Dopo un sonno profondo, è stato finalmente avviato il lento e delicato risveglio del castello di Frankenberg: dopo oltre 200 anni di stasi, Frankenberg è nuovamente in grado di produrre vino in piena autonomia
Immerso nel tranquillo paesaggio del sud-ovest della Steigerwald, nella Media Franconia bavarese, il Castello di Frankenberg incorona la cima dell’Herrschaftsberg con le sue torri medievali fiancheggiate da ripidi vigneti, elevandosi su un paesaggio collinare dalle linee morbide. Oltre a un’area viticola di 30 ettari, che lo rende la cantina più grande della regione, i 130 ettari di terreno del castello comprendono boschi, terreni agricoli, frutteti e la Meierei, una fattoria storica ai piedi della collina.
Questo monumento è un’importante testimonianza della vita cavalleresca della Franconia: la sua storia territoriale risale al 1254 ed è stato sotto il dominio della famosa famiglia nobile dei von Hutten per oltre 250 anni.
Poiché il confine religioso che separa le regioni protestanti da quelle cattoliche attraversa il centro della tenuta di Frankenberg, questo territorio fu al centro del conflitto religioso del XVI e XVII secolo. Frankenberg racchiude vividamente lo spirito della riforma, gli ideali umanistici del Rinascimento e la cultura tedesca grazie al membro più celebre della nobile famiglia che lo governò, Ulrich von Hutten. Ulrich, originariamente il comandante dei Cavalieri Imperiali, era un poeta, studioso e tipografo che divenne amico e alleato di Martin Lutero, fervente sostenitore della Riforma e uno zelante avversario sia del papa che dell’imperatore.
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Dopo un sonno profondo, è stato finalmente avviato il lento e delicato risveglio del castello di Frankenberg. Un importante traguardo intermedio è già stato raggiunto: dopo oltre 200 anni di stasi, Frankenberg è nuovamente in grado di produrre vino in piena autonomia, utilizzando vitigni autoctoni e classici per la viticoltura naturale e la vinificazione artigianale.
SITUATZIONE ALL’ACQUISTO
Dopo che il barone Carl von Lerchenfeld, nel 2006, dovette dichiarare fallimento personale, il castello di Frankenberg, con i suoi 700 anni di storia, in qualità di sede nobiliare, finì. Il castello e la relativa proprietà di 100 ettari passarono allo Stato, ma già nel 2008, trovarono un nuovo proprietario nell’imprenditore e pioniere del riciclaggio Roland Belz. Sotto il progetto chiamato “Rifugio Castello Frankenberg”, Belz aveva piani ambiziosi: voleva infatti trasformare il castello e la corte – l’adiacente fattoria – in un hotel e area ricreativa. Il suo più grande desiderio era di creare a Frankenberg un luogo di ritiro e di consapevole distacco dalla vita frenetica, ma purtroppo, il nuovo proprietario di Frankenberg è morto prima di poter realizzare il suo piano, solo tre anni dopo l’acquisto.
Nel 2014, il EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha potuto acquisire il castello di Frankenberg e la sua proprietà confinante. Inoltre, nel 2016 è avvenuta l’acquisizione dell’antica fattoria, ai piedi del vigneto di Herrshaftsberg e anche il recupero delle superfici agricole precedentemente cedute. Tutto questo è avvenuto con il chiaro obiettivo di restaurare il castello e la corte il più rapidamente possibile, nonché riportare in vita i vecchi terreni e i vitigni dei vigneti locali e ripristinare l’arte della produzione vinicola di Frankenberg.
PROPRIETÀ: NUMERI E FATTI
Il castello di Frankenberg si trova nel distretto governativo della Media Franconia di Weigenheim, tra Würzburg e Norimberga, sull’altopiano di Steigerwald meridionale. Il castello sorge ad un’altitudine di 498 metri sull’Herrschaftsberg. Soprattutto da un punto di vista enologico, è importante menzionare che la proprietà rappresenta una parte del Keuperplatte (placca del triassico superiore), una meraviglia geologica, che è si è formata nell’arco di 220 milioni di anni in seguito ad una frattura nelle placche tettoniche. La denominazione di Keuper indica i diversi sedimenti rocciosi, che nella loro composizione sono unici al mondo. Formata da argillite, selenite, sabbia calcarea e marna, è la caratteristica distintiva che conferisce ai vini locali un’associazione mineralogica notevolmente chiara e particolare. L’intera proprietà di Frankenberg si estende su un’area di circa 130 ettari. In più, attualmente si sono aggiunti circa 30 ettari di terreno vinicolo, che si compongono di quattro vigneti – Luisenberg, Wolfsgrube, Hölle e Waschbuck –, boschi, meleti coltivati su prato e altre superfici ad uso agricolo. Dato che la maggior parte della proprietà consiste di superfici utili, si prevede di riacquistare ulteriori superfici e cambiare particelle limitrofe, per poter ricreare un territorio uniforme. Sulla proprietà esistono due strutture edilizie separate: il complesso del castello con una superficie totale di XX metri quadrati e superfici coltivate di circa 6.000 metri quadrati, comprendenti il castello principale, la fortezza e gli uffici distrettuali, nonché l’adiacente fattoria, con una superficie di circa 8.000 metri quadrati.
STORIA
Dal XII al XIV secolo: Frankenberg come fortezza strategica e sede di lotte di potere locali
Come la maggior parte della Franconia, Frankenberg è stato segnato, nel corso della sua storia, da una frammentazione territoriale e rappresenta, metaforicamente parlando, il concetto di patchwork, come pochi altri fino ad oggi, nell’arco del proprio scenario storico complessivo. Identificato da rivendicazioni di egemonia e lotte di potere tra numerosi piccoli paesi, cavalierati dell’impero e principati vescovili, questo fenomeno, che sfociò in frammentazione geopolitica, e particolarmente presente nella Germania centrale, fu piuttosto irrequieto, sconvolgendo l’ordine. Il castello di Frankenberg, originariamente Burg Vorderfrankenberg (Fortezza di Frankenberg Anteriore), ebbe, nel Burg Hinterfrankenberg (Fortezza di Frankenberg Posteriore), un predecessore situato nella stessa area, che più tardi probabilmente divenne suo avversario politico locale, prendendo una posizione ostile. Quindi, le rovine della suddetta fortezza di Hinterfrankenberg, che ad oggi si trovano a nord-est della struttura del castello, rappresenterebbero la fortezza di Frankenberg ‘originale’.
Già in epoca carolingia, a 500 metri ad est del monumento Hexenstuhl (Sedia delle streghe), c’era una fortificazione, che probabilmente risale intorno al VII secolo. I resti della Sedia delle streghe, sotto forma di due scalinate interrotte, si trovano ancora oggi nell’adiacente area forestale di Frankenberg. Intorno al 1166, fu costruita la fortezza di Hinterfrankenberg, che, in quanto covo di ladri, deve essere stata distrutta dall’imperatore Federico Barbarossa (1122 – 1190). Le sue rovine furono ricostruite negli anni successivi con l’attualmente fatiscente Fortezza di Probsteiwald. Resti della doppia torre, un pozzo e anche una muraglia sono ancora presenti sull’altopiano. Costruiti nel 1200, vennero menzionati come struttura in quattro parti, con due fortezze principali e due anteriori, da Konrad von Querfurt (1160 – 1202), il vescovo di Würzburg, e per la prima volta nell’anno 1225 come “castro”.
Nel 1254, il Burgravio Corrado I di Norimberga (1186 – 1260/61), del casato degli Hohenzollern, a causa della lotta di potere territoriale, costruì sotto la fortezza di Hinterfrankenberg il Burg Vorderfrankenberg come fortezza di contrasto. Questa rappresenta l’effettiva origine dell’odierno castello di Frankenberg. Nell’anno 1271, fu nominato il 14° Gran Maestro dell’Ordine Tedesco, Gottfried von Hohenlohe (1265 – 1309), un antenato del Burgravio di Norimberga, come mecenate della fortezza di Hinterfrankenberg. In questo processo, gli furono offerti anche i boschi circostanti e la relativa silvicoltura, cosa che garantì da Hohenlohe un ulteriore profitto significativo. Successivamente, il Vescovo di Würzburg Manegold von Neuenburg (†1303) consegnò la fortezza di Vorderfrankenberg a Brüder von Seinsheim, che già occupava la fortezza, per poter continuare a tenere d’occhio il territorio, duramente conteso, circostante i vigneti di Herrschaftberg e Scheinberg. Nel 1290, il principe vescovo Manegold cedette la fortezza al Decano Enrico II di Wechmar (†1309). In seguito, la fortezza cadde e nel 1344 fu dichiarata fatiscente, e pertanto, nel 1397, tutti i decani furono obbligati a pagare 40 fiorini per la manutenzione della struttura. Da ciò, si raggiunse un importo complessivo di circa 800 fiorini, che oggi corrisponderebbero più o meno ad una somma di 280.000€.
