Costruito nel vecchio stile olandese del Capo, la tradizionale architettura afrikaner ricorda i primi insediamenti olandesi in Sudafrica.
L’antica tenuta viticola di Vergenoegd si trova alla periferia di Città del Capo, nel Capo Occidentale sudafricano, lungo la strada dei vini di Stellenbosch adiacente al fiume Eerste. Dalla tenuta è possibile ammirare la catena montuosa di Helderberg a est e la Montagna della Tavola a nord-ovest. Da quando fu concesso al suo primo proprietario, Pieter de Vos, nel 1696, il terreno è stato più volte suddiviso nel corso della sua storia. Il nucleo storico della tenuta si basa su un werf, un cumulo di abitazioni artificiali, e si compone di varie fattorie accanto a sistemazioni originali per i lavoratori.
Costruito nel vecchio stile olandese del Capo, la tradizionale architettura afrikaner ricorda i primi insediamenti olandesi in Sudafrica. Vergenoegd è l’ultimo autentico vigneto boero in Sudafrica: poiché dopo la sua costruzione non furono mai apportate modifiche, la struttura complessiva dell’edificio e dell’azienda agricola è rimasta invariata. Di conseguenza, è uno dei monumenti del paese maggiormente degno di essere tutelato.
MORE | LESS
Essendo una testimonianza della cultura e dell’architettura europea, che nel corso dei secoli hanno chiaramente lasciato il segno su scala globale, il EUROPEAN HERITAGE PROJECT lo ha classificato come sito di riferimento che rientra negli obiettivi dell’organizzazione. Le misure di conservazione che il EUROPEAN HERITAGE PROJECT intende attuare a Vergenoegd non sono solo di carattere storico-architettoniche, ma anche ambientale.
Circa 1.500 corritrici indiane – la più grande popolazione al mondo con più di 1.500 uccelli – mangiano lumache e insetti, svolgendo la funzione di viticoltori naturali, e fanno una sfilata quotidiana verso le vigne, attirando ogni anno decine di migliaia di visitatori.
Si tratta di uno dei progetti più prestigiosi del Sudafrica per quanto riguarda la rinaturalizzazione delle zone umide ed è stato persino premiato dal World Wildlife Fund.
I vini prodotti e imbottigliati nella tenuta sono considerati tra i migliori del Sudafrica.

SITUAZIONE ALL’ACQUISTO
Quando l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT acquistò la proprietà vinicola di Vergenoegd nel 2015 dalla famiglia Faure (proprietaria dal 1820), rimase subito affascinato dall’impressionante storia della proprietà risalente al 1696.
Il lungo periodo di proprietà di una singola famiglia ha fatto sì che la fattoria e i relativi edifici rimanessero profondamente autentici e, a causa della carenze finanziarie, in generale intatti.
Celebrato come Sito di Patrimonio Provinciale, con grande importanza per il patrimonio sud-africano, il terreno stesso è stato coltivato con passione e abilità per oltre tre secoli. Le famiglie che si sono prese cura di Vergenoegd attraverso molte generazioni, hanno ciascuna aggiunto il proprio tocco unico alla notevole architettura della proprietà. Inoltre, il 1800 ha segnato un periodo per la proprietà, durante il quale è iniziato il suo viaggio da remota fattoria di allevamento a proprietà vinicola.
La proprietà colonica, che conteneva una sorprendente stratificazione storica e un’affascinante estetica del XVIII secolo, ha offerto una rarissima opportunità per l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT di aiutare a preservare una parte così grande dell’architettura storica del Capo nella sua forma autentica e a perseguire e rinnovare l’eredità dei Faure nella viticultura ed enologia nel produrre vino di qualità per oltre 250 anni.
Tuttavia, nota in passato per l’eccellente produzione vinicola, l’ultima generazione della famiglia Faure si è bloccata in rigidi processi di produzione di vino vecchio stile, che hanno trasformato negli anni la fattoria da un’attività redditizia ad un produttore vinicolo di massa di basso margine. La situazione finanziaria critica ha lasciato la fattoria nel corso degli anni gli edifici e l’attrezzatura per la produzione con scarsi investimenti. La vecchissima stalla e i fienili intatti in tutta Capo Occidentale stavano per crollare ed era l’ultimo momento possibile per avviare misure conservative per salvare gli storici tesori della fattoria e trovare una concreta soluzione per la situazione di stress strutturale e finanziario.
REAL ESTATE FACTS & FIGURES
La fattoria di Vergenoegd ha le sue origini nella prima fase di concessioni terriere eseguite dalla Società Olandese dell’India Orientale alla fine del XVII secolo. La terra, inizialmente assegnata a Peter Vos nel 1699, è situata all’estremità dei terreni vinicoli di Stellenbosch, nel punti in cui le terre arabili cedono il passo alle distese di dune sabbiose sterili, che formano le Pianure del Capo.
La fattoria occupa circa 161 ettari di terreno adiacente al fiume Eerste. La topografia del sito è relativamente piatta, con un’inclinazione approssimativa di cinque metri dal confine occidentale alle rive del fiume Eerste. Vergenoegd ha un’incantevole vista verso la catena montuosa di Helderberg a est, nonché vedute limitate della Montagna della Tavola a nord-ovest.
Il sito consiste di un distretto di proprietà e terreno agricolo, per lo più usato a vigneti. Una notevole parte della proprietà agricola è un Sito di Patrimonio Provinciale, in quanto lo storico distretto è stato dichiarato Monumento Nazionale nel 1974. Quest’area dichiarata include la proprietà colonica, due fienili, un casolare, gli ex alloggi degli schiavi, nonché mura e cancelli del cortile.
Il vigneto di Vergenoegd consiste di due fienili del XVIII secolo, oltre ad un edificio magazzino aggiuntivo, che è stato costruito negli anni ’80. Resti del muro di recinzione sono ancora visibili dal cortile della fattoria. Gli edifici del vigneto non fanno parte del sito dichiarato patrimonio, tuttavia queste strutture formano una parte di questo importante paesaggio del patrimonio.
Prima dell’acquisto di Vergenoegd, la fattoria originale è stata suddivisa per molti decenni per vari usi, come ad esempio lo sviluppo dell’autostrada N2, studi cinematografici di Città del Capo e sviluppi residenziali.
Per giunta, la proprietà fa parte del corridoio del fiume Eerste, e comprende terre umide e offre dimora alla fauna ornitologica, creando un posto unico di significato ambientale e del patrimonio.
