Costruito nel vecchio stile olandese del Capo, la tradizionale architettura afrikaner ricorda i primi insediamenti olandesi in Sudafrica.
L’antica proprietà vinicola di Vergenoegd è situata nei sobborghi di Città del Capo, Capo Ovest, Sud Africa, lungo la “Strada del Vino” Stellenbosch, adiacente al fiume Eerste. La proprietà concede vedute verso la catena montuosa di Helderberg a est, nonché vedute della Montagna della Tavola a nord-ovest. Il sito è stato suddiviso in diverse occasioni nel corso della storia fin da quando fu assegnato al suo primo proprietario, Pieter de Vos, nel 1696. Il nucleo storico della proprietà si basava su un cortile e una collina artificiale ed è formato da varie fattorie costruite insieme agli alloggi originali dei lavoratori.
Quando i Faure, una famiglia di coloni di discendenza francese, dovette rinunciare a Vergenoegd dopo 14 generazioni nel 2015, lo European Heritage Project venne a sapere della proprietà culturalmente preziosa che ospitava uno dei più antichi e grandi vigneti del Sud Africa. Sebbene i suoi ex proprietari non avessero fatto alcun importante investimento per decenni – lasciando la proprietà in misere condizioni – le rare e inalterate strutture edilizie sono state da subito individuate come un bene importante e convincente per l’acquisto, portando alla fine all’acquisizione dei 161 ettari della storica proprietà agricola.
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Come testimone della cultura ed architettura europea che ha chiaramente lasciato il suo segno su scala mondiale attraverso i secoli, l’European Heritage Project lo ha classificato come sito storico ricadente tra gli obiettivi dell’organizzazione. A Vergenoegd, lo European Heritage Project ha concepite le misure conservative non solo da una prospettiva storico-architettonica, ma anche a livello ambientale.
Questo è uno dei progetti in presentazione più prestigiosi del Sud Africa, riguardante la rinaturizzazione delle aree umide ed è stato persino riconosciuto come Campione Conservativo dal Fondo Mondiale per la Natura (WWF).
SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Quando lo EUROPEAN HERITAGE PROJECT acquistò la proprietà vinicola di Vergenoegd nel 2015 dalla famiglia Faure (proprietaria dal 1820), l’alto consiglio rimase subito affascinato dall’impressionante storia della proprietà risalente al 1696.
Il lungo periodo di proprietà di una singola famiglia ha fatto sì che la fattoria e i relativi edifici rimanessero profondamente autentici e, a causa delle carenze finanziarie, in generale intatti.
Celebrato come Sito di Patrimonio Provinciale, con grande importanza per il patrimonio sud-africano, il terreno stesso è stato coltivato con passione e abilità per oltre tre secoli. Le famiglie che si sono prese cura di Vergenoegd attraverso molte generazioni hanno ciascuna aggiunto il proprio tocco unico alla notevole architettura della proprietà. Inoltre, il 1800 ha segnato un periodo d’oro per la proprietà, durante il quale è iniziato il suo viaggio da remota fattoria di allevamento a proprietà vinicola.
La proprietà colonica, che conteneva una sorprendente stratificazione storica e un’affascinante estetica del XVIII secolo, ha offerto una rarissima opportunità per lo EUROPEAN HERITAGE PROJECT di aiutare a preservare una parte così grande dell’architettura storica del Capo nella sua forma autentica e di conservare e rinnovare l’eredità dei Faure nella viticultura ed enologia nel produrre vino di qualità per oltre 250 anni.
Tuttavia, nota in passato per l’eccellente produzione vinicola, l’ultima generazione della famiglia Faure si è bloccata in rigidi processi di produzione di vino vecchio stile, che hanno trasformato negli anni la fattoria da un’attività redditizia ad un produttore vinicolo di massa con basso margine. Nel corso degli anni, la situazione finanziaria critica ha lasciato la fattoria, gli edifici e l’attrezzatura per la produzione con scarse risorse e dunque con pochi investimenti. La vecchissima stalla e i fienili intatti, esempi unici in tutto il Capo Occidentale, stavano per crollare e quello dell’acquisizione era probabilmente l’ultimo periodo utile per avviare misure conservative per salvare gli storici tesori della fattoria e trovare una concreta soluzione per la situazione di stress strutturale e finanziario.
PROPRIETÀ: NUMERI E FATTI
La fattoria di Vergenoegd ha le sue origini nella prima fase di concessioni terriere effettuate dalla Società Olandese delle Indie Orientali alla fine del XVII secolo. La terra, inizialmente assegnata a Peter Vos nel 1699, è situata all’estremità dei terreni vinicoli di Stellenbosch, nel punto in cui le terre arabili cedono il passo alle distese di dune sabbiose sterili, che formano le Pianure del Capo.
La fattoria occupa circa 161 ettari di terreno adiacente al fiume Eerste. La topografia del sito è relativamente piatta, con un’inclinazione approssimativa di cinque metri dal confine occidentale alle rive del fiume Eerste. Vergenoegd ha un’incantevole vista verso la catena montuosa di Helderberg a est, nonché vedute limitate della Montagna della Tavola a nord-ovest.
Il sito consiste di un distretto di proprietà e terreno agricolo, per lo più usato a vigneti. Una notevole parte della proprietà agricola è un Sito di Patrimonio Provinciale, in quanto lo storico distretto è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1974. Quest’area tutelata include la proprietà colonica, due fienili, un casolare, gli ex alloggi degli schiavi, nonché mura e cancelli del cortile.
Il vigneto di Vergenoegd consta di due fienili del XVIII secolo, oltre ad un edificio magazzino aggiuntivo, che è stato costruito negli anni ’80. Resti del muro di recinzione sono ancora visibili dal cortile della fattoria. Gli edifici del vigneto non fanno parte del sito dichiarato patrimonio, tuttavia queste strutture formano una parte importante di questo paesaggio.