Secoli XV e XVI: all’insegna della Riforma – La guerra dei Margravi e il trasferimento del Casato von Hutten
Durante la prima guerra dei Margravi, una faida tra il Margravio Alberto Achille di Brandenburgo-Ansbach (1414 – 1486) e la città imperiale di Norimberga negli anni 1450/51, la fortezza venne gravemente danneggiata nel 1450 e definitivamente messa a fuoco nel 1462 da Sigismondo di Schwarzenberg (1430 – 1502). Tra il 1481 e il 1488, la fortezza fu ricostruita dal Decano e Vicario generale di Würzburg, Killian von Bibra (1425 – 1494). Nel cosiddetto Trattato di Blaubeurer, a Ulrich Lorenz von Hutten (1493 – 1531), il cugino meno conosciuto dell’omonimo umanista rinascimentale, cavaliere e ribelle sostenitore della riforma, Ulrich von Hutten (1488 – 1523), fu concessa una somma di 27.000 fiorini come ammenda per omicidio colposo. In questo modo, fu risarcita la morte del fratello maggiore di Ulrich, Johann (1486 – 1515), che era stato assassinato dal Duca Ulrich von Württemberg (1487 – 1550). Cosa abbia spinto il Duca Ulrich ad uccidere Johann rimane a tutt’oggi un mistero.
Un primo pagamento avvenne tuttavia all’inizio del 1520, quando la famiglia von Hutten acquistò il castello di Frankenberg sulla parte occidentale della Steigerwald. Il castello fu acquistato dal cavaliere Ludwig Hutten il Giovane (1493 – 1548), il fondatore della discendenza della stirpe nobiliare Frankerberg. Ludwig fece completare la fortezza di Vorderfrankenberg, dal 1526, con il padiglione rinascimentale a due piani, che ancora oggi la caratterizza, verso sud ed est, nonché ampliare il fossato attorno al castello e una muraglia divisoria. Anche l’arcata caratteristica e il portone in legno massiccio risalgono a questo periodo. Nel 1529, furono costruiti la portineria occidentale e parti delle ali meridionali. Seguì la costruzione della grande cantina sotterranea, del corridoio di sbarramento, le scale, le mura interne, i portali e le finestre. Ludwig, tuttavia, alla sua morte, nel 1548, lasciò un castello incompleto.
Una seconda fase di costruzione, inaugurata da Konrad von Hutten (1522 – 1556), in seguito alla quale fu realizzato il tratto nord-est con la torre a scala sul davanti, inclusa la segreta, iniziò nel 1550. Nel marzo 1554, l’adiacente Fortezza di Hinterfrankenberg fu distrutta ad opera del Margravio Alberto II Alcibiade di Brandeburgo-Kulmbach (1522 – 1557) e cadde in rovina. Solo un mese più tardi, anche la Fortezza di Hohenlandsberg in via di costruzione fu subito conquistata e in seguito distrutta. Il fatto che Vorderfrankenberg sia rimasta intatta nella seconda guerra dei Margravi (1552 – 1554) sembra sia stato un colpo da maestro di Konrad von Hutten. Nella guerra dei Margravi, che fu una conseguenza della rivolta dei principi, in cui i principi protestanti combatterono per la libertà religiosa, il Margravio Alberto riuscì ad imporsi per la prima volta con successo sui vescovati cattolici di Bamberga e Würzburg, nonché sulle due città imperiali di Norimberga e Schweinfurt. Alberto volle assicurare al Casato di Brandeburgo-Kulmbach una supremazia in Franconia, ma alla fine fu sconfitto da una confederazione nemica di numerosi principi cattolici. Dopo la fine della guerra, Konrad von Hutten riuscì a riprendere, nell’estate 1554, i lavori del castello fino all’anno della sua morte. Poiché con Konrad la discendenza Frankenberg si estinse, ne conseguirono lunghe controversie attorno al feudo con il Margravio di Ansbach. Dopo undici anni, si giunse finalmente ad una decisione, tramite cui la discendenza di Birkenfeld si affermò sui von Hutten. Nel 1568, il Casato di Ansbach e il vescovato di Würzburg decisero insieme di infeudare i due fratelli Georg Ludwig (1545 – 1613) e Bernhard (1546 – 1613) von Hutten con Frankenberg. In seguito a questo, il fratello maggiore Georg Ludwig ottenne il castello di Birkenfeld – la sede principale della discendenza di Birkenfeld – nel circondario degli Haßberge nella bassa Franconia, mentre il castello di Frankenberg andò a Bernhard come nuova conquista. Sotto Bernhard, si arrivò circa fino al 1570 per completare l’area del castello nella sua struttura di base, incluse le sue tre torri come oggi le troviamo. Tra il 1592 e il 1593, fu inoltre costruito una corte (Vorburg) che doveva delimitare Vorderfrankenberg verso est fino alla montagna.
VII secolo: esproprio e distruzione – Frankenberg come pedina della Controriforma e della Guerra dei Trent’anni
I von Hutten abitarono il castello di Frankenberg fino al 1783, quando la dinastia di Birkenfeld si estinse del tutto. Tuttavia, il dominio ininterrotto di più di 250 anni dei von Hutten sul castello di Frankenberg fu bruscamente interrotto nel corso della storia, quando la proprietà venne sequestrata, il 20.10.1630, da un commissario imperiale. Il Casato von Hutten fu accusato di alto tradimento.
L’accusa diceva che Wolfgang Albrecht von Hutten (1599 – 1626) – che in precedenza era morto in servizio durante la guerra di Ungheria – aveva cospirato contro l’imperatore e il Sacro Romano Impero. Nel Giorno di Corte di Linz, si giunse un mese più tardi ad un trattato tra l’imperatore Ferdinando II (1578 – 1637) e il Principe Vescovo di Würzberg Filippo Adolfo di Ehrenberg (1583 – 1637), in cui l’imperatore lasciò al principe vescovo il diritto di cassazione. Filippo Adolfo di Ehrenberg procedeva a suo tempo con pugno di ferro e poca pietà contro ogni simpatizzante della Riforma, presunti eretici e streghe. Era un cofondatore della Controriforma, che dal 1631 prosperava nel Sacro Romano Impero, ma, principalmente a causa della sua sanguinosa persecuzione delle streghe, che era un provvedimento nel contesto della Ricattolicizzazione, subì le conseguenze della sue spietate procedure. Come principale responsabile dell’ondata sempre più grave di persecuzione delle streghe nel Vescovato di Würzburg tra il 1626 e il 1630, il principe vescovo portò a circa 42 roghi, per i quali, solo nella città di Würzburg, almeno 219 persone morirono giustiziate tra le fiamme. Sotto il suo regime, il numero totale delle esecuzioni in tutto il Vescovato arrivò comunque a superare 900. Un numero non trascurabile, che indicava tirannia giuridica. Vennero addirittura bruciati gli stessi bambini, in particolare i bambini ciechi, in quanto considerati “posseduti dal demonio”.
Per evitare ulteriori esecuzioni con effetto immediato, nel 1630 si arrivò ad un intervento con la Suprema Corte di Giustizia dell’Impero, che unitamente al Consiglio Aulico Imperiale, fungeva da tribunale superiore. Da quanto sanno gli storici oggi, Würzburg, insieme a Bamberga – dove, nel periodo della persecuzione delle streghe, era stato giustiziato circa il dieci percento dell’intera popolazione – rappresentava una roccaforte della folle caccia alle streghe, che nelle altre parti del centro Europa era quasi di uguale portata. Dopo la morte di Ehrenberg, la Controriforma del Vescovato di Würzburg fu portata avanti dall’appena nominato Principe Vescovo Franz von Hatzfeld (1595 – 1649). L’obiettivo era di convertire i principi ancora protestanti al pensiero cattolico, perché questo garantisse una supremazia politico-religiosa. Dopo la Pace di Augusta, del 1555, prevalse infatti in tutto l’impero il principio ‘cuius regio, illius religio’, che vincolava l’appartenenza religiosa dei cittadini, i quali fondamentalmente erano in schiavitù, a quella del loro sovrano regnante. Un residuo di questa massima è il confine ancora esistente, che divide il territorio cattolico da quello protestante e attraversa i possedimenti di Frankenberg.