STORIA
Primi insediamenti e Colonia Olandese del Capo
La fattoria di Vergenoegd – che significa contesa in olandese – fu inizialmente assegnata a Pieter de Vos nel 1699, quando lui faceva parte della Colonia del Capo ed era membro della congregazione della Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch. La Colonia del Capo, o Kaapkolonie, denominata in base al Capo di Buona Speranza, Kaap de Goede Hoop, era una colonia olandese, fondata nel 1652 dalla Società Olandese dell’India Orientale. Il Capo fu sotto la legge olandese dal 1652 al 1795 e poi di nuovo dal 1803 al 1806. Una spedizione della Società Olandese dell’India Orientale, guidata da Jan van Riebeeck (1619-1677), fondò un posto di scambio e una stazione navale di approvvigionamento al Capo di Buona Speranza nel 1652. L’obiettivo di van Riebeeck era di assicurare un porto sicuro per le navi olandesi durante i lunghi viaggi tra Europa e Asia. Nel corso di tre decenni, il Capo era diventato sede di una grande comunità di ‘vrijlieden’ o ‘vrijburgers’, i cittadini liberi della prima Colonia del Capo, ex impiegati della Società Olandese dell’India Orientale, che si stabilirono in colonie olandesi oltreoceano, dopo aver completato i loro contratti di servizio. I vrijburgers erano per lo più sposati con cittadine olandesi, che si impegnarono a trascorrere almeno vent’anni nella coltivazione della terra entro i confini della neonata colonia; in cambio, questi ricevevano uno status di esenzione fiscale ed erano pagati con attrezzi e sementi per coltivare le loro terre. Riflettendo la natura multi-nazionale delle prime società commerciali, gli olandesi garantirono lo status di vrijburger anche ad certo un numero di ex impiegati scandinavi e tedeschi. Nel 1688, inoltre incoraggiarono l’immigrazione di quasi duecento ugonotti francesi rifugiati, che erano fuggiti in Olanda dopo l’Editto di Fontainebleau nel 1685. Ci fu un certo grado di assimilazione culturale dovuto a matrimoni incrociati, e la quasi universale adozione della lingua e dei costumi olandesi.
Molti dei coloni che si erano insediati direttamente sulla frontiera divennero sempre più indipendenti e fedeli a loro stessi. Noti come Boeri, migrarono ad ovest, oltre i confini iniziali della Colonia del Capo e presto penetrarono quasi per un migliaio di chilometri all’interno. Alcuni Boeri adottarono persino uno stile di vita senza abitazioni fisse e furono denominati boeri viandanti, pastori nomadi. Il periodo coloniale olandese fu segnato da una serie di aspri conflitti tra i coloni e gli indigeni Khoisan, seguiti dal popolo Xhosa, entrambi i quali loro percepivano come avversari indesiderati per il terreno agricolo originale.
I commercianti olandesi importarono migliaia di schiavi al Capo di Buona Speranza dalle Indie Orientali Olandesi e altre parti dell’Africa. Alla fine del diciottesimo secolo, la popolazione del Capo raggiungeva circa 26.000 persone di discendenza europea e circa 30.000 schiavi.
Da avamposto a proprietà agricola
Pieter De Vos ha posseduto Vergenoegd solo per un anno, prima che venisse trasferita a Ferdinant Appels (1655-1717). È molto probabile che la fattoria fosse un terreno aperto nel primo anno di proprietà; forse veniva usata come poco più di un semplice luogo di stoccaggio. Nel 1700, Appels riuscì ad acquistare ufficialmente Vergenoegd, laddove la sua famiglia fu associata alla proprietà per i successivi 40 anni. È stata chiaramente la famiglia Appels a sviluppare la fattoria. Quando Ferdinand Appels morì nel 1717, lasciò la fattoria alla vedova Appels, che da allora si sposò diverse volte, fino a che la fattoria passò nelle mani di Johannes Colijn (1710-1767), anche documentato sotto il nome Johannes Oberholzer nel 1740. Colijn era un immigrato svizzero a anche uno dei mariti della vedova Appels.
Dopo la morte di Appels nel 1717, l’inventario della sua proprietà indica una fattoria ben sviluppata. Lo stesso possedeva 165 mandrie, 795 pecore, 18 maiali, 13 cavalli e 10 schiavi tra uomini e donne. Numerosi carri, aratri e attrezzature agricole erano altresì in suo possesso. Il suo inventario includeva inoltre numerosi oggetti casalinghi, tini per la produzione di vino e così via. Anche se l’inventario non indica i dettagli della struttura della proprietà, questa può essere dedotta dal fatto che al 1717 Vergenoegd era una fattoria ben sviluppata, con casa residenziale, alloggio per gli schiavi e uno o più fienili. Pare che ci sia stato anche un grande sistema di recinzione per il contenimento dei quasi 1000 animali della fattoria.
La vedova Appels si risposò numerose volte, mantenendo la fattoria in famiglia, finché non fu trasferita ai Lochner nel 1782. Furono i Lochner ad ospitare il ministro olandese Jan Brandes (1743-1808) quando soggiornò nella proprietà quattro anni più tardi. Durante il suo soggiorno, questi creò incantevoli disegni ad acquarello, che ritraevano la casa, la comunità e il paesaggio naturale. Questi includevano bellissime opere artistiche che dipingevano scene rurali sulle pareti della ‘gallerij’.
È stato ipotizzato che la casa a spiovente di oggi fu costruita nel periodo di Colijn, tuttavia è più che evidente dalle registrazioni in archivio che Vergenoegd fu lasciata alla vedova Appels nel 1717 come una proprietà in attivo ben sviluppata. C’è qualche dubbio che la casa d’abitazione, i fienili, l’alloggio per gli schiavi e le recinzioni fossero nella proprietà fin dagli inizi.
Dopo che Lochner trasferì la fattoria nel 1789, questa passò sotto diversi proprietari assoluti per brevi periodi, finché Vergenoegd venne trasferita alla famiglia Faure nel 1820.
Introduzione della produzione vinicola nella Colonia del Capo
È ampiamente noto che Jan van Riebeeck si insediò nel Capo nel 1652, per poter fornire un luogo per le navi di passaggio in cui prendere acqua e prodotti freschi per combattere lo scorbuto tra i marinai. Inoltre, il vino era anche riconosciuto per la sua capacità di combattere questa malattia e, di conseguenza, di lì a poco seguì la coltivazione dei primi vigneti, nel 1654. Fu nel 1659 che venne prodotto con successo il primo vino. Allo stesso tempo, un gruppo di esploratori furono inviati attraverso le ‘distese sabbiose dell’ovest’ per commerciare con i Khoikhoi. Questi li trovarono lungo un fiume, il fiume Eerste, dove Vergenoegd e la fattoria circostante ‘Meerlust’ si trovano attualmente.