Prima dell’acquisto di Vergenoegd, la fattoria originale è stata suddivisa per molti decenni per vari usi, come ad esempio lo sviluppo dell’autostrada N2, degli studi cinematografici di Città del Capo e di aree residenziali.
Per giunta, la proprietà fa parte del corridoio del fiume Eerste, e comprende terre umide e offre dimora alla fauna ornitologica, creando un luogo dal significato ambientale e culturale unico.
STORIA
Primi insediamenti e Colonia Olandese del Capo
La fattoria di Vergenoegd – che significa contesa in olandese – fu inizialmente assegnata a Pieter de Vos nel 1699, quando lui faceva parte della Colonia del Capo ed era membro della congregazione della Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch. La Colonia del Capo, o Kaapkolonie, così denominata perché fondata attorno al Capo di Buona Speranza, Kaap de Goede Hoop, era una colonia olandese, fondata nel 1652 dalla Società Olandese delle Indie Orientali. Il Capo fu sotto il dominio olandese dal 1652 al 1795 e poi di nuovo dal 1803 al 1806. Una spedizione della Società Olandese delle Indie Orientali, guidata da Jan van Riebeeck (1619-1677), fondò un centro di scambio e una stazione navale di approvvigionamento al Capo di Buona Speranza nel 1652. L’obiettivo di van Riebeeck era di assicurare un porto sicuro per le navi olandesi durante i lunghi viaggi tra Europa e Asia. Nel corso di tre decenni, il Capo era diventato sede di una grande comunità di ‘vrijlieden’ o ‘vrijburgers’, i cittadini liberi della prima Colonia del Capo, ex impiegati della Società Olandese delle Indie Orientali, che si stabilirono in colonie olandesi oltreoceano, dopo aver completato i loro periodo di servizio. I vrijburgers erano per lo più sposati con cittadine olandesi, che si impegnarono a trascorrere almeno vent’anni nella coltivazione della terra entro i confini della neonata colonia; in cambio, questi ricevevano esenzioni fiscali ed erano pagati con attrezzi e sementi per coltivare le loro terre. Riflettendo la natura multi-nazionale delle prime società commerciali, gli olandesi garantirono lo status di vrijburger anche ad certo un numero di ex impiegati scandinavi e tedeschi. Inoltre, nel 1688, incoraggiarono l’immigrazione di quasi duecento ugonotti francesi rifugiati, che erano fuggiti in Olanda dopo l’Editto di Fontainebleau nel 1685. Ci fu un certo grado di assimilazione culturale dovuto a matrimoni incrociati, e la quasi universale adozione della lingua e dei costumi olandesi.
Molti dei coloni che si erano insediati direttamente sulla frontiera divennero sempre più indipendenti e fedeli a loro stessi. Noti come Boeri, migrarono ad ovest, oltre i confini iniziali della Colonia del Capo e presto penetrarono quasi per un migliaio di chilometri all’interno. Alcuni Boeri adottarono persino uno stile di vita senza abitazione fissa e furono denominati Boeri viandanti, vivendo come pastori nomadi. Il periodo coloniale olandese fu segnato da una serie di aspri conflitti tra i coloni e gli indigeni Khoisan, seguiti dal popolo Xhosa, i quali percepivano entrambi gli olandesi come avversari indesiderati per lo sfruttamento del terreno agricolo.
I commercianti olandesi importarono migliaia di schiavi al Capo di Buona Speranza dalle Indie Orientali Olandesi e da altre parti dell’Africa. Alla fine del diciottesimo secolo, la popolazione del Capo raggiungeva circa 26.000 persone di discendenza europea e circa 30.000 schiavi.
Da avamposto a proprietà agricola
Pieter De Vos ha posseduto Vergenoegd solo per un anno, prima che venisse trasferita a Ferdinant Appels (1655-1717). È molto probabile che la fattoria fosse un terreno aperto nel primo anno di proprietà; forse veniva usata come poco più di un semplice luogo di stoccaggio. Nel 1700, Appels riuscì ad acquistare ufficialmente Vergenoegd, dove la sua famiglia fu associata alla proprietà per i successivi 40 anni. È stata chiaramente la famiglia Appels a sviluppare la fattoria. Quando Ferdinand Appels morì nel 1717, lasciò la fattoria alla vedova Appels, che da allora si sposò diverse volte, fino a che la fattoria passò nelle mani di Johannes Colijn (1710-1767), anche documentato sotto il nome di Johannes Oberholzer nel 1740. Colijn era un immigrato svizzero a anche uno dei mariti della vedova Appels.
Dopo la morte di Appels nel 1717, l’inventario della sua proprietà documenta una fattoria ben sviluppata. L’inventario riporta la presenza di 165 bovini, 795 pecore, 18 maiali, 13 cavalli e 10 schiavi tra uomini e donne. Numerosi carri, aratri e attrezzature agricole erano altresì in possesso di Appels. Il suo inventario includeva inoltre numerosi oggetti casalinghi, tini per la produzione di vino e così via. Anche se l’inventario non indica i dettagli della struttura della proprietà, questa può essere dedotta dal fatto che al 1717 Vergenoegd era una fattoria ben sviluppata, con casa residenziale, alloggio per gli schiavi e uno o più fienili. Pare che ci sia stato anche un grande sistema di recinzione per il contenimento dei quasi 1000 animali della fattoria.
La vedova Appels si risposò numerose volte, mantenendo la fattoria in famiglia, finché non fu trasferita ai Lochner nel 1782. Furono i Lochner ad ospitare il ministro olandese Jan Brandes (1743-1808) quando soggiornò nella proprietà quattro anni dopo l’acquisizione. Durante il suo soggiorno, questi ritrasse, in incantevoli disegni ad acquarello, la casa, la comunità e il paesaggio naturale. Questi includevano bellissime opere artistiche che dipingevano scene rurali sulle pareti della ‘gallerij’.
