentre gli affreschi restaurati dalle tinte pastello conferiscono un’atmosfera di luminosità trascendentale.
UTILIZZO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE
Hofhegnenberg è sempre stato uno spazio con una qualità meno restrittiva, più egualitaria. È il fascino storico distintivo della proprietà che l’European Heritage Project ha cercato non solo di rispecchiare e mescolare, ma di apprezzare e rispettare in pieno. Questo ci ha permesso ancora una volta di vagare tra passato e presente in questo posto speciale che ex signori nobili, i loro cortigiani e seguito conoscevano.
Hofhegnenberg apre ancora le sue porte ad occasionali visite scolastiche locali o ad eventi liturgici tenuti nella cappella di Santa Maria. Con migliaia di pellegrini, ad esempio, la cappella è aperta al pubblico per un sermone devozionale e successiva processione in onore della Beata Vergine Maria a maggio. Inoltre l’European Heritage Project ha deciso di portare avanti le tradizioni di beneficienza natalizia degli ex proprietari di Hofhegnenberg, la famiglia Gebsattel. Adesso, ogni anno, i primi di dicembre, gli edifici di Hofhegnenberg vengono decorati a festa per aprire le porte del castello al pubblico. I visitatori possono godersi il cibo da strada locale, dolcetti vari, dallo strudel di mele caldo al goulash, o panini al pesce, e bevande che riscaldano il cuore. Sono soprattutto i biscotti ad essere venduti in questo intimo e caldo Mercato Natalizio, da cui il suo nome, il Kipferlmarkt, dove il Kipferl è un tipo di dolcetto natalizio al burro e mandorle alla vaniglia, a forma di mezzaluna, particolarmente popolare in Baviera e Austria. Gli incassi totali del mercato vengono, naturalmente, donati in beneficienza.
Il castello restaurato dà al distretto di Hofhegnenberg un nuovo senso di orgoglio locale e di rinnovata sensibilità per la storia e la cultura del posto. Per permettere che lo spirito di questa comunità rivitalizzata prosperi, in questo gradevole ambiente si organizzano altri eventi culturali, come concerti occasionali. Gli edifici continueranno inoltre ad essere disponibili per diversi eventi privati, quali matrimoni o cene delle feste.
EDIFICIO AGRICOLO FORTIFICATO
a) Storia e Condizioni
Accanto al castello si trova l’antica aia con una superficie utilizzabile di circa 4000 mq. Fu costruita nel XIX secolo, dopo che l’edificio precedente sul lato ovest risultò troppo piccolo. Il complesso originariamente a quattro lati includeva stalle, rimessaggi e magazzini per l’attività agricola, oltre alla cosiddetta Kanzlei, che ospitava le funzioni amministrative.
Alla fine del XIX secolo fu istituita una birreria all’interno del castello, ma fu chiusa per motivi economici ancora prima della Prima Guerra Mondiale. L’intera area fu ampiamente interrata, con una cantina a volta su due piani situata sotto la birreria, principalmente utilizzata per la conservazione del ghiaccio per la birra. Sono presenti numerosi tunnel sotterranei e alcuni di essi si estendono anche oltre l’areale del castello. La loro destinazione deve ancora essere esplorata. Con il declino dell’agricoltura, anche il cortile economico perse la sua importanza e cominciò a deteriorarsi progressivamente. A metà del XX secolo, il corpo nord dell’edificio crollò e non fu più ricostruito. Nel 2020, la parte settentrionale del corpo est fu demolita per motivi statici.
b) Interventi edilizi
L’intero complesso si trovava in uno stato di rovina. Pertanto, le prime misure si sono concentrate sulla messa in sicurezza della struttura. Sono stati rinnovati i tetti, chiuse le aperture delle finestre e rinforzati gli elementi portanti. Successivamente, l’intero complesso è stato completamente ristrutturato.
Nel 2023, la parte demolita del corpo est è stata ricostruita con una serra di volume equivalente. È stata ottenuta l’autorizzazione edilizia per il corpo nord crollato. Qui si prevede di colmare il vuoto edilizio e ripristinare la situazione costruttiva originale.
c) Utilizzo
È stato elaborato un nuovo concetto di utilizzo per l’aia, che prevede il coinvolgimento del pubblico. L’edificio della birreria diventerà parte di un complesso alberghiero, che includerà anche il nuovo corpo nord come area di reception. Inoltre, è prevista un offerta gastronomica, composta da una birreria all’aperto e da un ristorante di alta gamma nel corpo nord.
Videobeiträge:
Seit zwei Jahren müssen die Münchner auf ihre Wiesn verzichten. Auf Schloss Hofhegnenberg hat das European Heritage Project nun ein eigenes Oktoberfest für rund 250 geladene Gäste veranstaltet. Unter Wahrung der 3-G Regeln konnte endlich wieder in zünftiger Atmosphäre gefeiert werden!
Jedes Jahr lädt das European Heritage Project die Anwohner der umliegenden Gemeinden zur Marienprozession nach Schloss Hofhegnenberg ein. Nachdem die Veranstaltung im vergangenen Jahr pandemiebedingt ausfallen musste, konnte die Tradition, die auf einer Legende aus dem 17. Jahrhundert beruht, nun wieder stattfinden.
a.tv vom 27.11.2019: Im Wittelsbacher Land – Eierlikör auf Schloss Hofhegnenberg und Dasinger Adventskränze