Simon van der Stel (1639-1712), l’ultimo Comandante e primo Governatore della Colonia del Capo, arrivò alla Colonia del Capo nel 1679 e fece inoltre il viaggio su questo fiume, che risalì controcorrente, per verificare il potenziale agricolo di quest’area. In seguito, fu lui ad assegnare gran parte di questa terra ai contadini perché la coltivassero. Non molto tempo dopo, Ferdinand Appel iniziò a coltivare vigneti e a produrre vino.
Simon van der Stel sembrava essere molto esperto di produzione vinicola. Questi fu il primo produttore di vino sud-africano a comprendere il termine ‘maturazione ottimale’ e a stabilire una commissione per consigliare gli altri fattori su quando dovevano raccogliere i loro grappoli.
Durante questo periodo, la vita nella Colonia del Capo si alternava tra annate buone e cattive. Il primo vero successo vinicolo fu sperimentato intorno al 1760, quasi un secolo dopo che Van Riebeeck era arrivato al Capo. I fattori erano ricchi e fu in questo periodo che fecero grandi miglioramenti alle loro case. Edificarono nuove abitazioni, allargarono quelle esistenti ed iniziarono ad innalzare imponenti frontoni.
La qualità del vino del Capo era scarsa e fu soltanto durante il regno di Sir George Yonge che fu fatto un tentativo di migliorare la qualità dei vini del Capo. Nel 1800, lo stesso nominò Richard Blake e Arend de Waal come assaggiatori di vino e, in seguito, William Caldwell. Questi avevano l’autorità di fermare ed ispezionare qualsiasi vino che entrava a Città del Capo e di rifiutare ogni vino imperfetto.
Durante quel periodo, la famiglia Faure si era già affermata come produttori di vino in diverse proprietà nella regione, prima di ricevere la proprietà Vergenoegd nel 1820.
Dalla persecuzione religiosa in Francia a diventare Cittadini Liberi nella Colonia del Capo: la famiglia Faure
Il progenitore del ramo sud-africano della famiglia Faure, che si era già diffusa in altri angoli del mondo, fu Antoine Faure (1685-1736). Antoine e sua moglie avrebbero generato una famiglia di cui essere fieri, e che includeva molti chierici altamente istruiti, professori universitari, studenti, giuristi, dottori, contabili, scienziati e molte altre personalità onorevoli.
Antoine nacque nella città di Orange, in Provenza, nell’anno della Revoca dell’Editto di Nantes e dell’introduzione dell’Editto di Fontainbleau.
Il nuovo editto portò alla soppressione della Chiesa Riformista in Francia e costrinse i Protestanti all’esilio o alla clandestinità, e vide la Francia in gran subbuglio. I genitori di Antoine, Pierre Faure (1636-1703) e Justine Pointy (1653-1700) fuggirono a Borculo in Olanda, con la loro famiglia, incluso il loro figlio di un anno, Antoine, nel 1686. Antoine crebbe e fu istruito in Olanda.
La famiglia ritornò per breve tempo a Orange, quando fu ripristinata la pace nel 1698, con il Trattato di Ryswick, ma, in quanto Ugonotti, furono costretti a fuggire di nuovo agli inizi del XVIII secolo. La madre Justine era morta, e il padre Pierre andò in Svizzera a vivere con sua figlia. All’età di 18 anni, Antoine Faure fuggì a Bergen op Zoom in Olanda, attraverso la Svizzera e la Prussia. Solitario e povero, Antoine iniziò a lavorare come apprendista di un chirurgo.
Nel 1713, fu arruolato come soldato dalla Società Olandese dell’India Orientale con un contratto di cinque anni. Lasciò l’Olanda sulla nave Kockinge, e arrivò al Capo di Buona Speranza il 24 marzo 1714. All’arrivo, Antoine fu nominato alla Camera degli Orfani come funzionario, dove le ultime volontà e i testamenti venivano conservati e dove venivano amministrati i patrimoni o le proprietà di persone incapaci di farlo da sole. Nel 1716, sposò Rachel de Villiers (1694-1773) a Città del Capo. Questi vissero all’inizio in una casa di proprietà del padre di Rachel, un coltivatore vinicolo di successo a Franschhoek. Appena un anno dopo, Antoine e Rachel ebbero il loro primo figlio, Abraham. Nel 1718, ad Antoine fu finalmente garantita la libera cittadinanza. Quando Antoine fu nominato insegnate, lettore e precettore presso la Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch, lui e la sua giovane famiglia si trasferirono a Stellenbosch. Antoine mantenne questa posizione fino alla sua morte nel 1736, quando suo figlio Abraham rilevò la posizione. Antoine e Rachel ebbero sette figli.
I Faure a Vergenoegd
La fattoria di Vergenoegd presso il fiume Eerste fu alla fine acquistata nel gennaio 1820 da Jacobus Christiaan Faure (1769-1834), uno dei sette figli di Abraham. Un certo numero di figli di Jacobus Christiaan e sua moglie Aletta morì giovane, tuttavia, molti dei figli sopravvissuti furono destinati ad illustri carriere.
Il loro secondo figlio più grande, Johannes Gybertus (1796-1869), ereditò in seguito Vergenoegd. La fattoria si estendeva originariamente per 59 morgen, e fu ampliata nel corso degli anni dai Faure fino a quasi 1.000 morgen. Johannes Gybertus possedette la fattoria finché non la vendette a suo fratello Jacobus Christiaan, il giovane (1798-1876), nel 1847.
Non si sa di cosa si occupò Johannes Gybertus dopo la vendita di Vergenoegd. Suo padre, Jacobus Christiaan, fu proprietario di un’altra fattoria chiamata ‘Rustenburg’ a Firgrove, tra il Somerset Occidentale e Stellenbosch, tra il 1854 e il 1868. È probabile, che acquistò la fattoria in modo che Johannes Gysbertus potesse coltivarla.
Jacobus Christiaan, il giovane, visse a Stellenbosch prima di acquistare Vergenoegd da suo fratello. Sposò Elisabeth Brink. Questa ebbe due figli con lui, prima di morire in giovane età. Nel 1836, all’età di 36 anni, il vedovo sposò Elisabeth Myburgh, della vicina fattoria vinicola ‘Meerlust’. Egli ebbe sei figli con Elisabeth. Come il resto della famiglia, Jacobus Christiaan era un uomo religioso. Fu membro della Chiesa Riformista Olandese di Stellenbosch e divenne un Anziano della chiesa in tarda età. È stato registrato che trasportò un nuovo pulpito per la chiesa di Stellenbosch con il carro dalla Città del Capo nel 1853. Non si sa cosa facesse esattamente per vivere prima dei 49 anni, quando acquistò la fattoria nel 1847. È possibile che ereditò la ‘Fattoria Stellenbosch’ e la coltivò fino al 1847. Lo stesso avrebbe coltivato Vergenoegd dal 1847 fino a quando la passò al suo secondo figlio più grande, Johannes Albertus, all’età di 74 anni nel 1872, quando molto probabilmente a quel punto della sua vita decise di ritirarsi.