È stato ipotizzato che la casa a spiovente di oggi fu costruita nel periodo di Colijn, tuttavia è più che evidente dalle registrazioni in archivio che Vergenoegd fu lasciata alla vedova Appels nel 1717 come una proprietà in attivo e già ben sviluppata. C’è qualche dubbio che la casa d’abitazione, i fienili, l’alloggio per gli schiavi e le recinzioni fossero presenti nella proprietà fin dagli inizi.
Dopo che Lochner trasferì la proprietà della fattoria nel 1789, questa passò sotto diversi padroni per brevi periodi, finché Vergenoegd venne trasferita alla famiglia Faure nel 1820.
Introduzione della produzione vinicola nella Colonia del Capo
È ampiamente noto che Jan van Riebeeck si insediò nel Capo nel 1652, per poter fornire un luogo per le navi di passaggio in cui prendere acqua e prodotti freschi per combattere lo scorbuto tra i marinai. Inoltre, essendo il vino noto per la sua capacità di combattere questa malattia, poco dopo la fondazione della colonia si sviluppò la coltivazione dei primi vigneti, a partire dal 1654. Fu nel 1659 che venne prodotto con successo il primo vino. Allo stesso tempo, un gruppo di esploratori furono inviati attraverso le ‘distese sabbiose dell’ovest’ per commerciare con i Khoikhoi. Questi vennero incontrati lungo un fiume, il fiume Eerste, dove Vergenoegd e la fattoria circostante ‘Meerlust’ si trovano attualmente.
Simon van der Stel (1639-1712), l’ultimo Comandante e primo Governatore della Colonia del Capo, arrivò alla Colonia del Capo nel 1679, imbarcandosi poi in un viaggio su questo fiume, che risalì controcorrente, per verificare il potenziale agricolo dell’area. In seguito, fu lui ad assegnare gran parte di questa terra ai contadini perché la coltivassero. Non molto tempo dopo, Ferdinand Appel iniziò a coltivare vigneti e a produrre vino.
Simon van der Stel sembrava essere molto esperto di produzione vinicola. Questi fu il primo produttore di vino sud-africano a comprendere il termine ‘maturazione ottimale’ e a stabilire una commissione per consigliare gli altri fattori su quando dovevano raccogliere i loro grappoli.
Durante questo periodo, la vita nella Colonia del Capo si alternava tra annate buone e cattive. Il primo vero successo vinicolo fu sperimentato intorno al 1760, quasi un secolo dopo che Van Riebeeck era arrivato al Capo. I fattori erano ormai ricchi e fu in questo periodo che fecero grandi miglioramenti alle loro case. Edificarono nuove abitazioni, allargarono quelle esistenti ed iniziarono ad innalzare imponenti frontoni.
La qualità del vino del Capo continuava comunque a rimanere piuttosto scarsa e fu soltanto durante il governatorato di Sir George Yonge che fu fatto un tentativo per migliorare la qualità dei vini del Capo. Nel 1800, lo stesso Yonge nominò Richard Blake e Arend de Waal assaggiatori di vino e, in seguito, a loro unì anche William Caldwell. Questi avevano l’autorità di fermare ed ispezionare qualsiasi vino che entrava a Città del Capo e di rifiutare ogni vino imperfetto.
Durante quel periodo, la famiglia Faure si era già affermata come produttrice di vino in diverse proprietà nella regione, prima di ricevere la proprietà Vergenoegd nel 1820.
Dalla persecuzione religiosa in Francia a Cittadini Liberi nella Colonia del Capo: la famiglia Faure
Il progenitore del ramo sud-africano della famiglia Faure, che si era già diffusa in altri angoli del mondo, fu Antoine Faure (1685-1736). Antoine e sua moglie avrebbero generato una famiglia di cui essere fieri, e che includeva molti chierici altamente istruiti, professori universitari, studenti, giuristi, dottori, contabili, scienziati e molte altre personalità onorevoli.
Antoine nacque nella città di Orange, in Provenza, nell’anno della Revoca dell’Editto di Nantes e dell’introduzione dell’Editto di Fontainbleau.
Il nuovo editto portò alla soppressione delle comunità riformate in Francia e costrinse i protestanti all’esilio o alla clandestinità, e vide l’esplodere in Francia di un gran subbuglio. I genitori di Antoine, Pierre Faure (1636-1703) e Justine Pointy (1653-1700) fuggirono a Borculo in Olanda, con la loro famiglia, incluso il loro figlio di un anno, Antoine, nel 1686. Antoine crebbe e fu istruito in Olanda.
La famiglia ritornò per breve tempo a Orange, quando fu ripristinata la pace nel 1698, con il Trattato di Ryswick ma, in quanto Ugonotti, furono costretti a fuggire di nuovo agli inizi del XVIII secolo. La madre Justine era morta e il padre Pierre andò in Svizzera a vivere con una figlia. All’età di 18 anni, Antoine Faure fuggì a Bergen op Zoom in Olanda, attraverso la Svizzera e la Prussia. Solo e povero, Antoine iniziò a lavorare come apprendista di un chirurgo.
Nel 1713, fu arruolato come soldato dalla Società Olandese delle Indie Orientali, con un contratto di cinque anni. Lasciò l’Olanda sulla nave Kockinge, e arrivò al Capo di Buona Speranza il 24 marzo 1714. All’arrivo, Antoine fu nominato alla Camera degli Orfani come funzionario, dove le ultime volontà e i testamenti venivano conservati e dove venivano amministrati i patrimoni o le proprietà di persone incapaci di farlo da sole. Nel 1716, sposò Rachel de Villiers (1694-1773) a Città del Capo. I coniugi vissero all’inizio in una casa di proprietà del padre di Rachel, un coltivatore vinicolo di successo a Franschhoek. Appena un anno dopo, Antoine e Rachel ebbero il loro primo figlio, Abraham. Nel 1718, ad Antoine fu finalmente garantita la libera cittadinanza. Quando Antoine fu nominato insegnate, lettore e precettore presso la Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch, lui e la sua famiglia si trasferirono a Stellenbosch. Antoine mantenne questa posizione fino alla sua morte nel 1736, quando suo figlio Abraham gli subentrò nell’incarico. Antoine e Rachel ebbero sette figli.