Nel 1632, il dominio spirituale diretto del Vescovato di Würzburg su Frankenberg cessò e la fortezza poté essere di nuovo gestita dalla famiglia von Hutten. Nell’inverno 1639/40, fu inoltre eseguita per decreto la restituzione ufficiale della proprietà del Vescovato di Würzburg e della casata von Hutten. Tuttavia, era un periodo contraddistinto dal perpetuarsi di conflitti all’interno come all’esterno del Sacro Romano Impero. Quindi anche Frankenberg non venne risparmiata dalla devastante Guerra dei Trent’anni (1618 – 1648), che era diventata ben più che una guerra puramente religiosa.
Nell’estate 1645, il castello fu attaccato e saccheggiato dai Cavalieri di Weimar, che appartenevano alla lega protestante. Stranamente, questo episodio si verificò anche se la famiglia von Hutten era devota alla Riforma fin dall’inizio e i fratelli von Hutten avevano personalmente servito la fronda protestante. Per di più, questo episodio è la riprova che i saccheggiamenti arbitrari avevano rimpiazzato le crociate a scopo religioso. I soldati nemici depredarono tutto quello che era di valore, in modo che al proprietario, Veit Ludwig von Hutten (1596 – 1655), come lui stesso in seguito aveva documentato, “non rimanesse un singolo anellino nelle mani”. Brutalmente e senza pietà, distrussero anche la fattoria ai piedi di Herrschaftsberg – menzionata per la prima volta nel 1429 – e svaligiarono i residenti del castello delle loro risorse economiche. Per quasi 300 anni, la tenuta aveva avuto un’enorme importanza dal punto di vista agricolo, in quanto, tra il 1556 e il 1848, alla proprietà apparteneva una superficie di 300 ettari di terra, che si ripartiva principalmente in campi seminativi, terra desolata e stalle per greggi.
XVII e XVIII secolo: periodi di pace e di ripresa – Frankenburg punto massimo di rappresentanza sotto i Signori von Hutten
Dopo la fine della Guerra dei Trent’anni, Frankenberg aveva trascorso quasi mezzo secolo a riprendersi dalla battuta d’arresto economica e strutturale subita. A tale scopo, i Signori von Hutten che vivevano nella fortezza di Vorderfranken cercarono di acquistare quello che era rimasto della fortezza di Hinterfrankenberg nel 1674 – e poi di nuovo nel 1719 –, per poterla utilizzare come cava.
Il XVIII secolo appena iniziato vide aprire una nuova fase, che portò alcune novità economiche, nonché architettoniche, quando Frankenberg, nell’anno 1700, passò in eredità al Capitano Johann Friedrich von Hutten (1666 – 1716). Fu allora, forse, che il nuovo proprietario del castello dovette far ricostruire, nel 1704, su desiderio della sua prima moglie Eva Juliana (1656 – 1700) l’abbandonata fattoria, che nei due secoli precedenti aveva garantito con successo l’autonomia di Frankenberg, per ricreare, così, il legame organico tra il castello e l’azienda agricola. Questo fu necessario innanzitutto perché l’azienda, che era stata in gran parte distrutta nella Guerra dei Trent’anni, era stata notevolmente danneggiata ancora una volta da un grosso incendio nell’anno 1702.
Inoltre, Johann Friedrich von Hutten alla fine pianificò di trasformare Vorderfrankenberg in una struttura fortificata a quattro ali e ingaggiò per questo l’Architetto di Corte Johann Friedrich Dientzendorfer di Bamberga, ma questo progetto non fu mai realizzato. Tuttavia, al proprietario del castello riuscì di attuare una moderna struttura interna del castello e una nuova costruzione con circa 50 finestre, in stile barocco. Ad esempio, i saloni al piano terra dell’ala meridionale e i locali della torre sud vennero dotati di decori sopraporta.
Anche nell’agricoltura, sembra che ci furono novità nel XVIII secolo, dato che si pose maggiore attenzione alla produzione del vino. Dei circa 300 ettari delle superfici agricole di Frankenberg, c’era all’epoca solo una piccola parte di vigneti, ma la rilevanza economica di questa parte divenne almeno due volte più importante. Per ragioni di chiarezza, bisogna sottolineare che le superfici a vigneti erano variate negli ultimi 500 anni. Pertanto, nel 1530, i vigneti ricoprivano circa 1,4 ettari, nel 1623 già almeno 5, fino a raddoppiarsi entro il 1783 per poi aumentare a oltre 10 ettari, rappresentando un vigneto enorme per gli standard dell’epoca.
Cosa curiosa, Bernhard Friedrich von Hutten (1675 – 1728) si impegnò per apportare un enorme miglioramento di qualità a Frankenberg, nel 1724. Si specializzò in prodotti vinicoli di alta qualità, puntando quindi ad un miglioramento dei beni. Pertanto, tra il 1736 e il 1748, oltre al vino rosso, venne coltivato anche il moscato, il Riesling renano e il Borgogna. Per questo, furono utilizzati i vigneti tuttora esistenti di Louisenberg, Wolfsgrube e Wallberg. La produzione vinicola di questo periodo ammontava in media a 10 ettolitri per ettaro. Da qui si evince che la produzione del vino, anche in epoche passate, era molto lavorata e costosa, soprattutto se si tiene conto dei frequenti cattivi raccolti. I vini di Frankenberg godevano di grande popolarità e venivano venduti in parte fino ad Amburgo. Negli anni 1719, 1738 e 1748 furono ad esempio trasportate circa 1040 bottiglie dalla Franconia centrale nella Lega anseatica.
Le ultime innovazioni alla struttura del castello sotto la signoria von Hutten avvennero nel 1753, con la costruzione del ponte di pietra che attraversa il fossato e la successiva creazione dell’edificio barocco degli uffici distrettuali, la cui costruzione era stata ordinata da Johann Phillip Friedrich von Hutten (1711 – 1783) nel 1759.
La famiglia von Hutten riuscì a costruire, nei suoi oltre 250 anni di dominio su Frankenberg, una corte relativamente chiusa e organizzata in Franconia e ad assicurarsi la sua supremazia e importanza. Fino al 1783, la signoria ebbe l’alta giurisdizione su Frankenberg, come ancora oggi testimoniano le cantine sotterranee con il corridoio delle celle di detenzione, che con ogni probabilità aveva anche camere di tortura adiacenti. Dall’alta giurisdizione venivano a volte trattati i “quattro massimi reati”, vale a dire, omicidio, rapina, incendio doloso e violenza carnale. Oltre a queste violazioni capitali, la corte centrale – che era composta da giuristi presieduti da un giudice penale come funzionario superiore – si occupava anche di furti gravi, risse, bracconaggio e soprattutto i crimini sessuali a scopo remunerativo, molto frequenti. I processi per violazioni capitali a Frankenberg si chiudevano per lo più con l’esecuzione sul patibolo a Ippesheim. In queste occasioni, venivano messi in scena spettacoli pubblici, che spesso attiravano più di 6000 spettatori. Si pensi che, per l’esecuzione di un’avvelenatrice, nel 1739, vennero persino coperti i tetti per l’afflusso di curiosi, per offrire loro una vista migliore dell’evento. Le lacunose fonti su Frankenberg indicano, nell’arco temporale tra il 1597 e il 1752, sette esecuzioni per furto, omicidio, sodomia, ricettazione e bracconaggio. Anche l’applicazione della tortura nel corso del processo era qui consueta, nel XVIII secolo. Le sentenze avvenivano in modo molto differenziato. In alcuni casi, finivano con la sentenza di morte per impiccagione, come avvenne per il bracconiere Jakob Brehm nel 1752. In proposito, vale la pena far notare che come monito il corpo veniva lasciato pendere e decomporsi, finché il cadavere, secondo le fonti, cadeva da sé dopo nove anni. Altri bracconieri ebbero però un destino nettamente migliore, poiché spesso vennero condannati ai lavori forzati presso il castello. Dal XVII secolo, condanne per cause finanziarie vennero trasformate in sanzioni pecuniarie. Oltre all’utilità finanziaria, era comunque il prestigio, che la posizione dell’alta corte portava con sé, a costituire il centro dell’interesse.