Da giovane, Johannes Albertus pare abbia lavorato alla fattoria Vergenoegd, che ereditò in seguito, nonché a Rustenburg. Quest’ultima fattoria fu venduta nel 1868. Oltre all’agricoltura, Johannes Albertus fu anche membro dell’Assemblea Legislativa della Colonia del Capo, il Parlamento della Colona del Capo di Buona Speranza. Fece parte del Gabinetto e servì come Ministro degli Affari Interni. Complessivamente, servì come membro dell’Assemblea Legislativa per 12 anni, dal 1891 fino al 1902. Johannes Albertus Faure sposò Anna Frederika Wilhelmina Brand (1839-1920), sorella di Sir Johannes Henricus Brand (1823-1888), presidente dello Stato Libero di Orange, o Oranje Vrijstaat. Lo Stato Libero di Orange fu una repubblica sovrana indipendente boera del Sud Africa, durante la seconda metà del XIX secolo, che cessò di esistere dopo che fu sconfitta e si arrese all’Impero Britannico alla fine della Seconda Guerra Boera nel 1902.
Johannes Albertus Faure e Anna ebbero cinque figli: Jacobus Christiaan (1861-1934), Anna Fredrika Wilhelmina (1863-1932), Elizabeth (1865-1944), Wilhelmina Catharina Johanna (1868-1947) e Philippus Albertus Brand (1875-1947). Come figlio maggiore, Jacobus Christiaan – chiamato Kosie – (1861-1934), ereditò Vergenoegd e vi lavorò fino alla sua morte nel 1947. Coltivò uve e allevò bovini e cavalli. Molti dei suoi cavalli furono forniti agli inglesi durante la Seconda Guerra Boera tra il 1899 e il 1902. Nel 1896, all’età di 25 anni, Kosie sposò Alice Maud Cawood (1868-1914). Ebbero due figli, Erilda Louisa (1898-1968) e Johannes Albertus (1900-1967). Erilda Louisa sposò William Charles Starke (1894-1988), un coltivatore di vigneti a Muldersvlei, Klapmuts, mentre suo fratello Johannes Albertus, chiamato John, ereditò la proprietà di Vergenoegd. Questi coltivò vigneti e produsse vini di eccellente qualità, che vinsero molti premi. All’età di 30 anni, John sposò Elaine Constance Brand (*1906). Ebbero 3 figli. Rosalie Ida (*1932), Jacobus Christiaan (*1934), o ‘Jac’, Johannes Henricus Brand (1938-2007), chiamato Brand. Ai due fratelli Jac e Brand fu lasciata in eredità Vergenoegd, e questi continuarono l’eccellenza della fattoria nella viticoltura e nell’enologia. I raffinati vini prodotti vinsero numerosi premi. Tutti i loro figli ereditarono Vergenoegd in parti uguali. Il figlio più grande di Jac, Johannes Albertus (*1962) ha coltivato Vergenoegd, mandando avanti la tradizione della produzione vinicola. Una parte della fattoria è stata venduta nel 2010 alla città di Città del Capo per gli Studi Cinematografici di Città del Capo. Il resto di Vergenoegd è stato venduto nel 2015 all’EUROPEAN HERITAGE PROJECT.
INFORMATIONS PRÉCIEUSES ET CURIEUSES
Consultandosi con specialisti in vari campi di competenza, il progetto sta proattivamente supportando la sostenibilità e si sta impegnando in pratiche di coltivazione a favore della biodiversità, conservando le aree naturali, mentre continua a migliorare l’efficienza idrica ed energetica, tenendo sempre presente che i paesaggi rappresentano un patrimonio inestimabile per la cultura locale e regionale.
Anatre corritrici
La ‘Vergenoegd Löw Wine Estate’ è unica nell’uso di anatre corritrici indiane come parte del loro programma di controllo pesticida. Le corritrici indiane “lavorano” nei vigneti mangiando lumache ed altri insetti. Più di 1000 corritrici indiane vengono radunate nei vigneti ogni giorno per cibarsi di lumache ed insetti. La Parata delle Anatre (che camminano verso e dai vigneti) è diventata un’importante attrazione pubblica della Vergenoegd Löw Wine Estate.
Campione di Preservazione WWF
Ogni processo nella fattoria è ideato per lasciare un’impronta più leggera possibile. Questo a partire da un profondo rispetto per la terra e ogni creatura che la abita. Tutti i processi, come il riciclaggio, creazioni di imballaggi biodegradabili e riciclabili, utilizzo di energia solare, compostaggio e uso di sistemi di irrigazione a basso consumo d’acqua dall’impianto di trattamento idrico in loco, tra le altre cose, hanno fatto guadagnare alla fattoria l’onore di essere insignita dello status di Campione di Preservazione WWF e certificazioni IPW per la biodiversità.
ARCHITETTURA
Costruita nel vecchio stile olandese del Capo, l’architettura ricorda i primi giorni dell’insediamento olandese in Sud Africa. Molti degli edifici e la struttura generale della fattoria hanno mantenuto gran parte del loro carattere originale e riflettono l’ultimo distretto ‘inalterato’ di questo tipo in Sud Africa. Di conseguenza, è stata elencata come uno dei monumenti di più alto grado del paese, degno di preservazione.
Vergenoegd e lo stile olandese del Capo
La proprietà agricola di Vergenoegd, circondata da un basso anello di mura che crea spazi di ‘cortile’, comprende una casa colonica con impressionanti frontoni, probabilmente risalente alla metà del XVIII secolo, nonché un interessante complesso di edifici esterni.