I Faure a Vergenoegd
La fattoria di Vergenoegd presso il fiume Eerste fu acquistata nel gennaio 1820 da Jacobus Christiaan Faure (1769-1834), uno dei sette figli di Abraham. Un certo numero di figli di Jacobus Christiaan e sua moglie Aletta morì giovane, tuttavia i figli sopravvissuti furono destinati ad illustri carriere.
Il loro secondo figlio, Johannes Gybertus (1796-1869), ereditò in seguito Vergenoegd. La fattoria si estendeva originariamente per 59 morgen, unità di misura corrispondente a circa 0,8 ettari, e fu ampliata nel corso degli anni dai Faure fino a quasi 1.000 morgen. Johannes Gybertus possedette la fattoria finché non la vendette a suo fratello Jacobus Christiaan il giovane (1798-1876), nel 1847.
Non si sa di cosa si occupò Johannes Gybertus dopo la vendita di Vergenoegd. Suo padre, Jacobus Christiaan, fu proprietario di un’altra fattoria chiamata ‘Rustenburg’ a Firgrove, tra il Somerset Occidentale e Stellenbosch, tra il 1854 e il 1868. È probabile, che acquistò la fattoria in modo che Johannes Gysbertus potesse coltivarla.
Jacobus Christiaan, il giovane, visse a Stellenbosch prima di acquistare Vergenoegd da suo fratello. Sposò Elisabeth Brink e da lei ebbe due figli, prima che questa morisse in giovane età. Nel 1836, all’età di 36 anni, il vedovo sposò Elisabeth Myburgh, della vicina fattoria vinicola ‘Meerlust’ ed ebbero sei figli. Come il resto della famiglia, Jacobus Christiaan era un uomo religioso. Fu membro della Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch e divenne un Anziano della chiesa in tarda età. È stato registrato che trasportò con il carro un nuovo pulpito per la chiesa di Stellenbosch dalla Città del Capo nel 1853. Non si sa cosa facesse esattamente per vivere prima dei 49 anni, quando acquistò la fattoria nel 1847. È possibile che avesse ereditato la ‘Fattoria Stellenbosch’ e l’abbia coltivata fino al 1847. Dal 1847 coltivò Vergenoegd, fino a quando la passò al suo secondo figlio più grande, Johannes Albertus, all’età di 74 anni nel 1872, quando molto probabilmente decise di ritirarsi.
Da giovane, Johannes Albertus pare abbia lavorato alla fattoria Vergenoegd, che ereditò in seguito, nonché a Rustenburg. Quest’ultima fattoria fu venduta nel 1868. Oltre all’agricoltura, Johannes Albertus fu anche membro dell’Assemblea Legislativa della Colonia del Capo, il Parlamento della Colonia del Capo di Buona Speranza. Fece parte del Gabinetto e servì come Ministro degli Affari Interni. Complessivamente, servì come membro dell’Assemblea Legislativa per 12 anni, dal 1891 fino al 1902. Johannes Albertus Faure sposò Anna Frederika Wilhelmina Brand (1839-1920), sorella di Sir Johannes Henricus Brand (1823-1888), presidente dello Stato Libero di Orange, o Oranje Vrijstaat. Lo Stato Libero di Orange fu una repubblica sovrana indipendente boera nel Sud Africa, tra la seconda metà del XIX secolo e la sconfitta e la conseguente resa all’Impero Britannico alla fine della Seconda Guerra Boera nel 1902.
Johannes Albertus Faure e Anna ebbero cinque figli: Jacobus Christiaan (1861-1934), Anna Fredrika Wilhelmina (1863-1932), Elizabeth (1865-1944), Wilhelmina Catharina Johanna (1868-1947) e Philippus Albertus Brand (1875-1947). Come figlio maggiore, Jacobus Christiaan – chiamato Kosie – (1861-1934), ereditò Vergenoegd e vi lavorò fino alla sua morte nel 1947. Coltivò uve e allevò bovini e cavalli. Molti dei suoi cavalli furono forniti agli inglesi durante la Seconda Guerra Boera tra il 1899 e il 1902. Nel 1896, all’età di 25 anni, Kosie sposò Alice Maud Cawood (1868-1914). Ebbero due figli, Erilda Louisa (1898-1968) e Johannes Albertus (1900-1967). Erilda Louisa sposò William Charles Starke (1894-1988), un coltivatore di vigneti a Muldersvlei, Klapmuts, mentre suo fratello Johannes Albertus, chiamato John, ereditò la proprietà di Vergenoegd. Questi coltivò vigneti e produsse vini di eccellente qualità, che vinsero molti premi. All’età di 30 anni, John sposò Elaine Constance Brand (*1906). Ebbero 3 figli. Rosalie Ida (*1932), Jacobus Christiaan (*1934), o ‘Jac’, Johannes Henricus Brand (1938-2007), chiamato Brand. Ai due fratelli Jac e Brand fu lasciata in eredità Vergenoegd, e questi continuarono l’eccellenza della fattoria nella viticoltura e nell’enologia. I raffinati vini prodotti continuarono a vincere numerosi premi. Tutti i loro figli ereditarono Vergenoegd in parti uguali. Il figlio più grande di Jac, Johannes Albertus (*1962) ha coltivato Vergenoegd, mandando avanti la tradizione della produzione vinicola. Una parte della fattoria è stata venduta nel 2010 alla città di Città del Capo per gli Studi Cinematografici di Città del Capo. Il resto di Vergenoegd è stato venduto nel 2015 allo EUROPEAN HERITAGE PROJECT.