Fine del XVIII secolo fino al 2006: un lento processo del decadimento
Nel 1783, la signoria dei von Hutten, il cui luogo di sepoltura si trova nella chiesa locale del comune di Reusch, situato a sud-ovest, giunse alla fine. Con la morte di Johann Phillip Friedrich von Hutten, che non ebbe discendenti, il possesso dei beni di Frankenberg passò, dopo lunghe successioni ereditarie, alla famiglia von Poellnitz. È probabile che a tale riguardo, fu ideato un complotto, che fin dal principio aveva escluso dall’asse ereditario tutti i parenti e discendenti indiretti di Johann Phillip Friedrich, tra cui la figlia di sua sorella, Elisabeth Juliana Martha. Esiste infatti un documento del 25 dicembre 1772, secondo cui il Margravio Alessandro di Brandeburgo-Ansbach-Bayereuth (1736 – 1806) avrebbe ceduto in donazione il feudo di Frankenberg già in quel periodo – e quindi undici anni prima della morte dell’ex proprietario del castello – ufficiosamente al suo fidato consigliere e ciambellano Ludwig Karl von Pöllnitz (1758 – 1825). Si dovrebbe subito sottolineare che comunque la proprietà della grande area del castello era più un onere che un valore aggiunto per i von Peollnitz. Infatti, gli edifici erano in rovina, gli immobili erano stati depredati e il vigneto era abbandonato. Questo, quindi, in ultimo, costrinse la famiglia von Pöllnitz a dichiarare fallimento nel 1814.
La procedura di fallimento sotto la supervisione del governo imperiale di Ansbach, permise tuttavia di lasciare Frankenberg alla famiglia von Poellnitz, poiché la stessa era nelle grazie del Margravio di Brandeburgo-Ansbach-Bayreuth. Tra il 1803 e il 1806, von Poellnitz affittò le superfici utilizzabili sul terreno della fortezza, ricavandone una rendita mensile. Dal 1811, fece rimuovere le rovine fatiscenti e utilizzarle come cava. Che Frankenberg già per la prima metà del XIX secolo fosse un luogo economicamente scomodo, lo si dedusse anche dai vigneti fortemente ridotti. Infatti, gli oltre 10 ettari precedenti di aree a vigneto, nell’anno 1825 si erano ridotti a solo mezzo ettaro. Il prestigio e il ruolo di Frankenberg subirono un ulteriore calo quando, nell’anno 1848, la giurisdizione feudale venne abrogata. Dopo il 1848, il nome del Cavalierato di Frankenburg si riferì soltanto alla grande azienda agricola e silvicola. La famiglia von Pöllnitz rimase tuttavia in possesso di Frankenberg, fin al termine della loro discendenza con la morte della Baronessa Marimathilde von Poellnitz (1898 – 1971). In seguito, i Signori di Lerchenfeld – che facevano parte della tradizionale nobiltà bavarese – divennero i nuovi proprietari del castello.
FATTI INTERESSANTI E CURIOSITÀ
Favole e leggende sul castello di Frankenberg
Come delle vigne dell’immenso vigneto e dei cespugli di mirtilli selvatici dei boschi adiacenti, anche intorno alla fattoria si narrano leggende e racconti popolari. Si dice ad esempio che, una volta, una contadina sterile, non lontano dal lago di Schäfersee, avesse ricevuto da una ninfa delle acque un portafortuna incantato, una mandragola. Da quella mandragola, nacque una bambina, che la contadina chiamò Juliana. Ma la proprietaria di Frankenberg di quel periodo, anch’essa sterile, reclamò la bambina per sé. Quando la giovane Juliana dovette andare in sposa ad un cavaliere, la vecchia contadina si recò alla fortezza e supplicò di poter partecipare alle nozze della sua unica figlia; tuttavia, infuriato dall’avventato comportamento della vecchia signora, il cavaliere la uccise. Come punizione per il suo reato, venne condannato a pellegrinare fino a Gerusalemme e a visitare il sacro tempio, ma dal suo viaggio di penitenza, il cavaliere non tornò mai più. E così, Juliana, travolta dal dolore, decise di tornare al suo luogo d’origine, la corte lasciatale in eredità ai piedi del feudo, l’odierna fattoria.
Ancora oggi, una croce del 1319, presso tre abeti rossi sul lago di Schäfersee, che si può scorgere a sud-est della fattoria, ricorda tre pastori che proprio in quel punto incontrarono un terribile destino, quando furono sorpresi da un temporale e colpiti a morte da un fulmine.
Altri due aneddoti sono altrettanto terribili. Come quello dei tre figli della famiglia von Seckendorff, che amministrò la fortezza di Vorderfrankenberg dal 1390 al 1423, aggrediti e uccisi da un branco di lupi nel bosco confinante. Quando un gruppo di uomini armati si mise alla ricerca dei bambini, trovò i loro corpi straziati nelle vicinanze di Scheinberg. I loro resti, come quelli dei tre pastori del racconto prima menzionato, sono sepolti presso i tre abeti rossi. Un altro incidente, che pare sia avvenuto nel punto del bosco adiacente in cui ancora oggi si può trovare la Hexenstuhl, Sedia delle streghe, riguarda un mito piuttosto tetro. Ai tempi del medioevo, una giovane, la figlia di un predicatore di una località delle vicinanze, seduta come al solito sulle rovine di pietra a forma di scalinata, si spazzolava i capelli dorati e cantava. Il suo canto e il suo aspetto grazioso, dice la leggenda, ammaliava e faceva impazzire gli uomini che si avventuravano nel bosco. Ben presto venne accusata di stregoneria e probabilmente giustiziata sul rogo proprio accanto alla Sedia delle streghe dove si trova il Luisensäule (Pilastro di Luise).
Il Pastore Schmitt di Weigenheim, all’inizio del XIX secolo, aveva diffuso molte di queste leggende e narrazioni, che erano accadute nei dintorni della proprietà di Frankenburg. Se si tratti solo di discorsi generali o volti a rafforzare la fede nella comunità, la cosa resta oscura. Si può tuttavia supporre che dal 1802, con la secolarizzazione e la mediatizzazione condotte sotto Napoleone, che concesse il territorio di Franconia al giovane regno di Baviera, si diffusero incertezze tra la popolazione. Da una parte, la diffusione dei racconti era volta a conservare la posizione tanto locale quanto regionale, da un’altra, i singoli sacerdoti, indipendentemente dalla loro confessione, dovevano impegnarsi attivamente per continuare ad attirare fedeli alle loro funzioni religiose, nel timore che la loro comunità potesse ridursi fino a scomparire. Quale sia stata in realtà la vera causa della divulgazione di tali racconti popolari, o dove risieda la loro esatta origine, è difficile specificarlo in questa sede. Tuttavia è un fatto che quelli esaltano la particolare magia di questo luogo, in cui il tempo sembra rimanere sospeso come in un incanto, e lo elevano ad una sorta di mito.
Un parco inglese all’insegna del Romanticismo
La tomba del secondo proprietario del castello del Casato Poellnitz, Karl Friedrich von Poellnitz di Frankenburg (1758 – 1826), si trova non lontano dal castello e dalla corte, nelle vicinanze della sommità dell’altopiano di Scheinberg, che, con i suoi 499 metri, rappresenta il punto più alto di Steigerwald. In totale conformità con le idee naturalistiche e di riforme sociali di Jean-Jacques Rousseau, di cui Karl Friedrich era molto amico, la tomba e la lapide giacciono su un’isola Rousseau al centro di un lago boschivo. Quello che oggi può apparire incredibile, in epoca romantica era anche una forma insolita di sepoltura, poiché spesso, intorno alla cosiddetta isola Rousseau c’erano cimiteri appariscenti, che venivano utilizzati soltanto come elementi di progettazione nel rispetto del paesaggio in stile inglese per trasmettere la caducità e la solitudine. Che il proprietario del castello, Karl Friedrich, avesse in generale un debole per l’architettura paesaggistica, si evince anche dai suoi tentativi di creare un paesaggio idilliaco, tipo parco, secondo la struttura dei giardini inglesi, che includevano altalene e altri giochi, nel bosco adiacente.