Lo stile olandese del Capo spiccava nei primi giorni della Colonia del Capo durante il XVII secolo. Portato dagli iniziali coloni del Capo, che erano principalmente olandesi, lo stile ha le sue radici nell’Olanda, Germania, Franca ed Indonesia medievali. Case in questo stile hanno una struttura distintiva e riconoscibile, con un tratto prominente rappresentato da grandiosi frontoni disegnati ad arco, che ricordano i tratti delle case di città di Amsterdam, costruite in stile olandese. Mentre questa caratteristica è forse la più riconoscibile, non definisce comunque lo stile. Alla fine del XVIII secolo, l’architettura neoclassica olandese del Capo, ad influenza georgiana, era molto popolare, tuttavia rimangono solo tre case in questo stile. Le case sono inoltre solitamente a forma di H, con la facciata della casa di norma affiancata da due ali che corrono perpendicolari ad essa. Lo stile architettonico olandese del Capo è definito dalle seguenti caratteristiche, molte delle quali risaltano a Vergenoegd: mura bianche, intonacate a calce; tetti di paglia, ampie finestre a fascia tipo cottage; persiane in legno e lunghe strutture orizzontali, di solito ad un piano singolo o doppio, spesso con abbaini.
Al passaggio del secolo, le vecchie case del Capo dei primi del 1900, con la loro architettura olandese, si ritrovarono ad essere decisamente fuori moda, rispetto alle nuove tendenze in Gran Bretagna. La gente del Capo voleva essere alla moda e desiderava che le proprie case rispecchiassero le nuove tendenze vittoriane. Abbattuti i dignitosi frontoni, la paglia venne sostituita da ferro corrugato e le finestre con persiane furono sostituite da finestre a fasce. Ma un certo sig. Liebbrandt, custode degli archivi del Capo, ero preoccupato da tale tendenza e riuscì a convincere persone influenti a preservare la bellezza e il fascino di queste case tramite disegni, scritti e fotografie. Il poeta ed artista irlandese Alys Fane Trotter (1828-1907) fu visto ben presto aggirarsi tra le vecchie case del Capo, album degli schizzi alla mano, mentre la scrittrice sud-africana, Dorothea Ann Fairbridge (1862-1931) scriveva della loro architettura e Arthur Elliot (1870-1938) scattava fotografie dei venerabili edifici. È con registrazioni come queste, che richiamano un entusiasmo per il patrimonio architettonico olandese del Capo, che è stato possibile mantenere la magnificenza della proprietà colonica, quale è Vergenoegd.
Molti edifici olandesi del Capo, specialmente a Città del Capo, sono andati perduti per nuovi sviluppi; in particolare per l’espansione della City Bowl (Conca Cittadina) durante gli anni ’60. Tuttavia, la tradizione olandese del Capo si può ancora vedere in alcune delle fattorie sulla Strada del Vino – con la proprietà di Vergenoegd che ne rappresenta un esempio formidabile – e città storiche come Stellenbosch.
Un tratto caratteristico dell’architettura coloniale sud-africana è il copioso ed accattivante uso dei frontoni. Una ricerca preliminare ha ripetutamente auspicato a giustificare il termine ‘Olandese del Capo’ esclusivamente paragonando la forma decorativa di questi frontoni a quelli di Amsterdam. Tuttavia, nella seconda metà del XVIII secolo, il periodo in cui avviene l’intero sviluppo della tradizione sud-africana dei frontoni, l’architettura del frontone stava gradualmente cessando di essere praticata ad Amsterdam. A nord di Amsterdam lungo il fiume Zaan, comunque, il disegno del frontone rimase in vigore fino alla cattura del Capo. I frontoni sud-africani hanno molte caratteristiche in comune con i frontoni lungo il fiume Zaan, nonostante i differenti materiali usati. Eppure, l’Olandese del Capo, o stile Afrikaner, è nettamente distinto da un’architettura locale rinascimentale, nota come ‘Revival Olandese del Capo’, che ha guadagnato popolarità come stile volgare sud-africano durante la metà del XIX secolo. A differenza dalla vera Architettura Olandese del Capo, lo stile Revival Olandese dl Capo si distingue quasi esclusivamente per i frontoni ornamentali. Ciononostante, l’aumento della popolarità dello stile Revival Olandese del Capo portò ad un rinnovato interesse per l’originale architettura olandese del Capo, e quindi, molti edifici originali olandesi del Capo furono ripristinati durante questo periodo.
Jan Brandes e i suoi Panorami di Vergenoegd
Il viaggiatore e artista olandese, Jan Brandes (1743-1808) trascorse un anno a Vergenoegd. Durante il suo soggiorno, creò tre panorami ad acquarello dalla fattoria, uno dei quali include la fattoria stessa. Questi sono destinati ad essere resoconti accurati e sono ora disponibili digitalmente ad alta risoluzione al Rijksmuseum, Amsterdam. Questi si sono rivelati un’importantissima risorsa che dipinge la proprietà nel dettaglio, così com’era circa nel 1786. È molto raro che dettagli grafici di questo tipo siano disponibili per le fattorie del Capo. Anche se certi elementi del panorama non possono essere spiegati da quello che c’è in giro oggi, lo stesso è sufficientemente accurato da poter verificare i dettagli delle cantine, della casa colonica, dei ‘recinti’ murati e persino del geometrico giardino formale di fronte alla casa colonica, che è presente ancora oggi. Il panorama serve a confermare che Vergenoegd appartiene alle prime fattorie del Capo più intatte e può quindi, senza dubbio, essere classificato come importantissimo sito di patrimonio di significato non solo regionale ma anche nazionale.
Vergenoegd è un’alta struttura a strati, che si è evoluta nel corso del tempo piuttosto che costruita come unico evento progettato. Molto intrigante sembra essere la facciata della casa, incluse le sue pareti interne, che mostrano il massimo grado di consistenza e simmetria progettate, che fa pensare ad una costruzione progettata in un unico momento. Il retro della casa è del tutto incoerente e asimmetrico, il che punta ad un periodo protratto di espansione organica in un arco di 200 anni.
Il fatto che la casa è così stratificata, significa che non è possibile restaurare il retro della casa “così com’era un tempo”, o in qualsiasi altro periodo di tempo particolare, senza distruggere questa stratificazione molto evidente. Quasi ogni muro che ha origine nel XIX secolo o prima, ha pitture volgari sulle pareti, il che li pone in una fonte unica. Alcuni di questi sono stati esposti e restaurati in aree limitate, tuttavia molti altri ancora sono probabilmente sepolti da strati di pittura che copre i muri.