COSE DA SAPERE E CURIOSITÀ
Consultandosi con specialisti in vari campi di competenza, il progetto sta proattivamente supportando la sostenibilità e si sta impegnando in pratiche di coltivazione a favore della biodiversità, conservando le aree naturali, mentre continua a migliorare l’efficienza idrica ed energetica, tenendo sempre presente che i paesaggi rappresentano un patrimonio inestimabile per la cultura locale e regionale.
Anatre corritrici
La ‘Vergenoegd Löw Wine Estate’ è unica nell’uso di anatre corritrici indiane come parte integrante del programma di controllo pesticida. Le corritrici indiane “lavorano” nei vigneti mangiando lumache ed altri insetti. Più di 1000 corritrici indiane vengono radunate nei vigneti ogni giorno per cibarsi di lumache ed insetti. La Parata delle Anatre (che camminano verso e dai vigneti) è diventata un’importante attrazione pubblica della Vergenoegd Löw Wine Estate.
Campione di Preservazione WWF
Ogni processo nella fattoria è ideato per lasciare un’impronta più leggera possibile. Questo a partire da un profondo rispetto per la terra e ogni creatura che la abita. Tutti i processi, come il riciclaggio, la creazione di imballaggi biodegradabili e riciclabili, l’utilizzo di energia solare, l’attenzione per il compostaggio e l’uso di sistemi di irrigazione a basso consumo, che impiegano l’acqua quella proveniente dall’impianto di trattamento idrico in loco, tra le altre cose, hanno fatto guadagnare alla fattoria l’onore di essere insignita dello status di Campione di Preservazione WWF, con certificazioni IPW per la biodiversità.
ARCHITETTURA
Costruita nel vecchio stile olandese del Capo, l’architettura ricorda i primi giorni dell’insediamento olandese in Sud Africa. Molti degli edifici e la struttura generale della fattoria hanno mantenuto gran parte del loro carattere originale e riflettono l’ultimo distretto ‘inalterato’ di questo tipo in Sud Africa. Di conseguenza, è stata elencata come uno dei monumenti di più alto interesse del paese, degno di preservazione.
Vergenoegd e lo stile olandese del Capo
La proprietà agricola di Vergenoegd, circondata da un basso anello di mura che crea spazi di ‘cortile’, comprende una casa colonica con impressionanti frontoni, probabilmente risalente alla metà del XVIII secolo, nonché un interessante complesso di edifici esterni.
Lo stile olandese del spiccava come preminente nei primi giorni della Colonia del Capo durante il XVII secolo. Portato dai primi coloni del Capo, che erano principalmente olandesi, questo stile trova le sue radici in Olanda, Germania, Franca durante i secoli medievali. Le case costruite con questo stile hanno una struttura distintiva e riconoscibile, con un tratto prominente rappresentato da grandiosi frontoni disegnati ad arco, che ricordano i tratti delle case di città ad Amsterdam. Mentre questa caratteristica è forse la più riconoscibile, non è sufficiente a definire lo stile. Alla fine del XVIII secolo, l’architettura neoclassica olandese del Capo, con influenza georgiane, divenne molto popolare, tuttavia rimangono solo tre case in questo stile. Le case sono inoltre solitamente a forma di H, con la facciata della casa di norma affiancata da due ali che corrono perpendicolari ad essa. Lo stile architettonico olandese del Capo è definito dalle seguenti caratteristiche, molte delle quali presenti a Vergenoegd: mura bianche, intonacate a calce; tetti di paglia, ampie finestre a fascia tipo cottage; persiane in legno e lunghe strutture orizzontali, di solito con un singolo piano o al massimo due, spesso con abbaini.
Al passaggio del secolo, le vecchie case del Capo dei primi del 1800, con la loro architettura olandese, si ritrovarono ad essere decisamente fuori moda, rispetto alle nuove tendenze in Gran Bretagna. La gente del Capo voleva essere alla moda e desiderava che le proprie case rispecchiassero le nuove tendenze vittoriane. Abbattuti gli imponenti frontoni, la paglia venne sostituita da ferro corrugato e le finestre con persiane furono sostituite da finestre a fasce. Ma un certo sig. Liebbrandt, custode degli archivi del Capo, ero preoccupato da tale tendenza e riuscì a convincere persone influenti a preservare la bellezza e il fascino delle antiche case tramite disegni, scritti e fotografie. Il poeta ed artista irlandese Alys Fane Trotter (1828-1907) fu visto ben presto aggirarsi tra le vecchie case del Capo, album degli schizzi alla mano, mentre la scrittrice sud-africana, Dorothea Ann Fairbridge (1862-1931) scriveva della loro architettura e Arthur Elliot (1870-1938) scattava fotografie dei venerabili edifici. È con registrazioni come queste, che testimoniano un grande entusiasmo per il patrimonio architettonico olandese del Capo, che è stato possibile mantenere intatta la magnificenza della proprietà colonica di Vergenoegd.
Molti edifici olandesi del Capo, specialmente a Città del Capo, sono andati perduti in seguito ai nuovi sviluppi architettonici ed urbanistici; in particolare per l’espansione della City Bowl (Conca Cittadina) durante gli anni ’60. Tuttavia, la tradizione olandese del Capo si può ancora ammirare in alcune delle fattorie sulla Strada del Vino – con la proprietà di Vergenoegd che ne rappresenta un esempio formidabile – e in alcune città storiche come Stellenbosch.