Un poligono di tiro dimenticato del periodo della Repubblica di Weimar
Per lungo tempo, le vecchie popolazioni locali hanno detto che, nel “tracciato” della zona boschiva di Frankenberg, era nascosto un vecchio poligono di tiro dei tempi della Repubblica di Weimar. Durante li periodo della rivoluzione bavarese, in cui, nella primavera 1919, venne fondata a Monaco una Repubblica dei Consigli, da parte dei parlamentari del Controgoverno Hoffman, che era fuggito a Bamberga, fu trasferito il potere di vigilanza soprattutto agli abitanti di questa zona. Nel 1921, questi vigilanti furono disarmati su pressione delle forze vincitrici della 1° guerra mondiale.
A quanto pare, fu istituito a Frankenberg, che allora era proprietà del Barone Theodor von Poellnitz (1869 – 1945), un campo di addestramento per questi vigilanti. Da metà degli anni ‘20, si esercitavano su questo poligono le unità degli “elmetti d’acciaio”, un’organizzazione per il fronte, che era fortemente orientata al nazionalismo tedesco, e senza dubbio, antidemocratica. In qualità di “opposizione nazionale”, gli elmetti d’acciaio erano da una parte, in concorrenza con le divisioni fasciste delle SA hitleriane, dall’altra sostenevano pienamente l’ascesa al potere di Hitler, come dimostra l’alleanza del “Fronte di Harzburg” del 1929. Nel luglio 1933, gli elmetti d’acciaio passarono poi alle SA. C’è una forte possibilità che la popolazione del villaggio circostante sapesse quanto accadeva nel bosco di Frankenberg e che lo tollerasse, anche se il concetto di nazionalismo e quello dei simpatizzanti dei gruppi di estrema destra, fino ad allora, rappresentavano per il popolo comune un costrutto per lo più ancora astratto. Tuttavia, è doveroso chiarire che la maggioranza era contro il “dettato di pace”, il Trattato di pace di Versailles. Soprattutto la Baviera, famigerata “cellula d’ordine” della Germania, era particolarmente nemica della repubblica e anche niente affatto contraria all’uso della violenza nei conflitti politici. Dopo l’ascesa al potere di Hitler nel 1933, pare, comunque, che il poligono di tiro di Frankenberg non fu più utilizzato, presumibilmente perché non doveva essere più nascosto. La boscaglia, da quel momento, ricoprì lentamente il percorso del “tracciato”, motivo per cui oggi tutte le tracce del’ex campo di addestramento sono state cancellate. Armi affilate furono di nuovo puntate su Frankenberg nell’aprile del 1945, quando le truppe americane si scontrarono qui con la resistenza delle unità tedesche.
ARCHITECTTURA
Sul complesso del castello
Nella sua forma odierna noto sotto il nome di Castello di Frankenberg, allo stesso tempo anche come Cavalierato di Frankenberg, nel corso della storia era stata progettata, sulle fondamenta della Fortezza di Vorderfrankenberg precedentemente eretta, la conversione dalla fortezza originale a quattro ali in un complesso di uguali dimensioni, tuttavia questi progetti non furono mai realizzati. L’ala nord e una parte dell’ala ovest furono colpite da un incendio e offrono ancora oggi un marcato scorcio fino all’altopiano agricolo dell’Ochsenfurter Gaus e Uffenheimer Gaus. Attualmente, il castello di Frankenberg, costruito con pietra di sabbia calcarea regionale, si compone di una struttura principale a tre ali con un’ala ovest, sud ed est, mentre a nord, dalla prospettiva della corte, si trovano le rovine della vecchia fortezza di Vorderfrankenberg. Rispettivamente a sud-ovest, sud e nord-est, insistono nell’insieme tre torri rotonde, mentre lungo le mura esterne del castello, ad ovest, c’è l’ex giardino delle mura. Tornando alla corte del castello principale, un ponte in muratura che attraversa il fossato, conduce dal portone principale in legno massiccio del castello all’ala est dentro il cortile.
Sul territorio della fortezza di Hinterfrankenberg si trova un’area parco aperta al pubblico, parti dell’arboreto e una corte privata del Barone di Poellnitz e altre persone che erano collegate con il castello di Frankenberg. Purtroppo, non si sa con esattezza quando vennero costruiti i monopteri in stile classico presenti in questa corte, tuttavia, a giudicare dallo stile, si attribuisce il monumento agli anni intorno al 1790.
Passaggio dal Gotico al Rinascimento
La fortezza medievale di Vorderfrankenberg, originariamente a quattro ali, che esisteva in questa posizione nell’anno 1254 sotto il governo di Norimberga, fu ampliata nel 1526 da Ludovico Hutten il Giovane in stile rinascimentale, con un padiglione a due piani verso sud ed est. Inoltre, seguì la costruzione di un fossato e un muro divisorio attorno al complesso della fortezza. Per i lavori di modernizzazione, Ludovico ingaggiò innanzitutto il costruttore di Bamberga, Hans von Pfortzen. In questo periodo, venne anche rinnovata completamente l’arcata d’ingresso e montato il portone in legno massiccio ancora oggi esistente. Da sottolineare che i lavori di ristrutturazione del 1528 furono conclusi positivamente, dato che la torre di sud-est, in cima alla cornice superiore, riporta uno stemma dei von Hutten con l’anno “1528” – un numero che normalmente annuncia il completamento di elementi edilizi. Nel 1529, il castello di Frankenberg chiamò un nuovo costruttore, il Muratore Endres Lutz. Lutz dovette realizzare tutte le strutture murarie del nuovo edificio, incluse le strutture delle portinerie est e ovest, che erano già state create dal precedente costruttore nelle loro dimensioni esterne. Inoltre, Lutz costruì sezioni del muro esterno dell’ala sud, la grande cantina sotterranea, parti del cammino di ronda, scalinate, pareti interne della fortezza, portali e finestre. Nel 1530, furono inoltre potenziate la portineria e la stalla dei cavalli. Seguirono lavori interni ai tetti e alle torri, nonché la costruzione di singole pareti di rinforzo con telai in legno, di cui ancora oggi si trovano elementi isolati nell’ala sud del castello.
Particolarmente interessante il fatto che, nonostante i lavori di modernizzazione avvenuti secondo i progetti edilizi appaiano visibilmente in stile rinascimentale, tuttavia, in merito alla statica e al lavoro in muratura, specialmente sulle imponenti capriate, quegli stessi lavori sono stati eseguiti secondo metodi del tardo-gotico. Le due torri orientate a sud, con i caratteristici timpani a membrana rinascimentali, furono tuttavia ricoperte, nei primi del 1542, con cappe ottagonali. Un completamento del castello fu tuttavia temporaneamente interrotto con la morte di Ludovico nel 1548.
Completamento del castello principale e sviluppo della corte
Una seconda fase fu avviata sotto Konrad von Hutten nell’anno 1550 e realizzata fino al 1554. Durante questa fase, sorse il padiglione est con la torre a scala, che si presenta a forma di fuso, e le segrete, che furono collocate nella cantina sotterranea.
Nel 1570, grazie al nuovo proprietario del castello, Bernhard von Hutten, si arrivò al completamento del complesso del castello nella sua struttura fondamentale, come oggi si presenta insieme alle sue tre torri. Bernhard, diversamente dal suo predecessore, non perseguì l’obiettivo di ricostruire il castello in base alla vecchia fortezza. Al contrario, decise, nel 1592, per la costruzione di una Corte, di forma allungata, un’ampia struttura d’ingresso a graticcio con due torri rotonde ai lati, che doveva delimitare Vorderfrankenberg verso est fino alla montagna. La realizzazione della nuova corte fu completamente terminata dopo soli due anni.
Purtroppo, la torre di custodia a sud della corte, agli inizi del 1925, si trovò in uno stato decadente. Una spaccatura in senso verticale si formò sul lato sud fino a terra e pertanto crollò a causa di questo nello stesso anno. La torre è stata comunque restaurata con successo tra il 1998 e il 2011.
Ingresso del Barocco e la realizzazione di un nuovo edificio amministrativo
Nel 1693, fu ricostruita una parte del bastione distrutto e riparata l’adiacente torre nord danneggiata, tuttavia, non fu rinnovata la sezione del timpano rinascimentale, in quanto il materiale smantellato era stato utilizzato per il riempimento di crepe nella muratura. Anche la forma del tetto, oltre alle capriate, furono riadattate, al passo con i tempi, in stile barocco. Furono montati rispettivamente un tetto a calotta e uno a cupola sulla torre, e nella nuova sala della torre un soffitto a travi sostituì, da allora in poi, il soffitto ad assi del XVI secolo, come quelli che si trovano nelle altre due torri del castello.