Casa colonica
Non si sa quando fu costruita la casa colonica o edificio principale, sebbene il frontone riporti una data 1773. La data sul frontone si potrebbe anche leggere come 1713, ma nei termini dell’attuale conoscenza storica dell’architettura, sembra essere troppo vecchia per un frontone del Capo. Tuttavia, è evidente che la fattoria era ben sviluppata per quel tempo. È stato anche indicato che il frontone potrebbe essere stato costruito alla sommità di un edificio già esistente. Un esame del fronte dall’interno, nello spazio ‘sottotetto’, un locale aperto, indica che tutti i frontoni ‘holbol’ che decorano la casa sono notevolmente intatti. Inoltre, è altresì molto probabile che il frontone della facciata non abbia mai subito alcuna alterazione. Il frontone della facciata è costruito con mattoni sagomati artigianalmente in modo irregolare e sembra essere stato alterato solo in quei punti in cui sono state inserite le travi del tetto. La facciata della casa su cui è costruito il frontone in mattoni più leggero colpisce per una solidità di 525 centimetri, cosa che potrebbe inoltre indicare l’uso della pietra nella sua costruzione. Questo livello di integrità è estremamente insolito da trovare, in quanto tanti edifici simili sono finiti per crollare per danni da incendi e ambientali, rendendo necessaria una ricostruzione completa o parziale. La qualità dell’integrità del frontone ci permette di considerare la probabilità che anche l’intonaco all’esterno sia originale.
Lo stesso complesso principale è passato attraverso numerosi periodi di cambiamento, molti dei quali fin dall’inizio. Il dipinto di Brandes indica che ha iniziato con una forma a T, prima di arrivare alla forma a H incompleta di oggi. Un esame della zona tetto è stato ulteriormente importante per determinare la sequenza di costruzione. Fatto notevole che il pavimento di legno giallo e pino del sottotetto sia rimasto intatto tutto il tempo, persino al punto che la copertura ignifuga in argilla della ‘T’ è rimasta in parte presente. Il pavimento del sottotetto nella sezione a ‘T’, paragonato alla facciata della casa, si trova ad un’elevazione leggermente diversa, ma, cosa interessante, il retro della ‘T’ è stato costruito decentrato, cosa che sembra piuttosto insolita, se il retro e la facciata degli edifici sono stati costruiti simultaneamente. Ciò indica uno sviluppo organico delle prime fasi della casa, piuttosto che sia stata costruita per un progetto simmetrico.
La facciata, ‘Langhuis’
L’elevazione frontale della casa mostra una forma che è tipicamente simmetrica con il frontone ‘holbol’ situato al centro, frontoni terminali, una ‘anticamera’ centrale, un corridoio con stanze a sinistra e a destra. È una classica forma volgare del Capo, se non fosse per il fatto che l’anticamera è stata ristretta a formare un passaggio spostando il muro laterale occidentale di mezzo metro. È probabile che sia una modifica iniziale. La forma del frontone della facciata è riprodotto sui frontoni orientale e occidentale, con un accesso al ‘sottotetto’ tramite una scalinata sul frontone occidentale. Il suo aspetto, sebbene alcuni materiali siano stati rinnovati, è simile, se non identico, al dipinto di Brandes, che indica che le parti frontali avevano raggiunto questa forma dal 1786, al più tardi. Può esserci stato un cambiamento a metà del XIX secolo nelle finestre, tuttavia, le aperture sono come quelle dipinte da Brandes.
Si è ipotizzato che la facciata della casa fosse in parte la struttura originale, che avrebbe avuto una semplice forma rettangolare. Una sezione delle mura, aperta per scopi espositivi, mostra che questo nucleo originale era costruito in pietra calcarea e malta di calce, il che dà una chiara indicazione che i frontoni, leggermente costruiti in mattoni artigianali, furono aggiunti all’edificio centrale in pietra. L’innata debolezza, causata dall’irregolarità della pietra non rivestita o rivestita solo in parte – quando usata per muri di edifici – era compensata dalle strutture molto spesse dell’edificio. Il nucleo più vecchio della casa, che probabilmente era stato fatto in pietra, è caratterizzato da uno spessore dei muri compreso tra i 52 e i 60 centimetri. Come suggerito in prima analisi, i frontoni furono costruiti più tardi, o nel 1713 o, cosa che sembra più probabile, nel 1773.
La struttura del retro a ‘T’, ‘Agterkamer’
Il retro della ‘T’, o la cosiddetta ‘camera sul retro’, una seconda stanza di accoglienza, comprende una ‘sala riunioni’, un corridoio e quella che ora è una cucina annessa. Tutte queste stanze condividono un tetto e un soffitto comune di legno giallo e forse alcune tavole di pino. Il soffitto stesso della sala riunioni ha un controsoffitto più tardo. La divisione del retro a ‘T’ in un corridoio, la sala riunioni e l’esistente dispensa della cucina possono essere datati a poco dopo il 1806, quando l’influenza britannica iniziò a pervadere l’architettura volgare. La presenza di murali nella sala riunioni indica che questi cambiamenti ebbero luogo tra l’inizio e la metà del XIX secolo. Se dobbiamo credere al dipinto di Brandes, il focolare e la cucina erano sul retro della ‘T’. Di norma, qui è dove era collocato il ‘kombuis’ una stufa a razzo tradizionale del Capo. Si può presumere che la stessa fu demolita molto tempo fa e che la ‘T’ si estendeva sul retro di qualche metro e che la porta centrale posteriore era stata aggiunta, e ora è stata chiusa per farne una finestra. La lunghezza della stanza sul retro è evidente nei muri visibili sull’altro lato del ‘sottotetto’, dove si nota un cambiamento nella forma e nella trama della muratura.
C’è una probabilità non verificata che la forma a ‘T’ sia stato un primissimo cambiamento nella storia dell’edificio e che non sia la sua configurazione originale. Sfortunatamente, il corridoio del periodo britannico che attraversava la casa abbia distrutto la fondamentale prova archeologica di sopra, secondo cui l’interfaccia dei muri originali con la ‘camera sul retro’ sia stata demolita. Idealmente, si dovrebbe rimuovere l’intonaco per determinare se la trama strutturale è intrecciata o adiacente. Il cambiamento in elevazione del tetto tende ad indicare fasi separate di costruzione
La parziale forma a H
Riconfigurare la casa alla parziale forma a H è stato un cambiamento di fine XVIII secolo e inizi del XIX, dato che era di moda nella tarda architettura volgare del periodo. Il fatto che questa fosse aggiunta alla iniziale forma a ‘T’, è ancora una volta evidente nello spazio del tetto, dove c’è una significativa differenza nell’elevazione della ‘camera sul retro’ e l’ala aggiuntiva. La costruzione dal tetto a volta su ciò che dovrebbe essere stato un divario esterno tra la casa originale e l’estensione, resta ancora non datata, ma probabilmente avvenne dopo la metà del XIX secolo, forse all’epoca in cui la ‘camera sul retro’ fu convertita in una sala riunioni, dispensa della cucina e corridoio. La chiusura della porta posteriore sulla ‘camera sul retro’ può essere avvenuta ugualmente in questo periodo. È cruciale notare che la stanza più a sud dell’estensione mostra segni di aver avuto un’apertura nel soffitto, forse per una scalinata interna.