Un tratto caratteristico dell’architettura coloniale sud-africana è il copioso ed accattivante uso dei frontoni. Una ricerca preliminare ha cercato di trovare le origini dello stile architettonico ‘Olandese del Capo’ paragonando la forma decorativa di questi frontoni a quelli di Amsterdam. Tuttavia, nella seconda metà del XVIII secolo, il periodo in cui avvenne lo sviluppo della tradizione sud-africana dei frontoni, l’architettura del frontone stava gradualmente cessando di essere utilizzata ad Amsterdam. A nord di Amsterdam, lungo il fiume Zaan, comunque, il disegno del frontone rimase in voga fino alla perdita del Capo. I frontoni sud-africani hanno molte caratteristiche in comune con i frontoni delle abitazioni lungo il fiume Zaan, nonostante i differenti materiali usati. Eppure, l’Olandese del Capo, o stile Afrikaner, è nettamente distinto da un’altra architettura locale, di stampo neo-rinascimentale, nota come ‘Revival Olandese del Capo’, che ha guadagnato popolarità come stile popolare sud-africano durante la metà del XIX secolo. A differenza dalla vera Architettura Olandese del Capo, lo stile Revival Olandese dl Capo si distingue quasi esclusivamente per i frontoni ornamentali. Ciononostante, l’aumento della popolarità dello stile Revival Olandese del Capo portò ad un rinnovato interesse per l’originale architettura olandese del Capo e, quindi, molti edifici storici nello stile olandese del Capo furono ripristinati durante questo periodo.
Jan Brandes e i suoi Panorami di Vergenoegd
Il viaggiatore e artista olandese, Jan Brandes (1743-1808) trascorse un anno a Vergenoegd. Durante il suo soggiorno, disegnò tre panorami ad acquarello dalla fattoria, uno dei quali include la fattoria stessa. Questi erano destinati a divenire resoconti accurati del luogo e sono ora disponibili digitalmente al Rijksmuseum di Amsterdam. I disegni si sono rivelati un’importantissima risorsa che dipinge la proprietà nel dettaglio, così com’era circa nel 1786. È ovviamente molto raro che dettagli grafici di questo tipo siano disponibili per le fattorie del Capo. Anche se certi elementi del panorama non trovano corrispondenze nell’attuale paesaggio, l’acquarello con la fattoria è sufficientemente accurato da rendere possibile la verifica nei dettagli delle cantine, della casa colonica, dei ‘recinti’ murati e persino del geometrico giardino di fronte alla casa colonica, che è presente ancora oggi. Questa veduta serve a confermare che Vergenoegd appartiene alle fattorie più intatte del Capo e può quindi, senza dubbio, essere classificato come importantissimo sito di patrimonio di rilevanza non solo regionale ma anche nazionale.
Vergenoegd è un’alta struttura a strati, che si è evoluta nel corso del tempo e non risulta dunque essere stata costruita in unico e progettato intervento. Molto intrigante risulta essere la facciata della casa, incluse le sue pareti interne, che mostrano il massimo grado di coerenza e simmetria, che fanno pensare ad una costruzione progettata in un unico momento. Il retro della casa è invece del tutto incoerente e asimmetrico, il che denota un periodo di espansione organica protrattosi in un arco di 200 anni.
Il fatto che la casa si sia così stratificata significa che non è possibile restaurare il retro della casa “così com’era un tempo”, o in qualsiasi altro periodo di tempo particolare, senza alterare la stratificazione di stili presente. Quasi ogni muro costruito nel XIX secolo o prima, ha pitture popolaresche sulle pareti, il che lo rende una testimonianza preziosa ed unica. Alcuni di questi sono stati esposti e restaurati in aree limitate, tuttavia molti altri ancora sono probabilmente sepolti dagli strati di pittura che coprono i muri.
Casa colonica
Non si sa quando fu costruita la casa colonica o edificio principale, sebbene il frontone riporti la data 1773. La data sul frontone si potrebbe anche leggere come 1713, ma nei termini dell’attuale conoscenza storica dell’architettura, sembra essere troppo antica per un frontone del Capo. Tuttavia, è accertato che la fattoria fosse già ben sviluppata a quel tempo. È probabile che il frontone potrebbe essere stato costruito alla sommità di un edificio già esistente. Un esame del fronte dall’interno, nello spazio del sottotetto, un locale aperto, indica che tutti i frontoni ‘holbol’ che decorano la casa sono completamente intatti. Inoltre, è altresì molto probabile che il frontone della facciata non abbia mai subito alcuna alterazione. Il frontone della facciata è costruito con mattoni sagomati artigianalmente in modo irregolare e sembra essere stato alterato solo in quei punti in cui sono state inserite le travi del tetto. La facciata della casa, su cui è costruito il frontone in mattoni più leggero, colpisce per lo spessore di 52 centimetri, cosa che potrebbe inoltre indicare l’uso della pietra nella sua costruzione. Questo livello di integrità è estremamente insolito da trovare, in quanto tanti edifici simili sono finiti per crollare per danni causati da incendi e da eventi ambientali, rendendo necessaria una ricostruzione completa o parziale. La qualità del frontone ci permette di considerare la possibilità che anche l’intonaco all’esterno sia originale.
Lo stesso complesso principale è passato sin dall’inizio attraverso numerosi periodi di cambiamento. Il dipinto di Brandes indica che l’edificio aveva inizialmente una forma a T, prima di arrivare alla forma ad H incompleta di oggi. Un esame della zona del tetto è stato molto importante per determinare la sequenza di costruzione. Il fatto notevole è che il pavimento di legno giallo e pino del sottotetto è rimasto intatto dalla prima costruzione ad oggi, tanto che la copertura ignifuga in argilla della ‘T’ è rimasta in parte presente. Il pavimento del sottotetto nella sezione a ‘T’, paragonato alla facciata della casa, si trova ad un’elevazione leggermente diversa, ma, cosa interessante, il retro della ‘T’ è stato costruito decentrato, cosa che sembra piuttosto insolita, se il retro e la facciata degli edifici sono stati costruiti simultaneamente. Ciò indica uno sviluppo continuativo nelle prime fasi di costruzione della casa, eliminando l’ipotesi che sia stata costruita a seguito di un progetto organico.