Johann Friedrich von Hutten, nel 1707 e nell’anno successivo, promosse una moderna costruzione interna al castello di Frankenberg. Ancora oggi, si riconoscono due diverse costruzioni di finestre sul castello. In una, sono identificabili alcune aperture di finestre murate sull’ala ovest, che sono ancora attribuibili allo stile gotico, mentre la maggior parte delle finestre appartiene ai primi del XVIII secolo. Queste furono costosamente ampliate durante la modernizzazione e dotate di telai e vetro lavorato a mano in stile barocco. Nell’altra parte, furono costruiti in questo periodo due possenti camini realizzati in marmo, derivati dai progetti del maestro falegname di Würzburg, Johann Michael Gerst. Oltretutto, in diverse sale al piano terra dell’ala sud, come pure nei locali della torre sud, furono realizzati e montati dei sopraporta in stucco dal muratore Domenico Tiny. I lavori di Tiny, che, con la sua magnifica decorazione, ha contribuito in modo rilevante a conferire un’immagine rappresentativa del castello, dovrebbero essere stati creati per lo più nel 1708.
Le ultime innovazioni al complesso del castello sotto la signoria dei von Hutten avvennero nel 1753, con la realizzazione di un ponte in pietra, che, attraversando il fossato, collegava il castello principale e la corte, e i ponti sospesi costruiti originariamente nel XVI secolo. In conclusione, seguì la sede degli uffici, la cui costruzione fu commissionata da Johann Phillip Friedrich von Hutten come edifici amministrativi, nel 1759. Con ogni probabilità – come fu in precedenza per il ponte sul fossato – la sede degli uffici fu costruita secondo i progetti dell’ispettore edilizio federale di Ansbach, Johann David Steingruber. Purtroppo, i progetti originali non sono firmati, ma bisogna precisare che qui si tratta di piantine disegnate da Steingruber, che indicano tanto lo stile distintivo, quanto il suo tipico linguaggio stilistico alla Ansbach.
Trasferimento della cappella del castello
La localizzazione di una cappella del castello presenta finora alcune difficoltà, non c’è purtroppo nessuna documentazione che attesti se si trovasse nel castello o nella vecchia fortezza, si possono solo fare congetture in base ad alcuni documenti disponibili che sono stati ritrovati. Pare, infatti, che sia stata ritrovata una chiesa presso il “vecchio edificio” nell’area centrale dell’antico castello. Nel XVIII secolo, primi del XIX, la cappella si trovava al piano terra dell’ala sud. Nel 1836, Friedrich Wilhelm Barone di Poellnitz fece trasferire la cappella nella sua posizione odierna, nel cortile. Per la progettazione del luogo di preghiera, Poellnitz decise per una soluzione con soffitti a volta. Nelle forme rigorose, si mescolano elementi classici e neogotici. Con la riduzione della quantità di legno sui soffitti, fu realizzata una muratura con telai in legno sulla massiccia parete esterna. I telai in legno si distinguono ancora oggi sull’intonaco esistente.
Sulla fattoria
La fattoria, ai piedi della proprietà, fu menzionata per prima volta nel 1429 e nacque dopo la fortezza medievale originale, Fortezza di Vorderfrankenberg, tuttavia, nella sua sostanza architettonica, è più antica del complesso del castello rinascimentale edificato nel 1526. Infatti, tra il 1530 e il 1531, a Frankenberg, oltre alla nuova struttura del castello, si prevedeva anche la ristrutturazione della fattoria con la realizzazione di un’abitazione, una stalla e un fienile. Come per il castello e la fortezza, anche i lavori in muratura della fattoria sono in pietra di sabbia calcarea. Il podere tardo medievale, completamente distrutto durante la Guerra dei Trent’anni, subì altri ingenti danni nel 1704, a seguito di un disastroso incendio, in cui furono distrutti l’ovile e il fienile. Questo indusse Johann Friedrich von Hutten a far ricostruire l’aia su desiderio della sua prima moglie Eva Juliana nell’anno 1704, quando la fattoria portava ancora il nome di Schwemmhof. Dopo la ricostruzione, la corte fu anche rinominata Julianenhof (Corte di Juliana). Intorno al 1910, la fattoria era ancora un’area economica a quattro ali, ad est e a sud c’era un complesso recintato, mentre a ovest e a nord esistevano sette edifici separati di uno e due piani. L’ex abitazione dell’aia aveva una piccola particolarità: in origine era dotata di un tetto mansardato, sul quale, nel 1907, venne costruito un tetto a due falde.
STATO STRUTTURALE ALL‘EPOCA DELL’ACQUISIZIONE
Svettando con la sua imponenza in cima alla collina di Steigerwald, il castello di Frankenberg si presenta, con i suoi folti boschi circostanti e i vigneti scoscesi, in modo maestoso e crea un’immagine tale che può ricordare le favole dei fratelli Grimm. Frankenberg è un gioiello molto raro nella storia dei franconi, ma per oltre un secolo, è rimasto in un profondo stato d’inerzia, finché non fu acquistato dall’imprenditore Roland Belz nel 2008. Soprattutto dall’inizio degli anni ‘70, la sostanza architettonica del castello subì gravi danni, ma anche la perdita della secolare proprietà terriera fu una conseguenza di un forte abbandono e di una gestione economica non redditizia. Quando l’ultima erede del Casato di Poellnitz morì nel 1971, la proprietà, allora di una superficie di 500 ettari, passò ai Baroni von Lerchenfeld. L’ultimo proprietario nobile, Carl von Lerchenfeld (*1957), sperperò a dismisura nel corso degli anni e nel 2006 fu costretto a dichiarare fallimento. Dalla situazione economica di Lerchenfeld derivò che lo stesso dovette vendere circa l’ottanta percento dell’intera proprietà.
Oltretutto, dalla critica situazione finanziaria dell’ex proprietario del castello risultò che sia il castello principale che la corte subirono notevoli perdite strutturali, in quanto i necessari lavori di manutenzione non furono effettuati per anni. L’unico intervento che fu condotto sotto l’amministrazione dei Baroni von Lerchenfeld fu in ultimo il restauro dell’edificio di uffici negli anni 1978 e 79.
Lo stato desolante del castello rinascimentale era notevolmente visibile nel 2014: la pietra sabbiosa riportava diffusamente gravi danni, la statica dell’ala sud-est era fragile, così come quella dell’ala sud-ovest e nord-est, che erano in uno stato ancora peggiore. La muratura era talmente friabile, che si poteva considerare sull’orlo del collasso, inoltre, il corpo in legno massiccio del tetto malandato premeva sulle fondamenta già indebolite. L’ala nord era completamente collassata su se stessa, anche se in questo caso si trattava di parti della fortezza medievale già crollata da secoli.
La fattoria storica ai piedi di Herrschaftsberg era ormai caduta in rovina, in quanto improduttiva per un intero secolo e nel frattempo, grandi parti della muratura del podere erano state rimosse per poter effettuare i lavori di restauro del castello principale. Un’ulteriore struttura fragile è quella dei monopteri di stile classico sul cortile privato del castello, che ancora oggi sono riconoscibili, poiché erano sostenuti da una ingabbiatura di legno. Dall’acquisizione da parte dell’investitore privato Roland Belz nel 2008, è stato realizzato il nuovo restauro dell’edificio di uffici e della corte. Colpito dall’impegno precedente di Belz, il EUROPEAN HERITAGE PROJECT ha deciso di acquisire Frankenberg nel 2014 e portare avanti i restauri iniziati.
MISURE DI RESTAURO
Dal 2014, THE EUROPEAN HERITAGE PROJECT restaura con grande impegno il Castello di Frankenberg e l’edificio Meierei situata ai piedi del monte signorile, così come i vigneti adiacenti con le loro eccezionali e storiche ubicazioni. Nel 2016, dopo molti anni, è stato possibile produrre in produzione propria vini del Castello di Frankenberg. Sia i lavori nel nucleo del castello che nella parte anteriore sono stati completati nel 2024. Rimangono ancora da realizzare i lavori nella fattoria e nella cantina vinicola.