La zona cucina ‘a capanno’
Una delle immagini di Brandes mostra che nessuna struttura fu costruita in quest’area nel 1786, a parte un piccolo capanno. Fotografie successive di Arthur Elliot nella fine del XIX secolo indicano che le strutture costruite a ridosso della ‘camera sul retro’ presero la forma di un ‘capanno’, un annesso tipo capanno con tettoia piatta.
Uno schizzo dell’edificio del 1987 da parte dell’architetto John Rennie, com’era in quel periodo, contrasta in modo significativo in termini di struttura del ristorante com’è adesso, mostrando che in quest’area della casa erano avvenute importanti alterazioni. Una grande quantità di muri interni erano stati realmente rimossi per creare uno spazio ristorante. Durante le alterazioni, che furono eseguite dal 1987 fino al 2001, vennero costruiti anche un focolare e camino, mentre la zona cucina è stata ampliata nel ‘cortile’ posteriore, cosa che avrebbe anche ricompreso un nuovo tetto e nuove aperture. Il lavoro fatto per mantenere il resto della casa colonica è per lo più una completa ricostruzione dal pavimento al soffitto. L’unico muro iniziale sopravvissuto è un primo capanno, forse realizzato secondo le strutture del XIX secolo ed è stato aperto in tre aree prima degli ultimi interventi. Queste aperture sono state murate a mattoni in quel processo, seguito dall’inserimento di archi per unire entrambi i lati della sala da pranzo, conservando nel processo due pensili in loco. Quest’area è la più recente, e lo strato più grande del XX secolo dell’altrimenti storico sito di tutela.
RESTAURO E CONSERVAZIONE
Al momento dell’acquisizione, gli edifici agricoli erano generalmente in rovina e in necessità di ampia ristrutturazione. Un ingegnere strutturale fu ingaggiato per esaminare gli edifici e riportare i requisiti urgenti e a medio e lungo termine, nonché commentare la loro stabilità strutturale.
Fondamenta
È probabile che gli edifici non abbiano delle fondamenta apposite, ma che siano stati costruiti su uno strato sottile di rocce. Questo influisce sulla progettazione di aggiunte future agli edifici e può richiedere un processo di rafforzamento delle fondamenta che dev’essere valutato caso per caso.
Muri
I muri furono costruiti con un misto di pietra, mattoni refrattari e non refrattari e terra. Com’è tradizione degli edifici olandesi del Capo, i muri sono rifiniti in intonaco di calce e latte di calce, cioè una rifinitura traspirante che richiede una manutenzione annuale. Dato che la manutenzione era stata in precedenza carente, i muri si trovavano in uno stato di trascuratezza, con pezzi di intonaco staccati o fatiscenti, nonché con alcune crepe sulla superficie. È stato confermato che le crepe nella casa colonica, i fienili, i vecchi alloggi degli schiavi e il casolare non sembravano avere implicazioni strutturali importanti, ma bisognava rimediare per prevenire ulteriori infiltrazioni d’acqua che portassero al deterioramento dei muri. Nella Cantina, sono state notate diverse crepe che richiedono ulteriore attenzione.
Tetti
Il tetto di paglia della Casa colonica (edificio principale) era in misere condizioni, sebbene avesse ricevuto alcuni rattoppi e bassa manutenzione negli ultimi anni. La struttura del timpano che supportava la paglia si ritiene abbia grandi porzioni del legno originale, anche se c’erano gravi segni di danni di scarafaggi che richiedevano un’ulteriore valutazione. Una parte del tetto sopra la ‘camera sul retro’ ha un dislivello minore dello standard ottimale di 45° per la paglia, il che richiederebbe un’attenzione particolare nei progetti a lungo termine per sostituire la paglia e ripristinare la struttura del tetto.
Il tetto in paglia dei vecchi fienili era in uno stato critico, con larghe parti collassate, a cielo aperto. La sostituzione di questo intero tetto era molto urgente, per prevenire ulteriori deterioramenti dei muri e pavimenti, che erano rimasti esposti agli elementi ed erano diventati verdi di muschio e altri segni di muffa. Molti degli architravi sopra a porte e finestre erano gravemente ammuffiti, con segni di infestazione da insetti e gran parte dell’intonaco, sia internamente che esternamente, era crepato e cadente. Nonostante questo, i muri erano rimasti strutturalmente stabili. L’intero tetto di paglia è stato sostituito nel 2016.
Il tetto della Cantina era ugualmente in uno stato di grave trascuratezza, con la necessità di importanti lavori sul rivestimento e la struttura del tetto. Il soffitto di ‘latta’ richiedeva sostituzioni per tutto l’edificio e, dato che porzioni del tetto erano rivestite di amianto, tutti i lavori sui tetti erano a rischio per la salute, per cui richiedevano manodopera specializzata.
Uso
In aggiunta ai lavori strutturali e di manutenzione richiesti, c’era anche un’enorme necessità di sicurezza antincendio e misure d’igiene da effettuare per soddisfare gli standard internazionali. Oltre a questo, era necessario un importante investimento infrastrutturale, per consentire alla fattoria di essere gestita come destinazione turistica al pubblico e attività vinicola professionale – questa includeva importanti miglioramenti delle infrastrutture elettriche fognarie e idriche. Si era notato, inoltre, che l’esistente edificio Cantina era troppo piccolo per accogliere un’attività vinicola professionale a livello internazionale.
Quando l’EUROPEAN HERITAGE PROJECT acquisì i domini di Vergenoegd nel 2015, fu intrapreso uno studio di tutti i rilevanti indicatori di tutela. Insieme a professionisti, architetti per la tutela e in continua comunicazione con la Tutela di Capo Ovest, fu creato un progetto di sviluppo del patrimonio architettonico.
Lo scopo del progetto di sviluppo era di assicurare che tutte le aree interne e circostanti la risorsa patrimoniale fossero attentamente considerate per assicurare che l’impatto sulla risorsa patrimoniale fosse mitigato. Come richiesto dalla Tutela di Capo Ovest, uno dei principi fondamentali nell’approccio al restauro e conservazione di Vergenoegd è il concetto di ‘stratificazione nel tempo’, nel quale l’evoluzione della fattoria viene rispettata e aggiunta, piuttosto che escludere le aggiunte più recenti e restaurarlo fino ad un particolare momento della storia. Si è visto che questo conferisce grande ricchezza all’esperienza della risorsa patrimoniale, in cui la storia della vita della fattoria è evidente nelle sue strutture edilizie.