La facciata, ‘Langhuis’
L’elevazione frontale della casa mostra una forma che è tipicamente simmetrica con il frontone ‘holbol’ situato al centro, frontoni terminali, una ‘anticamera’ centrale, un corridoio con stanze a sinistra e a destra. È una classica forma molto popolare del Capo, se non fosse per il fatto che l’anticamera è stata ristretta a formare un passaggio, spostando il muro laterale occidentale di mezzo metro. È probabile che sia una modifica effettuata in una fase iniziale della costruzione. La forma del frontone della facciata è riprodotta sui frontoni orientale e occidentale, con un accesso al sottotetto tramite una scalinata sul frontone occidentale. Il suo aspetto, sebbene alcuni materiali siano stati rinnovati, è simile, se non identico, al dipinto di Brandes, che indica che le parti frontali avevano raggiunto la loro attuale forma nel 1786, al più tardi. Potrebbe anche esserci stato un cambiamento a metà del XIX secolo nelle finestre, tuttavia le aperture sono come quelle dipinte da Brandes.
Si è ipotizzato che la facciata della casa fosse parte della struttura originale, che avrebbe avuto una semplice forma rettangolare. Una sezione delle mura, aperta per scopi espositivi, mostra che questo nucleo originale era costruito in pietra calcarea e malta di calce, il che dà una chiara indicazione che i frontoni, costruiti in mattoni artigianali, furono aggiunti all’edificio centrale in pietra. L’innata debolezza, causata dall’irregolarità della pietra non rivestita o rivestita solo in parte – quando usata per muri di edifici – era compensata dalle strutture molto spesse dell’edificio. Il nucleo più vecchio della casa, che probabilmente era stato fabbricato in pietra, è caratterizzato da uno spessore dei muri compreso tra i 52 e i 60 centimetri. Come suggerito in prima analisi, i frontoni furono costruiti più tardi, nel 1713 o, cosa che sembra più probabile, nel 1773.
La struttura del retro a ‘T’, ‘Agterkamer’
Il retro della ‘T’, o la cosiddetta ‘camera sul retro’, una seconda stanza di accoglienza, comprende una ‘sala riunioni’, un corridoio e quella che ora è una cucina annessa. Tutte queste stanze condividono un tetto e un soffitto comune di legno giallo e forse alcune tavole di pino. Il soffitto della sala riunioni ha un controsoffitto più tardo. La divisione del retro a ‘T’ in un corridoio, la sala riunioni e l’esistente dispensa della cucina possono essere datati a poco dopo il 1806, quando l’influenza britannica iniziò a pervadere l’architettura popolare. La presenza di murali nella sala riunioni indica che questi cambiamenti ebbero luogo tra l’inizio e la metà del XIX secolo. Se dobbiamo credere al dipinto di Brandes, il focolare e la cucina erano sul retro della ‘T’. Di norma, qui è dove era collocato il ‘kombuis’ una stufa a forma di razzo, tradizionale del Capo. Si può presumere che la stessa fu demolita molto tempo fa e che la ‘T’ è stata nel tempo prolungata sul retro ancora per qualche metro e che la porta centrale posteriore è stata prima aggiunta e poi chiusa per farne una finestra. L’originaria lunghezza della stanza sul retro è evidente nei muri visibili sull’altro lato del ‘sottotetto’, dove si nota un cambiamento nella forma e nella trama della muratura.
C’è la possibilità non verificata che la forma a ‘T’ sia stato un primissimo cambiamento nella storia dell’edificio e che non fosse la sua configurazione originale. Sfortunatamente, il corridoio del periodo britannico, che attraversava la casa, ha distrutto la fondamentale prova archeologica per verificare l’ipotesi secondo cui l’interfaccia dei muri originali con la ‘camera sul retro’ sia stata demolita e poi ricostruita ampliata. Idealmente, si dovrebbe rimuovere l’intonaco per determinare se la trama strutturale è intrecciata o adiacente. Anche il cambiamento in elevazione del tetto tende ad indicare fasi separate di costruzione
La parziale forma a H
A riconfigurare la casa nella parziale forma ad H attuale è stato un cambiamento di fine XVIII secolo e inizi del XIX, secondo la moda dell’architettura popolare del periodo. Il fatto che questa fosse aggiunta alla iniziale forma a ‘T’ è ancora una volta evidente nello spazio del tetto, dove c’è una significativa differenza nell’elevazione della ‘camera sul retro’ e l’ala aggiuntiva. La costruzione dal tetto a volta sopra ciò che dovrebbe essere stato un divario esterno tra la casa originale e l’estensione, resta ancora non datata, ma probabilmente avvenne dopo la metà del XIX secolo, forse all’epoca in cui la ‘camera sul retro’ fu convertita in una sala riunioni, dispensa della cucina e corridoio. La chiusura della porta posteriore sulla ‘camera sul retro’ può essere avvenuta ugualmente in questo periodo. È cruciale notare che la stanza più a sud mostra le tracce di un’apertura nel soffitto, forse per una scalinata interna.
La zona cucina ‘a capanno’
Una delle immagini di Brandes mostra che nessuna struttura fu costruita in quest’area nel 1786, a parte un piccolo capanno. Fotografie successive di Arthur Elliot nella fine del XIX secolo indicano che le strutture costruite a ridosso della ‘camera sul retro’ presero la forma di un un annesso tipo capanno con tettoia piatta.