Statica
Attualmente,
la statica delle ali est e ovest necessita fortemente di un intervento. Infatti, si è dovuto rimuovere completamente un edificio a due piani adiacente al complesso del castello nell’ala ovest, in quanto era collassato e non più risanabile. Anche l’ala ovest appena menzionata è nello stato di crollare da un momento all’altro e in parte non agibile. L’intera statica, dalla muratura, al tetto e i vani, fino alle fondamenta, è fortemente compromessa, la sostanza architettonica in questa ala del castello fortemente cadente. All’epoca dell’acquisizione, anche la statica dell’intera ala sud era fortemente danneggiata, dato che da una parte i muri portanti non riuscivano più ad essere ancorati alle fondamenta, dall’altra erano in parte enormemente friabili, fragili e non più in grado di resistere alle intemperie. Era minacciata la perdita dell’intera sostanza architettonica, poiché i muri, a causa dell’enorme peso del massiccio tetto gotico, erano anche stati premuti verso l’esterno. Per impedire questo processo, i muri di tutti e quattro i lati sono stati raddrizzati e ancorati tra loro e alle fondamenta, intervento effettuato ugualmente sulle torri di sud-est e sud-ovest.
Inoltre, i monopteri sul cortile privato, a rischio di crollo, temporaneamente puntellati con ingabbiature in legno, devono essere restaurati. Per giunta, sono in progetto misure di conservazione per poter mantenere lo stato attuale per i posteri. In questo contesto, il terreno cedente e sabbioso, su cui insistono le rovine, rappresenta una sfida particolarmente grande. Di conseguenza, si cercano metodi che riescano chiarire come si possa consolidare al meglio le fondamenta della costruzione consumata ed erosa, senza per questo modificare la sostanza fondamentale da preservare.
Tetto e vani
Una sfida straordinaria si è presentata durante il restauro della massiccia capriata gotica, per la quale l’intera struttura in legno è stata frammentariamente demolita e in gran parte sistemata. Parti delle travi, puntoni e assi sono state per lo più restaurate, in particolare gli elementi arrugginiti e non più solidi sono stati sottoposti ad accurate ricostruzioni storiche. Oltretutto, sono stati debitamente applicati ancoraggi per il consolidamento della statica, nel pieno rispetto delle condizioni per la tutela dei monumenti. Si otterrà un alleggerimento e allo stesso tempo una stabilizzazione tramite l’apporto di ulteriori travi portanti in legno e quattro massicce travi in acciaio. Tutte le tegole del tetto sull’ala sud, l’ala est e parimenti sulle tre torri del castello sono state finora smontate, riparate e rimontate. Per conservare la maggior parte possibile del materiale originale, sono state sostituite solo le tegole completamente distrutte o già mancanti. Anche molti dei tetti dell’area ovest della fattoria sono stati rinnovati con questo criterio, laddove gli edifici non sono ancora del tutto usurati.
Al momento, soprattutto la torre adiacente rivolta a nord presenta tracce di maggior utilizzo, tanto che qui vi sono alcuni casi in cui i soffitti tra un piano e l’altro sono crollati. Inoltre, la pesante costruzione in legno arcuata del tetto della cappella, a causa della forte presenza di tarli, è in forte cedimento e deve essere sottoposta ad un restauro intensivo, durante il quale le travi del soffitto dovrebbero essere completamente cambiate. Finché non avviene il restauro della costruzione in legno, la cappella rimane chiusa fino a nuovo ordine.
Riscaldamento, elettricità e impianti sanitari
Nel castello principale, l’impianto idrico, elettrico e telefonico sono già stati tutti riattivati nell’ala sud e in parti dell’ala ovest. Anche nelle stanze delle torri sud-ovest e sud-est, nonché nei bagni per donne e uomini al primo piano dell’ala sud, che ospiterà i futuri uffici amministrativi e le sale riunioni di Frankenberg, sono stati installati nuovi impianti sanitari. Inoltre, sono stati impiantati bagni pubblici per i futuri visitatori dell’enoteca nell’ala est.
In tutto il castello, in grandi stanze come saloni, suite o il “camerino della sposa”, sono stati installati riscaldamenti a pavimento sotto il parquet, mentre nei corridoi e nelle stanze di passaggio sono stati integrati termosifoni a parete, incassati dietro i boiserie (rivestimenti) originali in legno, per poter conservare l’originale aspetto estetico dell’epoca.
Nella parte orientale della fattoria, che attualmente è stata del tutto ricostruita e adibita a hotel, sono stati rinnovati, come anche nella maggior parte del castello principale, tutti gli impianti. Tuttora esiste lì una specifica cabina di controllo, da cui può essere ulteriormente gestita la climatizzazione della stanza.
Ricostruzione
Pavimenti
Nei passaggi e nei corridoi del castello, sono state mantenute le pietre in calcare di Sollnhofen del pavimento originale, restaurate quelle danneggiate e sostituite quelle mancanti. Il legname antico dei pavimenti in parquet di legno tenero nelle stanze e nei saloni della torre dell’ala sud è stato possibile restaurarlo con supporti in legno duro e conservarlo per circa un terzo – il disegno presenta epoche molto disparate –, mentre si è dovuto ricostruire ad alti costi la maggior parte del parquet seguendo le caratteristiche del disegno.
Porte e finestre
In tutto il castello, le finestre sono state rinnovate con uno scrupoloso lavoro dettagliato. I telai delle finestre risalenti al XIX secolo e di stile rinascimentale, sono state quasi completamente mantenute, tuttavia, è stato necessario un totale ripristino dei vetri. I vetri applicati con trafilati in piombo delle finestre ad arco barocche, che sono visibili dal lato sud della corte interna del castello, è stato invece possibile conservarli in gran parte. Per conferire migliore isolamento ed efficienza energetica, le finestre dell’epoca sono state trasferite verso l’esterno, mentre nella parte interna sono stati aggiunti altri vetri, nell’intradosso di venti centimetri, per evitare una possibile infiltrazione di aria fredda.
Tutte le porte del castello, come pure le cassette murali in parte presenti, sono state riadattate, levigate, verniciate, dotate di nuovi cardini secondo il disegno originale e calibrate.
Scale e ascensori
È stato possibile preservare le scale in pietra in tutto il castello, con costosi interventi di restauro, nel loro stato originale. Per poter permettere a tutti un accesso al castello, si è ricorso ai lavori sull’accessibilità. In questo contesto, ci sarà in futuro un ascensore nell’ala sud. Il condotto del vano ascensore è stato realizzato in modo che l’ascensore si integri nell’insieme con discrezione, cosicché sia garantita la preservazione del patrimonio. Nell’area dell’hotel pianificato, che sarà collocato nella fattoria, dev’essere ugualmente garantito l’abbattimento delle barriere per l’accessibilità.
Muratura
La conservazione della cantina sotterranea e dei bastioni presenta un netto contrasto con gli spazi soprastanti e le sale del castello in stile dal Barocco al Classicismo. Costruita sulle formazioni rocciose di Herrschaftsberg, qui si percepiscono la storia e le origini della fortezza. Come in tutto il castello, anche qui è stata completamente restaurata la pietra arenaria di Keuper di origine locale. Le varie fessure nell’opera muraria del castello sono state riparate con grandi quantità di materiale da tamponamento e, anche negli interni del castello, l’intonaco, spaccato e aperto in molti punti, è stato ristrutturato.
Particolarmente prezioso risulta un elemento di capriata presente nel corridoio del piano superiore dell’ala sud, integrato nel resto della parete, che è stato anch’esso staticamente riadattato e dettagliatamente restaurato.
Durante la rimozione di una casa distrutta nell’area settentrionale dell’ala est, è stato ritrovato un antico forno che prima non era visibile. Incassato nel lavoro in muratura del vecchio muro della fortezza e di enormi proporzioni – soprattutto nel suo spessore – si può presumere che si tratti di una fornace costruita intorno al 1531. Questo può essere molto plausibile, in quanto i documenti dimostrano che a Frankenberg, durante il periodo della sua prima fase di modernizzazione, i mattoni per la costruzione del castello venivano cotti specificatamente sul posto.
Restauri (arte e artigianato, intonaci, affreschi, ecc.)
Per garantire la massima autenticità storica possibile con gli interventi di restauro, sono state condotte nell’intero complesso del castello analisi sul colore e sul pigmento. Si è evidenziato così che nel corridoio del piano superiore dell’ala sud, esistevano due diverse colorazioni su pareti e soffitto. Successive analisi di laboratorio hanno rivelato che il corridoio, intorno al 1710 circa, era dipinto di bianco e giallo oro, nello stile barocco e che tra il 1780 e il 1800, fu sottoposto ad un restauro in stile classico; in questo periodo, dominavano i colori grigio e bianco. Durante l’attuale restauro del castello, si optò per le varianti più recenti e leggere, tuttavia, le cassette e parti del tetto furono divise da listelli trasversali grigi, per conferire visivamente maggiore ampiezza al corridoio lungo. Seguirà anche la preservazione di altri elementi, come una pennellatura Rococò con un disegno ad imitazione del legno di quercia, costituita da ornamenti nel vivace stile tardo gotico Flamboyant e i dipinti paesaggistici del 1749 al secondo piano dell’ala ovest.