Il progetto definisce le aree di sviluppo intorno al nucleo storico della fattoria. Ciascun’area ha una serie di restrizioni ad essa associate – inclusi livelli, ostacoli e forma, articolazione e frammentazione dell’edificio raccomandate. Ci sono tre categorie principali per lo sviluppo: il ‘Distretto Protetto di Vergenoegd’, i cui controlli sono più restrittivi; ‘Aree di Sviluppo del Paesaggio’, in cui possono essere concessi elementi edilizi minimali come muri del cortile ed elementi più piccoli dell’edificio; e ‘Aree di Sviluppo Edilizio’, in cui possono essere permessi edifici con specifici controlli e ostacoli.
C’è un’impellenza di sviluppo su tutte le proprietà circostanti, e la proprietà agricola adiacente è stata adibita ad altri usi negli ultimi anni. Lo scopo del progetto è pertanto creare un distretto ben definito, unico e progettato con cura per migliorare e riabilitare questa fattoria storicamente significativa. La rivitalizzazione della fattoria includerà la ridefinizione degli spazi del cortile all’interno del distretto storico; la riabilitazione e il restauro degli edifici storici entro il sito di patrimonio provinciale, cioè la casa colonica, il fienile e le stalle, nonché gli alloggi degli schiavi e il ‘casolare’; e il miglioramento di altre strutture storiche che ricadono all’esterno del sito di patrimonio provinciale, come ad esempio l’attività vinicola, per poter accogliere nuovi usi.
Restauro (viticoltura)
La proprietà di Vergenoegd Löw è strategicamente situata tra la Montagna della Tavola e la catena delle Hottentots-Holland a est e ovest, e tra la Falsa Baia e Stellenbosch a sud e nord. Il freddo clima mediterraneo, risultante dalle predominanti brezze marine della Falsa Baia, donano a Vergenoegd Löw la posizione perfetta per la produzione di vino.
Per migliorare le capacità produttive e aiutare l’attività vinicola ad ottenere ben noti livelli di qualità e riconoscimento internazionale, sono stati fatti investimenti sostanziali nelle strutture di produzione:
-
Quando la Livia Winery acquistò Vergenoegd nel 2015, gran parte delle attrezzature nella Cantina erano estremamente vecchie e fuori servizio. Per l’attività vinicola, fu acquistata una nuova pigiadiraspatrice di primissima classe, nonché nuove pompe, filtri e, dalla parte della fattoria, nuovi camion e trattori.
-
Installazione di nuova irrigazione a goccia nei vigneti, che copriva fino a ben 38 ettari.
-
Lo spazio dei serbatoi è stato limitato a 17 vecchi serbatoi in cemento, due piccolo serbatoi in acciaio inossidabile e 5 serbatoi in fibra di vetro. Con l’aggiunta di altri 39 serbatoi di stoccaggio in acciaio inossidabile (una capacità extra di 370.000 litri) e 4 nuovi serbatoi di fermentazione (capacità di 40.000L), l’attività vinicola è ora nella posizione di agire in modo più flessibile nella sua produzione e al programma di imbottigliamento, dato che può contenere più di un’annata a serbatoio.
-
Per migliorare il regime del legno, sono stati acquistati nuovi barili di quercia francese, una pratica che è ora portata avanti ogni anno.
-
Dato che l’ultima coltivazione vinicola risale al 2003, l’età media delle piante ha iniziato a raggiungere la sua fine. Pertanto, nel 2017, 5 ettari di vigne a uva bianca furono piantati per implementare la produzione di vino bianco. Si prevede di piantare almeno altri 20 ettari di uva rossa nei prossimi due anni, nonché di sostituire i vigneti più vecchi, come necessario.
-
Per migliorare ulteriormente la qualità delle uve, incentrandosi sulla viticoltura di precisione (stazione meteo, pratiche di potatura specializzate, ecc.)
Stile del vino
-
Mentre in passato i blocchi di vigneti venivano raccolti quasi da ricetta, le pratiche sono cambiate nel 2016, per cui i blocchi vengono raccolti solo in base alla maturazione e allo stile di vino richiesto.
-
Per superare il predominante Stile di “Vecchi Vini del Capo”: vini del vecchio mondo, classici, seri, con massima estrazione, che necessitavano di essere invecchiati per pochi anni e non seguivano più il gusto di una generazione più giovane di bevitori di vino, adesso sono applicati stili di vino diversi per accogliere un pubblico di consumatori più ampio.
-
Il primo vino bianco in assoluto (blanc de noir) è stato fatto con uva rossa nel 2018, e, insieme ad una ben specifica campagna pubblicitaria, ha iniziato una nuova era di penetrazione nel mercato per la proprietà.
La filosofia della produzione del vino è di creare vini con un carattere unico, vini con equilibrio, eleganza e complessità. Il profilo unico del suolo della proprietà, molto probabilmente di origine marina, insieme alle predominanti brezze marine della costa della Falsa Baia, danno sicuramente a Vergenoegd il terreno ideale per raggiungere questo scopo.
UTILIZZIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE
L’immediata salvaguardia degli edifici a rischio ma altamente degni di tutela è completa, così come lo è l’implementazione di nuove infrastrutture elettriche e civili. Anche se c’era una concentrazione sul rinnovo dei siti edilizi produttivi (ad es. la cantina e gli edifici amministrativi), ora l’attenzione è rivolta a completare il restauro della casa colonica, che si protrarrà fino al 2020, e l’aggiunta di un nuovo complesso a ristorante negli storici fienili e stalle.
Durante la progettazione ed esecuzione dell’ampio rinnovo e delle misure di conservazione, l’attività vinicola è stata analizzata a fondo e riposizionata da un punto di vista del marchio e della struttura commerciale.
Aggiungendo il nome dei proprietari al nome del marchio, “Vergenoegd-Löw – The Wine Estate”, è ora pronta ad aprire un nuovo capitolo nei suoi oltre 300 anni di storia. In base ai valori del suo marchio di SOSTENIBILITÀ, PATRIMONIO, PERSONE e VINI PREMIATI, la produzione e la presentazione dei vini sono state completamente riposizionate a formare la base economica per un ricco futuro che possa soddisfare le necessità di una conservazione continuativa di questo gioiello architettonico a Capo Ovest.
Avere un’azienda vinicola operativa con apertura al pubblico, assicura il raggiungimento di un’altra meta dell’EUROPEAN HERITAGE PROJECT: rendere la storia e la ricca architettura accessibili per chiunque.