Uno schizzo dell’edificio del 1987 realizzato dell’architetto John Rennie contrasta in modo significativo con la struttura per come era conosciuta in passato, mostrando che in quest’area della casa erano avvenute importanti alterazioni. Una grande quantità di muri interni era stata rimossa per creare uno spazio adibito a ristorante. Durante le alterazioni, che furono eseguite dal 1987 fino al 2001, vennero costruiti anche un focolare e camino, mentre la zona cucina è stata ampliata nel cortile posteriore, cosa che avrebbe anche ricompreso un nuovo tetto e nuove aperture. Il lavoro fatto per mantenere il resto della casa colonica è stato per lo più una completa ricostruzione dal pavimento al soffitto. L’unico muro iniziale sopravvissuto è un primo capanno, forse realizzato secondo le strutture del XIX secolo ed è stato aperto in tre aree prima degli ultimi interventi. Queste aperture sono state murate con mattoni durante quel processo, seguito dall’inserimento di archi per unire entrambi i lati della sala da pranzo. Quest’area è la più recente, e lo strato più grande del XX secolo dell’altrimenti inalterato sito.
RESTAURO E CONSERVAZIONE
All’acquisto, gli edifici della tenuta erano in gran parte in stato di degrado e necessitavano con urgenza di interventi di riparazione. Per questo, è stato incaricato un ingegnere strutturalista ad analizzare la struttura e redigere un piano d’intervento a breve, medio e lungo termine.
Muri di fondazione
Gli edifici non sembrano poggiare su fondamenta vere e proprie, ma su uno strato di roccia poco profondo. Ciò ha richiesto l’adozione di alcune misure strutturali aggiuntive, come il puntellamento, per garantire stabilità. Questi interventi sono stati completati.
Muri
I muri sono composti da pietra, mattoni di argilla (cotti e non cotti) e terra. Come consuetudine negli edifici olandesi del Capo, erano intonacati con calce e verniciati con pittura a calce traspirante, che richiede un rinnovo annuale. Dopo anni di abbandono, le pareti presentavano crepe e parti danneggiate. Fortunatamente, l’ispezione ha rivelato che le crepe negli edifici principali e nei fienili non comportavano problemi strutturali gravi, consentendo un restauro tempestivo.
Tetti
Il tetto di paglia della casa principale era stato sottoposto a riparazioni minori negli ultimi anni, ma in generale versava in cattive condizioni. La struttura in legno mostrava danni da insetti, che sono stati trattati e riparati. Una sezione del tetto sopra l’Agterkamer aveva un’inclinazione insufficiente, ora corretta.
I tetti dei fienili erano gravemente danneggiati e in parte crollati; l’intero tetto è stato sostituito per prevenire ulteriori danni.La maggior parte degli architravi era infestata da insetti e doveva essere riparata o sostituita. Il soffitto della cantina richiedeva interventi significativi, mentre quello a listelli è stato sostituito. In alcune aree, il tetto conteneva amianto, rimosso con adeguate misure di sicurezza.
Sicurezza antincendio e impianti
Per garantire la sicurezza e soddisfare gli standard igienici, sono stati aggiornati riscaldamento, elettricità, condutture idriche e sistema fognario, adattando la protezione antincendio. Un impianto solare di oltre 300 kWh rende la tenuta indipendente dalla rete pubblica.
Le cantine preesistenti erano insufficienti per un’azienda vinicola orientata al mercato internazionale, quindi la produzione è stata spostata in un nuovo edificio.
Tutte le misure di manutenzione e miglioramento delle strutture sono state completate. I lavori per la ristorazione e l’ospitalità si sono conclusi nel 2024.
UTILIZZIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE
Vergenoegd Löw è oggi una meta apprezzata sia dai turisti sia dalla popolazione locale. Come tenuta vinicola, è riuscita a ripristinare la qualità e la reputazione dei tempi passati.
Attività vinicola
Durante la pianificazione e l’esecuzione degli ampi lavori di ristrutturazione, la produzione vinicola è stata attentamente valutata e migliorata. La superficie vitata è stata ampliata e la cantina completamente rinnovata, con una capacità di stoccaggio portata a 150.000 litri, oltre a un’area dedicata all’immagazzinamento delle bottiglie. Sono state inoltre create nuove reti di distribuzione verso l’Asia, in particolare la Cina, e l’Europa. Anche l’immagine pubblica della tenuta è stata aggiornata e, per conferire un’identità forte e affidabile, il nome è stato esteso a “Vergenoegd Löw”. I valori centrali per la produzione e la presentazione dei vini sono ora SOSTENIBILITÀ, PATRIMONIO CULTURALE, PERSONE e VINI PREMIATI. Su queste basi economiche, si prospetta un futuro promettente, che rispetta il bisogno continuo di conservazione di questo gioiello architettonico del Western Cape.
Ristoranti
Durante la ristrutturazione, sono state aperte tre aree di ristorazione.
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In “Clara’s Barn” si è inaugurato un ristorante di alta cucina, classificato tra i 30 migliori ristoranti del Sudafrica
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Il “Deli” offre piatti gustosi e convenienti, con opzioni per picnic nel giardino della Manor House.
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Nella cantina, infine, si trovano accoglienti aree per le degustazioni di vino.
Ospitalità
La tenuta offre diverse opzioni di pernottamento per gli ospiti, basate su una strategia decentralizzata di piccole costruzioni autonome, integrate nel paesaggio senza compromettere l’ambiente. Da qui, i visitatori possono esplorare la produzione vinicola, le attività ecologiche, le riserve naturali con la loro ricca flora e fauna, oltre alle strutture gastronomiche. Il complesso, aperto nel 2023, è un hotel a 5 stelle tra i migliori del Sudafrica.
Arte
Il rinomato artista Dylan Lewis ha partecipato al progetto, creando numerose sculture di grandi dimensioni, visitabili lungo un percorso artistico dedicato, che completano l’esperienza offerta dalla tenuta.
Visitatori