Il lavori di intonaco di Domenico Tiny furono applicati ai soffitti dei singoli saloni con estrema precisione, e con grande dispendio di tempo e risorse economiche. Di conseguenza, sono stati necessari fino a 10 perni in fibra di vetro per metro quadro di soffitto e grandi quantità di resina industriale per riassicurare e preservare, sui rispettivi soffitti, gli stucchi sopraporta, in parte fortemente danneggiati dopo la rimozione.
Molti elementi in pietra di sabbia calcarea sulle facciate del castello, che in gran parte rispecchiano il rinascimento, come ad esempio gli abbaini, i singoli stemmi o le decorazioni sulle finestre e sulle porte, tanto negli spazi esterni che in quelli interni sono stati necessariamente ripristinati.
Viticoltura
Sotto gli ultimi proprietari, la viticoltura purtroppo non ha ricevuto la cura e l’attenzione che il vigneto meritava. Tramite l’impianto di nuove selezioni inappropriate, nonché di insufficiente conoscenza della cura dei vigneti e della lavorazione del terreno, i vari vitigni destinati alla produzione dei vini non hanno sfruttato il potenziale del vigneto. Ad esempio, il vigneto collinare di Hölle (Inferno), che volge a sud, è soprattutto annoverato tra le più antiche vigne della regione e rappresenta una rarità enologica. Diversamente da quanto il nome di questo particolare vigneto suggerisce, il posto non è affatto inospitale o caratterizzato da terra cattiva, piuttosto si riferisce all’inferno inteso come Lucifero. In realtà, Lucifero, il cui nome originale latino è Stella del Mattino, è Venere. Letteralmente tradotto, il nome significherebbe “Portatore di Luce” o colui che porta la luce. Hölle (inferno) è contraddistinto da una pendenza, la cui angolazione ottimale garantisce un’esposizione al sole estremamente favorevole e quindi un vino particolarmente corposo. Tuttavia, a questa posizione ottimale, dal XIX secolo, non è stato dato un valore adeguato. Con il EUROPEAN HERITAGE PROJECT, questa vigna è stata riportata al centro dell’attenzione come obiettivo importante. La serie di vitigni di qualità minore, che in alcuni casi erano solo distribuiti in particelle più piccole, sono stati estirpati e sostituiti con classici vitigni di alta qualità, come il Riesling, Silvaner, Borgogna bianco e grigio, Termeno aromatico e Sämling, nonché in futuro anche il Viognier. Inoltre, nell’antica fattoria, è stata aggiunta una cantina moderna, concepita unicamente per l’ottimizzazione della lavorazione dell’uva più dolce e la vinificazione più naturale, come nessun’altra qualità di vino è riuscita a rendere. Mentre il vino dell’annata 2015 è stato ancora prodotto in una cantina in affitto, l’annata 2016 è stata la prima da essere affinata nella propria cantina situata nell’edificio “Meierei”. Dal 2018, sono in coltivazione oltre 25 ettari di vigneti, rendendo il Castello di Frankenberg il più grande produttore vinicolo della Franconia centrale. Il suo vino è stato più volte premiato dal Gault & Millau, dalla guida ai vini Eichelmann, dal Vinum Weinguide e dal Falstaff Weinguide.
UTILIZZIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE
Con i vini delle prime annate dopo il ripristino tramite il THE EUROPEAN HERITAGE PROJECT, già dal 2016 è stato segnato il futuro del castello di Frankenberg. Frankenberg si distingue per il suo ambiente affascinante, in cui il vigneto e l’agricoltura sostenibile si legano con la tradizione e la cultura uniche della Franconia centrale, circondati dall’impressionante sfondo degno di salvaguardia dello Steigerwald. Da quando Frankenberg è stato acquisito dal THE EUROPEAN HERITAGE PROJECT nel 2014, il progetto di rilancio coinvolto in un costoso intervento rappresenta un raggio di luce per tutta l’area in crisi, apportando non solo
Lo sviluppo qualitativo dei vini delle annate prodotte da parte del THE EUROPEAN HERITAGE PROJECT mostra chiaramente l’indirizzo futuro del Castello di Frankenberg. Il castello affascina con il suo ambiente unico, dove viticoltura e agricoltura sostenibile si intrecciano con la tradizione e la cultura della Franconia centrale, il tutto immerso nella scenografica e ben conservata cornice del Steigerwald.
Dal 2014, anno in cui il Castello di Frankenberg è stato acquisito dal THE EUROPEAN HERITAGE PROJECT, il progetto di rinascita, realizzato con grande impegno e risorse finanziarie, rappresenta una fonte di speranza per l’intera regione, portando non solo nuove prospettive culturali ma anche economiche. La restaurazione del castello e del cortile, insieme alla rivitalizzazione dei vigneti e all’introduzione della produzione vinicola nella storica Meierei, mira a risvegliare l’interesse per una regione in passato dimenticata ma ricca di tesori culturali e storici, e a stimolare sostenibilmente il turismo locale.
Nelle prime fasi del progetto, il castello è stato trasformato con grande impegno e sforzo finanziario in un’area ricreativa e culturale unica. Sono stati creati spazi funzionali ma anche storicamente suggestivi nel lato sud del castello, adatti a conferenze, eventi culturali, musicali e gastronomici.
Nel 2022 è stato inaugurato il ristorante gourmet “Le Frankenberg”, la cui cucina è stata premiata con una stella Michelin nel 2024. Nel 2023 è stato aperto il Schloss Hotel Frankenberg, con oltre 30 camere e suite, che ora è considerato uno dei migliori hotel della Franconia. Dopo il completamento della restaurazione, la Meierei offrirà possibilità di pernottamento per ospiti di eventi e conferenze, e sono previsti anche servizi gastronomici. Il ristorante “Amtshaus” che propone specialità culinarie locali è adatto per eventi più piccoli e si addice anche per chi ha un budget più contenuto.
Il Castello di Frankenberg è ora di nuovo un centro culturale della regione, ospitando numerosi matrimoni, eventi aziendali e altre manifestazioni. Anche il tema del vino è stato messo in risalto. Per permettere ai visitatori di degustare e apprezzare i vini di Frankenberg nel loro contesto originale, è stata allestita una enoteca nel lato est del castello. Il patrimonio culturale del vino rimarrà un elemento fondamentale e celebrato di Frankenberg, ad esempio durante la tradizionale festa del vino che si tiene ogni anno per l’Ascensione di Cristo.
Videobeiträge:
Einen Grund für den unverkennbaren Geschmack der Schloss Frankenberg Weine stellen die besonderen Keuperböden, die die Weinbergsparzellen prägen. Kellermeister Maximilian Czeppel führt uns zu drei Orten, an denen diese besonders gut zu erkennen sind und liefert dabei spannende Hintergrundinformationen zum Thema.
Der Bayerische Rundfunk war zu Gast auf Schloss Frankenberg. Hier können Sie den Frankenschau Aktuell Beitrag sehen.
Löw TV war zur Weinlese zu Besuch auf Schloss Frankenberg. Kellermeister Maximilian Czeppel erklärt den Prozess der Vinifikation, der komplett auf dem Schlossgelände stattfindet.
Mit nur 25 Jahren wurde Steffen Szabo im Jahr 2016 jüngster Sternekoch in Bayern. Nun verantwortet er die kulinarische Leitung auf Schloss Frankenberg. Gemeinsam mit Peter Löw spricht er im Interview über die zukünftigen Pläne für Schloss Frankenberg.
Im Weingut Schloss Frankenberg bemühen sich der renommierte Önologe Maximilian Czeppel und sein Team um eine naturnahe und nachhaltige Bewirtschaftung. Anstelle von chemisch-synthetischen Dünger setzt man im Weinguts Schloß Frankenberg auf die Verwendung von organischem Dünger. Im Video erklärt Maximilian Czeppel die Vorteile dieses Vorgehens.
Peter Löw gewährt Ihnen exklusive Einblicke in eine der vier Suiten auf Schloss Frankenberg.